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Andrea Giacobino per “andreagiacobino.wordpress.com”
Dopo aver fatto il banchiere Alessandro Profumo vuole creare un polo della ristorazione? Parrebbe proprio di sì. Lasciata la presidenza del Monte dei Paschi di Siena, l’ex numero di Unicredit è diventato presidente di Equita Sim, uno dei principali operatori di borsa, guidato da Francesco Perilli. Ma nel frattempo Profumo non ha trascurato i business propri e della sua famiglia, della moglie Sabina Ratti e del figlio Marco.
luigi abete diego della valle alessandro profumo
Poche settimane fa, infatti, a Milano davanti al notaio Monica Zara si sono trovati Profumo con la moglie e Alberto Cortesi. Costui è il proprietario di alcuni dei più celebri e collaudati ristoranti milanesi, da “A Santa Lucia” alla “Torre di Pisa” fino ai “Quattro Mori”, tutti locali ben frequentati. Cortesi che agisce con la holding Cortefin con un attivo di oltre 22 milioni, ha ceduto ai Profumo il 100% di Pane Pizza e Companatico srl, per il controvalore di 13.00 mila euro. La società è titolare di una panineria-ristorante nel cuore di Milano in Galleria Vittorio Emanuela, ma è un locale che a Cortesi ha regalato poche soddisfazioni.
Perché Profumo compra? Il disegno di sviluppare il business è chiaro. Soprattutto perché subito dopo l’atto notarile l’ex banchiere ha deliberato un aumento di capitale della Pane Pizza e Companatico da 10.000 a 50.000 euro, ricapitalizzazione subito sottoscritta versando un assegno di 40.000 euro emesso dal Monte Paschi, agenzia 37 di Milano. E contestualmente la società acquisita ha cambiato nome in Nicla srl, ulteriormente ricapitalizzata da 50.000 euro a 5 milioni a pagamento, con un sovrapprezzo di 5 milioni. Nel consiglio di Nicla ci sono Profumo col fratello Raffaele, la Ratti e il figlio.
L’aumento di Nicla, che dovrà essere chiuso entro il 30 giugno 2016, è stato inizialmente sottoscritto dai Profumo conferendo il 90% della Mossi Aziende Agricole Vitivinicole per un valore nominale di 134.321 euro, versando anche il relativo sovrapprezzo di 135.678 euro. L’azienda, il cui valore di conferimento è stato certificato da una perizia del commercialista Blasco Monteforte Specchi, è stata rilevata da Profumo per 300 mila euro a fine del 2014 per affidarne la conduzione al figlio Marco assieme all’ex azionista di controllo Luigi Mossi.
diego della valle alessandro profumo luigi abete
L’azienda si dedica alla produzione vinicola (soprattutto Gutturnio e Bonarda) nel piacentino e lo scorso anno ha realizzato un fatturato di poco più di 725 mila euro. I marchi dell’azienda sono in carico a 330 mila euro e sono ammortizzati in quote costanti a 18 anni. Le immobilizzazioni materiali, cioè i terreni e i fabbricati che insistono sull’azienda, valgono quasi 4 milioni mentre la società ha anche due partecipazioni in Perla export e Agricola Palazzetti entrambe cooperative.
SANDRA CARRARO ALESSANDRO PROFUMO
A fronte di un patrimonio netto di 327 mila euro figurano debiti per 5,1 milioni ma 4 milioni sono il prestito infruttifero fatto da Profumo all’azienda per decollare. Tra i debiti figurano circa 850 mila euro verso banche relativi a due mutui concessi da Banca di Piacenza garantiti da ipoteche: sono gli immobili di Mossi rilevati da Profumo che ha comprato l’azienda per 14 generazioni rimasta alla famiglia.
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