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Marco Zini per www.tag43.it
Meno Instagram e più industria, lo slogan potrebbe essere questo. Specie se in ballo c’è un’immagine imprenditoriale da preservare, magari da qualcuno che in famiglia ha scelto di fare altro nella vita.
Ed è per questo motivo che i due fratelli Vacchi prendono strade diverse. Bernardo, 51 anni, bolognese si divide da Gianluca che con i suoi oltre 30 milioni di follower e diventato sì una star del web, ma finendo con la sua visibilità e popolarità a nuocere perfino al cugino Alberto, patron della Ima, leader mondiale delle macchine automatiche, che è stato anche in corsa per la Presidenza dì Confindustria.
Dopo l’assoluzione dopo 18 anni nel processo Parmatour, filone del crack Parmalat, dove l’influencer Gianluca era finito con l’accusa di bancarotta, e dopo alcune iniziative imprenditoriali di poco successo, dai ristoranti al kebab fino alle biciclette ai raggi infrarossi, il fratello Bernardo ha deciso di dividere le strade.
Così, con il marchio storico Finvacchi, nasce un family office e una holding di investimenti con un valore conferito di asset stimato in oltre 130 milioni di euro, e costituito in prevalenza da liquidità e da partecipazioni aziendali.
La svolta di Bernardo Vacchi e l’ottima intesa con il cugino Alberto ad di Ima
Bernardo Vacchi ha deciso la svolta anche in considerazione della sua ottima intesa con il cugino Alberto, a cui riconosce di aver fatto grande il Gruppo Ima, il colosso bolognese nel settore delle macchine automatiche che i cinesi hanno per anni tentato invano di comprare, asse portante delle fortune familiari, di cui Alberto è presidente e amministratore delegato.
Finvacchi ha già illustrato nella presentazione delle linee strategiche a investitori istituzionali, facente parte di un Co-Investor Road show program, il progetto relativo a investimenti o co-investimenti di Private Equity con focus principale nelle Pmi italiane, in particolare in settori che per appartenenza familiare conosce bene: Meccanica, Meccatronica, Smart Infrastructure and build Tech.
gianluca vacchi positivo al covid si fa pulire il sangue 2
Il futuro di Boato International Spa
La Holding, assistita da Sri Group dì Giulio Gallazzi, fra gli altri investimenti in portafoglio, controlla al 95 per cento un piccolo gioiello italiano con sede a Monfalcone, la Boato International Spa, leader mondiale nel settore “nicchia” delle macchine automatiche per la produzione di membrane bituminose utilizzate nelle costruzioni edili e nelle opere infrastrutture per garantire isolamento termico e acustico, l’impermeabilizzazione e l’assorbimento di vibrazioni.
roberto mancini con gianluca vacchi 1
Boato International oggi esporta in più di 20 Paesi e ha un portafoglio di 350 clienti industriali. L’azienda è pronta per andare in Borsa nei prossimi 24 mesi. E nel piano industriale, approvato lo scorso dicembre, ha previsto nuove partnership industriali e investimenti mirati.
Bernardo e Alberto proseguono quindi nella tradizione imprenditoriale familiare, mentre Gianluca si concentra sul web inondandolo di performance ballerine e non mancando di trascorrere due ore al giorno nelle camere iperbariche per ossigenare mente e corpo.
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