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PETROLIO IN ROSSO – SAIPEM SPROFONDA IN BORSA E TRASCINA IN NEGATIVO ENI – PESA L’ANNUNCIO DELLE MAXI-PERDITE PER 920 MILIONI NEI PRIMI 6 MESI – DRAMMATICO IL CROLLO DEGLI ORDINATIVI CON LO STOP DEL CONTRATTO SOUTH STREAM

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1.ENI NEGATIVA IN BORSA, PESANO TIMORI IMPATTO SAIPEM SU CONTI

 

SAIPEM ESPLORAZIONE SAIPEM ESPLORAZIONE

 (Reuters) - Eni cede circa l'1% in Borsa, oggi, sulla scia del forte ribasso di Saipem dopo i risultati del semestre ieri che prevedono svalutazioni per 929 milioni. Il mercato teme che i conti della oil service, controllata al 43% da Eni, abbiano un impatto anche su quelli della major petrolifera che saranno annunciati domani mattina.

 

Intorno alle 12,30 il titolo cede l'1,02% a 15,6 euro, mentre Saipem arretra del 6,75%. Scambi su Eni in linea al periodo mentre Saipem fa registrare un'impennata dei volumi già quasi doppi rispetto alla media degli ultimi 30 giorni. Il settore oil&gas europeo è positivo con una crescita dello 0,65%.

 

Il consensus degli analisti sull'ebit adjusted (senza le componenti straordinarie) del secondo trimestre di Eni è intorno a 1,5 miliardi di euro, il netto adj a 470-480 milioni. Queste stime, tuttavia, sono state calcolate prima dell'annuncio di ieri di Saipem che, a seguito delle svalutazioni, ha chiuso il semestre in rosso per 920 milioni e con un ebit negativo di 790 milioni, adj -579 milioni. Nel secondo trimestre l'ebit adj è stato negativo per 738 milioni.

SAIPEM ALGERIA SAIPEM ALGERIA

 

"Le stime (sui risultati) non sono più aggiornate alla luce dei risultati Saipem di ieri, si teme che quest'ultimi possano avere un impatto sui conti Eni che saranno resi noti domani, in particolare a livello di Ebit", osserva un analista di una grossa banca d'affari italiana.

(Giancarlo Navach)

 

 

2.SAIPEM PERDE 920 MILIONI E TAGLIA 8800 PERSONE

Camilla Conti per “il Giornale

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Tra il 2015 e il 2017 Saipem taglierà 8.800 posti di lavoro per risparmiare 1,3 miliardi di euro e far fronte alla crisi del mercato causata dal crollo del prezzo del petrolio.
È il primo effetto degli ultimi conti della società controllata dall'Eni che sembrano un bollettino di guerra: 920 milioni di perdite nette accumulate nei primi sei mesi di quest'anno per colpa dello stop al contratto South Stream e delle maxi-svalutazioni per 929 milioni di euro.

 

Alla fine del primo semestre il gruppo Saipem registrava, inoltre, un debito netto di 5,53 miliardi di euro (rispetto ai 4,42 miliardi di fine 2014) che includono il temporaneo impatto netto negativo di 502 milioni di euro relativi a scadenze nel semestre di derivati di copertura cambi.

 

I vertici sono stati dunque costretti a rivedere le stime per fine anno: il debito è atteso sotto i 5 miliardi, a fronte di un'attesa inferiore ai 4 miliardi delle previsioni. I ricavi sono attesi a 12 miliardi (tra i 12 e i 13 miliardi in precedenza) e la perdita a 800 milioni (contro un utile tra i 200 e i 300 milioni).

Stefano CaoStefano Cao


Intanto, sul fronte industriale è crollata anche l'acquisizione di nuovi ordini che si attesta a 3,5 miliardi rispetto ai 13,13 miliardi del primo trimestre del 2014. Il portafoglio residuo scende quindi a 19 miliardi di euro (22,14 al 31 dicembre 2014).


Di qui la necessità di procedere con quello che l'amministratore delegato, Stefano Cao, ha definito «un cambio di passo al fine di rispondere più efficacemente alle nuove esigenze dei clienti» in uno scenario di mercato «profondamente deteriorato. L'ulteriore repentino calo del prezzo del petrolio ha creato una discontinuità significativa, che non prevediamo riassorbirsi nel breve-medio periodo e che ha portato a un sempre più marcato irrigidimento dei clienti sulla gestione operativa e commerciale dei contratti», ha aggiunto Cao.

CLAUDIO DESCALZICLAUDIO DESCALZI

 

Che quindi ha deciso di razionalizzare gli asset produttivi e rivedere tutti i processi industriali focalizzando l'azienda su aree e attività «a maggior valore aggiunto». Verranno ridimensionate le operazioni produttive in alcuni paesi tra i quali Canada e Brasile» mentre «in termini della flotta navale sono stati individuati cinque mezzi da dismettere».

 

Infine, il direttore finanziario Alberto Chiarini ha confermato ieri che tra le opzioni al vaglio per ristrutturare il suo debito c'è anche l'aumento di capitale. I conti e i tagli drastici al personale sono stati annunciati a Borsa chiusa dopo che la seduta era stata archiviata dal titolo Saipem con un rialzo dell'1,94% a 8,14 euro. Un abisso rispetto ai massimi di 39,92 euro toccati nel settembre del 2012. Con ripercussioni indirette anche sulle casse pubbliche.

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Il ministero dell'Economia è, infatti, azionista di Eni (mentre la Cassa Depositi e Prestiti, partecipata dal Tesoro, controlla il 25,7%), che a sua volta di Saipem detiene il 42,9 per cento.