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IL MURO DI GOMMA DEI CINESI IN PIRELLI – NUOVO SCONTRO TRA L’AZIONISTA DI MAGGIORANZA, SINOCHEM, E TRONCHETTI PROVERA: IL GRUPPO ASIATICO, CHE POSSIEDE IL 37% DI PIRELLI, SI RIFIUTA DI SCENDERE SOTTO IL 30 E NON VOTA LA TRIMESTRALE (CHIUSA IN CRESCITA, CON OTTIMI RISULTATI) – CAMFIN, LA FINANZIARIA DI TRONCHETTI, REAGISCE E MINACCIA DI SCIOGLIERE IL PATTO PARASOCIALE: “ATTEGGIAMENTO NON COLLABORATIVO E APPARENTEMENTE NON MOTIVATO…” - I CINESI RISPONDONO: "PROPOSTA DANNOSA E INIQUA. SIAMO PREOCCUPATI PER I POTENZIALI CONFLITTI DI INTERESSE TRA PIRELLI E CAMFIN"
SINOCHEM, NO A PROPOSTA DANNOSA PER PIRELLI E INIQUA
(ANSA) - Marco Polo International, il veicolo attraverso cui Sinochem partecipa al capitale di Pirelli, dichiara di aver respinto la proposta del gruppo della Bicocca sulla governance "perché potenzialmente dannosa per Pirelli e, nel complesso, gravemente iniqua e squilibrata nei confronti di tutti gli azionisti di Pirelli" con la sola "eccezione di Camfin". Lo si legge in una nota.
SINOCHEM, CONFLITTI DI INTERESSE TRA PIRELLI E CAMFIN
(ANSA) – "Respingiamo con fermezza le accuse prive di fondamento" contenute nel comunicato stampa di Pirelli sui conti del trimestre "ed esprimiamo preoccupazione circa le reali finalità perseguite da Camfin e circa i potenziali conflitti di interesse di soggetti che ricoprono un duplice ruolo chiave in entrambe le società Pirelli e Camfin". Lo dichiara in una nota Marco Polo International, la società attraverso cui i cinesi di Sinochem partecipano al capitale di Pirelli.
NUOVO SCONTRO IN PIRELLI. TRONCHETTI: “SINOCHEM NON STA COLLABORANDO”
Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica”
MARCO TRONCHETTI PROVERA E I CINESI DI SINOCHEM
Pirelli chiude il primo trimestre in forte crescita, ma i risultati sono oscurati dal forte scontro con i soci cinesi di Sinochem.
Sono state infatti interrotte le trattative tra la stessa Pirelli e l’azionista di maggioranza relativa Sinochem perché questo scendesse dal 37% che possiede a meno del 30%.
In questo modo Pirelli e il suo secondo azionista, la Camfin di Marco Tronchetti Provera, che controlla il 26,4% del gruppo, contavano di poter superare i problemi che ne limitano lo sviluppo negli Stati Uniti e che derivano proprio dal fatto di avere come primo azionista un soggetto pubblico cinese.
A marzo, infatti, è entrato in vigore negli Usa un decreto che vieta di acquistare hardware e software prodotti da società controllate da Pechino: questo mette a rischio la vendita degli pneumatici “intelligenti” e dotati di sensori del marchio italiano.
Per ora effetti negativi sui conti non si vedono: da gennaio a marzo il gruppo ha messo a segno un aumento dell’utile netto del 26,7% a 127,2 milioni, mentre i ricavi sono saliti del 3,7% a 1,75 miliardi.
Ma problemi maggiori potrebbero sorgere in futuro e soprattutto, come era già avvenuto a fine aprile - quando Pirelli aveva stabilito che Sinochem pur essendo socio di maggioranza relativa non aveva più il controllo della società - anche ieri il cda si è spaccato.
A votare per la trimestrale 9 consiglieri su 15, mentre contro si sono espressi gli altri sei designati dal socio cinese, a partire dal presidente della Bicocca Jiao Jian.
I sei consiglieri contrari, spiega un comunicato del gruppo, «hanno motivato il loro dissenso unicamente in ragione della dichiarazione di avvenuta cessazione del controllo di Sinochem su Pirelli ai sensi dell’IFRS 10, non condividendone le relative motivazioni », anche perché il patto parasociale tra Camfin e i cinesi è ancora in vigore e che «pertanto, a loro parere, ... mantiene il controllo su Pirelli ai sensi dell’art 93 del Tuf».
Una posizione a cui reagisce la stessa Camfin minacciando in buona sostanza di sciogliere il patto. La finanziaria di Tronchetti Provera, infatti, «prende atto dell’atteggiamento non collaborativo e apparentemente non motivato di Sinochem... Alla luce di ciò, qualora non si riuscisse a definire rapidamente l’attuale situazione con Sinochem, Camfin si vedrebbe costretta a valutare gli effetti di tali comportamenti su Pirelli e sul patto parasociale».
Una posizione a cui Sinochem potrebbe replicare a breve, forse già oggi. Resta dunque più acceso che mai lo scontro che da mesi vede in opposizione la Camfin e il management di Pirelli e l’azionista di maggioranza relativa.
Già nel 2023 la presenza di Sinochem nell’azionariato di Pirelli aveva allertato il governo italiano, che aveva esercitato i poteri del golden power, per tutelare l’asset strategico dei sensori “intelligenti” installati negli pneumatici.
Adesso, mentre Pirelli lamenta che Sinochem ha rifiutato le sue proposte per scendere nel capitale, afferma anche che i consiglieri cinesi hanno «presentato una proposta agli uffici del golden power », che «non è stata condivisa con Pirelli».
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