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EURO-GUERRA A GOOGLE - DALLA FRANCIA ARRIVA IL MOTORE DI RICERCA “QWANT” - FINANZIATORI: LA CDP FRANCESE, L’EDITORE TEDESCO AXEL SPRINGER - UN PRESTITO DA 25 MILIONI DALLA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI (BEI)

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Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”

 

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Il punto di partenza è che l' Europa ne è sprovvista. Non ha un motore di ricerca efficace per Internet. È priva di autostrade su cui viaggiano informazioni e dati. Pur avendo una rete dotata di migliaia di svincoli, come i siti corporate delle multinazionali e i portali istituzionali. L'americana Google in Europa intermedia il 95% del traffico. Negli Stati Uniti ha una quota infinitamente più bassa per la competizione con Yahoo, Bing e DuckDuckGo. In Cina il mercato è monopolizzato da Baidu, in Russia trionfa Yandex.

 

axel springeraxel springer

Oggi a Parigi Qwant cerca di diventarne il campione europeo dei motori di ricerca. Annuncerà un aumento di capitale da 18,5 milioni di euro, con l' ingresso nel capitale di Caisse des Dépôts, la Cdp francese, che ha investito 15 milioni. Gli altri 3,5 li sottoscrive l'editore tedesco Axel Springer, già socio di Qwant, ma intenzionato a scommetterci ancora.

 

D' altronde il suo incubatore DigitalVenture proprio in Francia è iperattivo. Ha investito su una serie di siti, come il femminile Aufeminin.com, l'immobiliare SeLoger.com, il cacciatore di teste StepStone.fr, il centro media Bonial.fr, il comparatore di prezzi Idealo.fr, l'azienda di servizi Internet Zanox.fr.

 

Eric LeandriEric Leandri

Il progetto è finanziato anche dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) che ha concesso un prestito da 25 milioni, i primi 20 già erogati. La quota di controllo resta al management composto da Eric Léandri, Jean-Manuel Rozan e dall' italiano Alberto Chalon, direttore generale di Qwant e amministratore delegato per l' Italia, con esperienze pregresse nel digital e nella moda.

 

Il quartier generale della società è a Nizza, un vero hub del digitale in Europa per la forte politica di incentivazione (fiscale e contributiva) del governo francese nell' attrarre talenti nello sviluppo di programmi, applicazioni e piattaforme web. La particolarità di Qwant sta però in ciò che Chalon definisce il connotato etico del motore. L' utente viene «schermato» nell' attività di ricerca. Qwant non può (e non vuole) identificare il suo Ip, Internet protocol, l' indirizzo da cui l' internauta si connette in Rete.

 

Jean Manuel RozanJean Manuel Rozan

Il modello di business si basa unicamente sulla pubblicità relativa alla ricerca puntuale effettuata dall' utente, tanto che il tracciamento non avviene perché non è installato alcun cookie nei programmi di navigazione. «La ragione principale dell' esistenza di Qwant e il motore del nostro progetto è il rispetto della privacy dei nostri utenti - spiega Chalon -. È per noi un valore chiave, come anche la neutralità dei risultati della ricerca, che garantiamo attraverso un algoritmo che non favorisce la selezione dei risultati con fini economici».

 

Il risvolto principale è Qwant Junior, destinato ai minori. Un motore di ricerca sicuro e didattico per i più piccoli, senza costringere i genitori a dover inserire dei filtri per la navigazione in Rete. Il grosso degli investimenti Qwant li focalizzerà sull' applicazione mobile. Gli smartphone si stanno sempre più convertendo nei principali dispositivi di accesso ad Internet. L' ottimizzazione delle ricerche avverrà anche grazie alla tecnologia di un partner inglese, LibertyVaults, specializzata nei browser per i principali sistemi operativi mobili, come iOS e Android.