
DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA…
Anna Campaniello per Corriere della Sera
Fila da primo giorno di saldi. La coda però non è davanti ai negozi, pressoché vuoti. Centinaia di persone aspettano davanti a banche, agenzie di cambio e uffici postali. Le tasche gonfie di franchi svizzeri che, all’uscita, saranno diventati euro. Fino a 95 centesimi di euro per ciascun franco rispetto agli 82 di mercoledì scorso (nel valzer dei cambi, poi, in serata la moneta unica è addirittura scesa ancora: 0,99 franchi per un euro, 1,01 euro per un franco).
L’effetto dello sganciamento del franco svizzero dall’euro, deciso giovedì dalla Banca di Berna, in Canton Ticino è stato immediato. La moneta elvetica è schizzata a valori record ed è scattata la corsa al cambio. Con un migliaio di franchi, senza fare nulla il guadagno immediato è di quasi 150 euro. I clienti convertono somme perlopiù dai mille ai cinquemila franchi. Non oltre, almeno non in una sola operazione, per evitare di incorrere nelle norme per contrastare il riciclaggio.
I frontalieri sono i primi a mettersi in coda per convertire i risparmi. A mezzogiorno di ieri, molti uffici cambio e gli sportelli più piccoli di banche e poste di Chiasso e della fascia di confine avevano esaurito la moneta europea e hanno momentaneamente sospeso le operazioni di cambio valuta. Il franco record, intanto, ha svuotato i negozi e pure le stazioni di servizio.
A Chiasso, lo shopping si declina in corso San Gottardo. Dietro alle vetrine che promuovono i «ribassi», i clienti sono merce rara. Se in prospettiva il rischio è di perdere i clienti svizzeri, che con questi tassi di cambio hanno convenienza a comprare oltreconfine, i commercianti stanno già facendo i conti con una conseguenza immediata. «Abbiamo acquistato la merce pagandola in euro con il vecchio cambio – ripetono gli esercenti elvetici –. Solo pensando al magazzino abbiamo già una perdita secca del 20% che difficilmente potremo recuperare».
Nel clima di incertezza che si è venuto a creare, le reazioni sono le più disparate. Ieri, nei centri commerciali e outlet di Mendrisio e Lugano, alcuni negozi esponevano cartelli per avvisare i clienti di non aver modificato il tasso di cambio. Al contempo, sono apparsi messaggi opposti, della serie «Avvisiamo la spettabile clientela che non accettiamo pagamenti in euro».
In Canton Ticino, persino le strutture sanitarie stanno già correndo ai ripari. E’ il caso ad esempio di una clinica per la procreazione assistita, che con un comunicato stampa ha tranquillizzato i pazienti: «Nessun aumento per le coppie italiane per lo sblocco del cambio franco-euro».
Tremano i gestori delle stazioni di servizio della fascia di confine, che tra i clienti annoverano soprattutto italiani. In queste ore, pochi fanno rifornimento. «Perlopiù si tratta di clienti che non sanno del nuovo cambio», ammettono gli stessi benzinai.
Pubblicita anti frontalieri in Ticino
È a rischio persino la carta sconto, che consente ai residenti in Italia, nella fascia di confine, di fare benzina in patria a prezzi agevolati. Al cambio attuale, anche senza bonus, il carburante in Italia costa meno che in Svizzera. La tessera sconto introdotta in Lombardia oltre 10 anni fa potrebbe non avere più ragione di esistere.
L’unica contromossa possibile per gli svizzeri è una riduzione dei prezzi del carburante per continuare a essere attrattivi dall’altra parte della frontiera. Una soluzione della quale si parlava già ieri e che potrebbe essere introdotta senza indugi.
DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA…
DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL…
DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE…
DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP? – FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER…
FLASH – CARLO CALENDA VUOLE INCASTRARE FRATELLI D’ITALIA, LEGA E PD: DOMANI ALLA CAMERA I DEPUTATI…
DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È…