PROFUMO DI CACCIATA - PRIMA DI VENIRE SCORTATO ALL'USCITA DI MPS DAI NUOVI SOCI, ARROGANCE RACCONTA LA FAVOLETTA DI VOLER COSTITUIRE UNA SOCIETÀ CHE "FINANZIERÀ GLI IMPRENDITORI MEDI CHE VOGLIONO DIVENTARE GRANDI"

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Camilla Conti per "il Fatto Quotidiano"

 

ALESSANDRO PROFUMO E MOGLIE SABINA RATTI ALESSANDRO PROFUMO E MOGLIE SABINA RATTI

   Nella tempesta non si cambia il timoniere”, ha più volte ripetuto il presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich, alla vigilia della presentazione della lista per il rinnovo del cda di Montepaschi che ha appunto riconfermato Alessandro Profumo al vertice. Metafora funesta, hanno mugugnato nelle contrade, ricordando che il banchiere qualche anno fa era naufragato alle Maldive mentre era in vacanza con la moglie Sabina Ratti. La barca dell’allora ad di Unicredit si era incagliata nella barriera corallina durante la navigazione, distruggendo carena e elica.

 

ALESSANDRO PROFUMO SABINA RATTI ALESSANDRO PROFUMO SABINA RATTI

Fortunatamente per le cassandre senesi Profumo ha già annunciato – sul Corriere della Sera – che a luglio, dopo l’aumento di capitale di Mps, lascerà la poltrona per mettersi in proprio. “Vorrei costruire una struttura che fornisca capitali e assistenza a imprenditori medi che vogliano crescere e diventare grandi”, ha detto scoprendo una vocazione imprenditoriale. Ma nella città del Palio c’è chi è ancora convinto che Profumo lascia “spontaneamente”.

 

ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLAALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA

Ovvero perché consapevole che il suo mandato sarebbe comunque arrivato al termine con l’arrivo di nuovi azionisti attraverso la ricapitalizzazione che potrebbe anche portare verso una fusione con un una banca straniera, magari attratta dai soci sudamericani Btg e Fintech che devono valorizzare un investimento fin qui in perdita. Che sia un nuovo azionista importante, uno sposo forestiero o un cavaliere italico portato dall’onda del riassetto bancario tricolore, le poltrone potrebbero presto ricambiare nuovamente. Di certo, Profumo non se ne andrà a mani vuote.

 

alessandro profumoalessandro profumo

Nel 2014 la sua remunerazione è stata di 85 mila euro, 87 mila nel 2013. Quando, nel 2010, se ne era andato da Unicredit aveva incassato 38 milioni come liquidazione: 36,5 alla voce incentivo all'esodo e 1,5 per un patto di non concorrenza. In un accordo complessivo in cui Unicredit si era però impegnata a versare in beneficenza due milioni (all'associazione di don Colmegna). La scelta di Siena la rifarebbe? gli venne chiesto in un’altra intervista al quotidiano Il Giorno nel giugno 2014: “La rifarei perché il senso di servizio civile, di servizio pubblico al Paese che c'era quando accettai, c'è e rimane”. Il sacrificio verrà ripagato.