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Davide Vecchi per il “Fatto Quotidiano”
Si sente responsabile di quanto accaduto ai risparmiatori di Banca Etruria? "No… aspetti: no, grazie". Pier Luigi Boschi non vuole parlare con la stampa. Preferisce non rispondere.
Ha la voce titubante ma sicura.
Contattato telefonicamente si limita a interrompere la comunicazione. Le domande a cui sarebbe utile rispondesse sono appena quattro: perché dopo essere stato multato da Banca d' Italia come membro del Cda ha accettato la nomina alla vicepresidenza? Nomina arrivata poco dopo l' investitura a ministro della primogenita Maria Elena. L' ingresso nell' esecutivo di sua figlia è stato usato come elemento a favore della sua ascesa?
Ha mai parlato con Maria Elena dei problemi della banca o in qualche modo ha perorato un intervento legislativo? Magari in una delle tante domeniche trascorse insieme a Laterina. Infine: quali rapporti ha avuto e ha la sua azienda, il Palagio, con la banca Etruria? Ha avuto finanziamenti agevolati? Aperture di credito? Domande alle quali Pier Luigi Boschi non ha intenzione di rispondere.
Sarà sicuramente "una persona perbene", come lo ha definito la figlia, ma a essere in dubbio è il suo ruolo di amministratore non quello di persona. E da amministratore era stato bocciato da Palazzo Koch prima ancora che diventasse vicepresidente. Boschi senior era stato infatti sanzionato da Banca d' Italia - al termine di un' ispezione avviata nel 2013 - insieme agli ex vertici dell' istituto di credito aretino, multati complessivamente per 2,5 milioni di euro (144 mila euro la sanzione a carico del padre del ministro) per sei irregolarità individuate dalla vigilanza:
dichiarazione patrimoniale della famiglia di maria elena boschi dal sito del governo
"Violazione delle disposizioni sulla governance", "carenze nell' organizzazione e nei controlli interni", "carenze nella gestione e nel controllo del credito", "carenze nei controlli", "violazioni in materia di trasparenza", "omesse e inesatte segnalazioni agli organi di vigilanza". Boschi era nel cda.
MARIA ELENA BOSCHI NEL MUSICAL DI EDOARDO BENNATO
In quella prima ispezione Palazzo Koch imponeva a Banca Etruria di rinnovare i vertici. Ha poi avviato una seconda ispezione perché l' invocato rinnovamento si era limitato a un mero un passaggio di consegne, tanto che membri del cda già sanzionati - come Boschi - erano entrati nella presidenza. Poi è arrivato il commissariamento per "grave erosione del patrimonio": due miliardi di sofferenze, 950 milioni di indebitamento verso altre banche, 200 milioni di incagli e un patrimonio netto scivolato oltre la soglia prudenziale attorno ai 500 milioni.
maria elena boschi al matrimonio del fratello emanuele
Tutto questo ha portato al drammatico (per i risparmiatori) epilogo con l' intervento del governo. Quindi Pier Luigi Boschi sarà sicuramente una "persona perbene" ma che tipo di amministratore è? Va aggiunto un dato: secondo Bankitalia i crediti dubbi elargiti alla clientela ammontano a 1,69 miliardi di euro; di questi, 770 milioni di euro sono sofferenze, cioè non recuperabili. A chi sono stati concessi? Con quali garanzie? Pier Luigi Boschi è una personalità nota nella provincia aretina. È una sorta di latifondista e siede in decine di consigli di amministrazione di aziende agricole.
maria elena boschi al matrimonio del fratello emanuele
Presidente della Confcooperative Arezzo dal 2004 al 2010, è titolare dell' azienda Il Palagio ed è stato consigliere del consorzio agrario di Arezzo e membro del consiglio della Camera di commercio fino al giugno del 2013. Nel cda di Banca Etruria ha conosciuto anche Umberto Tombari, uno dei più noti avvocati toscani e titolare dello studio fiorentino nel quale Maria Elena ha svolto la pratica legale e conosciuto Francesco Bonifazi - oggi tesoriere del Pd - che le aprirà le porte dell' universo renziano.
L' ascesa nella banca è stata rapida ed è andata di pari passo con il crescente interesse della vigilanza di Palazzo Koch. Anche la Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo sugli ex vertici dell' Etruria e affidato le indagini al nucleo tributario della Guardia di finanza. La prima denuncia sulla grave situazione in cui versava l' istituto di credito risale al 2012 e a presentarla fu un membro del cda dal 2007: Rossano Soldini.
lorenzo rosi pier luigi boschi
L' imprenditore aretino, con in tasca un pacchetto di oltre 150 mila azioni (Boschi ne possiede meno di 600) lasciò il cda "dopo aver scoperto gli enormi conflitti di interessi di vari consiglieri". Che denunciò: "Si erano affidati con disinvoltura oltre 220 milioni di euro". Ora, con l' associazione Amici di Banca Etruria, sta convogliando a un avvocato le segnalazioni che riceve dai risparmiatori traditi intenzionati ad agire attraverso una class action contro gli ex vertici della banca. Compreso Boschi senior.
d.vecchi@ilfattoquotidiano.it.
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