SANZIONI ALLE VONGOLE - DECINE DI AZIENDE IN TUTTI I SETTORI HANNO TROVATO IL MODO DI FARE AFFARI CON LA RUSSIA, ANCHE FACENDO ARRIVARE LE MERCI ATTRAVERSO CINA E BIELORUSSIA

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Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”

 

Sono più di cinquemila i partecipanti al Forum economico di San Pietroburgo che nei prossimi giorni segnerà il ritorno della Russia sulla scena economica internazionale. Un ritorno assolutamente non ufficiale, visto che le sanzioni europee ed americane rimangono in vigore, così come pure le contro-sanzioni russe che hanno colpito anche il nostro export.

sede gazpromsede gazprom

 

Intanto però decine di aziende in tutti i settori hanno fino ad oggi trovato vari sistemi per ridurre al minimo i «danni collaterali». Le compagnie petrolifere europee, ad esempio, hanno continuato a fare affari con Rosneft e Gazprom, come ha scritto ieri il Financial Times , mentre gli esportatori hanno fatto arrivare in Russia le loro merci tramite Paesi terzi, dalla Cina alla Bielorussia.

 

E gli americani, che almeno nel settore petrolifero sono stati tagliati fuori dai giochi da sanzioni più restrittive di quelle europee, hanno ora ricevuto informalmente il disco verde da Barack Obama per ritornare a essere protagonisti.

 

ROSNEFT ROSNEFT

Così nella città sul Baltico fondata da Pietro il Grande saranno molti i capi delle grandi major petrolifere impegnati in prima persona. Soprattutto gli europei, che in realtà non hanno mai fatto veri passi indietro. Ci saranno i capi di Shell, BP, Total, Eni. Poi Enel, Société Générale, Alcatel, Finmeccanica, Pirelli, solo per citarne alcuni.

 

Il trasferimento di tecnologia per l’estrazione petrolifera è in parte limitato dalle sanzioni. Ma quasi tutti i contratti con Rosneft e con Gazprom Neft, due tra le maggiori società russe, sono andati avanti con l’autorizzazione dei governi interessati.

 

logo exxonlogo exxon

Bloccati solo i progetti nell’Artico russo che richiedono una tecnologia più sofisticata che doveva essere fornita dagli americani (ExxonMobil). E mentre gli europei hanno sofferto in altri settori, gli americani sono comunque riusciti ad incrementare il loro interscambio con la Russia, come dimostrano i dati doganali.

 

Si passa per Paesi terzi, oppure i clienti russi che sono nelle black-list si inventano una azienda-clone che firma i contratti al posto loro. Poi, una volta varcata la frontiera, la merce va dove doveva andare. Anche per i servizi bancari sono stati usati vari stratagemmi. Le sanzioni bloccano i finanziamenti alle imprese russe, esclusi quelli a brevissimo termine. Così in molti casi si è fatto ricorso a prestiti a trenta giorni che poi venivano continuamente rinnovati.

petroliopetrolio

 

Il confronto politico è ancora molto aspro, con gli Stati Uniti che progettano depositi militari a ridosso della Russia e Mosca che parla già di rafforzare le sue difese. Ma a San Pietroburgo tutto questo non sembra più d’attualità. Imprenditori e banchieri che arrivano per quella che è stata definita la Davos russa, aspettano con ansia il discorso che Vladimir Putin terrà al Forum e che potrà fornire indicazioni su nuovi lucrosi affari.

 

 

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