SOLO ORA CHE MANCANO LE MEDICINE IN FARMACIA, I GIORNALONI SI ACCORGONO DI QUANTO SIA POTENTE E TENTACOLARE LA LOBBY DEI FARMACI

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Paolo Russo per "la Stampa"

Un po' di prebende ai politici, magari facendo stampare strenne natalizie alla moglie del senatore o assumendo l'avvenente segretaria del presidente di commissione. I «distaccati» pagati dall'industria ma in servizio presso sindacati o all'ente ministeriale che governa i farmaci. Le «porte girevoli» che fanno transitare alti funzionari pubblici dalle Agenzie alle imprese o viceversa.

Tutto senza trascurare i dottori, che alla fine decidono gloria o miseria di un farmaco. «Io non nascondo la verità: la filtro», diceva Nick Naylor, il lobbista protagonista del film «Tank you for smoking». Il giorno dopo la maximulta al cartello Novartis-Roche abbiamo incontrato il "mister Nick" del farmaco, uno che il lobbying farmaceutico l'ha vissuto sin dai suoi albori, quando i vecchi big della pillola non facevano nemmeno anticamera dai ministri.

IL FARMA-LOBBING E LA POLITICA
«All'inizio era il co-marketing», spiega il nostro mister Nick. «Le multinazionali si appoggiavano ai padri padrone delle grandi industrie nazionali, facevano commercializzare i loro prodotti e in cambio vedevano aprirsi le porte del paradiso della politica che conta, come lo studio del divino Giulio, che aveva Andreotti senior a capo della Bristol farmaceutici».

Poi gli americani e gli altri hanno imparato a fare da soli, «ma le parole magiche sono rimaste le stesse: sponsorizzare, assumere». La nostra gola profonda di episodi coloriti ne ricorda parecchi. «Come una delle più grandi industrie italiane che ogni anno regala costosi libri strenna stampati, guarda un po' dalla moglie di un senatore ex An».

Lo stesso che alle 2 di notte nel 2012 fece entrare nella legge di stabilità una norma che, a detta dell'allora ministro Balduzzi, avrebbe messo in pericolo la salute pubblica, abrogando di fatto i controlli sui farmaci emoderivati della Keidron. Impresa del collega senatore Andrea Marcucci del Pd. E poi c'è l'assunzione premio. «Un presidente di Commissione non ha avuto difficoltà a far assumere da una multinazionale come dirigente la sua avvenente segretaria». L'altra parola magica è «sponsorizzazione». «Quando c'è di mezzo un politico che ha voce in capitolo sulla sanità si finanzia di tutto, dal convegno in località esclusiva agli studi più astrusi».

LE AGENZIE DEL FARMACO
Qui va alla grande il «revolving door», il sistema di porte girevoli. Che però non funziona solo in Italia. Dall'Agenzia europea del farmaco, la potente Ema, nel 2012 è uscito il capo dell'ufficio legale, Vincenzo Salvatore, cha ha traslocato in un mega studio di 1700 avvocati come consulente «sulle procedure che regolano tutti gli aspetti dell'industria farmaceutica». Thomas Lonngren è stato per dieci anni direttore esecutivo dell'Ema, per passare poi alla Pharma Executive Consulting.

Anni fa la dirigente di Farmindustria, Antonella Cinque, transitò alla Salute come consulente del ministro per poi approdare alla presidenza dell'Agenzia nazionale del farmaco. Tutto questo mantenendo all'inizio persino l'aspettativa in Farmindustria. «Del resto - racconta il nostro lobbista - so di personale dipendente dall'associazione distaccato alla vecchia Commissione unica del farmaco. E la stessa pratica avviene nei sindacati, che hanno sempre firmato i contratti senza un'ora di sciopero».

IL PRESSING SUI MEDICI
«Negli anni del lobbismo farmaceutico rampante, c'era una grande industria italiana che regalava una posata per volta ai medici che più prescrivevano i suoi prodotti». «Un servizio d'oro massiccio, che trasformava le mogli dei dottori nelle lobbiste numero uno», ricorda Mister Nick. «Ma poi i tempi sono cambiati e si è passati a smartphone, tablet, anche se oggi la pressione sui medici di famiglia si è ridotta. Troppi controlli delle Asl». «Ora - prosegue- si punta più sui primari perché la spesa farmaceutica si è spostata soprattutto nell'Ospedale». E allora «via con sponsorizzazioni di convegni e ricerche». Magari quelle con dati manipolati per sbandierare vantaggi terapeutici inesistenti. Come il caso di una ricerca clinica sui farmaci anti asma, recentemente denunciato dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet.

 

 

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