SORGENIA DI UN BRACCIO DI FERRO INFINITO - LA CIR DELLA FAMIGLIA DE BENEDETTI E' IRREMOVIBILE: NON VUOLE METTERE OLTRE 100 MILIONI IN SORGENIA. MA LE BANCHE NE CHIEDONO ALMENO 150 – IL TEMPO STRINGE...

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F.Sp. per ‘La Stampa'

Nel mezzo delle difficili trattative con le banche - che oggi a loro volta faranno un giro di tavolo in una riunione telefonica - per la ristrutturazione del debito da 1,8 miliardi, il cda di Sorgenia, in una lunga riunione, ha fatto il punto della situazione, vagliando ufficialmente la disponibilità dei suoi azionisti a partecipare alla manovra complessiva da 600 milioni.

Il socio di maggioranza, la Cir della famiglia De Benedetti (al 53%), sarebbe deciso a non andare oltre i 100 milioni di impegno, disattendendo dunque le richieste degli istituti di credito che vorrebbero un contributo da almeno 150 milioni. Il secondo azionista (ha il 46%), l'operatore austriaco Verbund, a sua volta ha ribadito la propria posizione anche agli analisti nel corso della presentazione dei conti annuali.

«Ci sono state richieste per contribuire ad aiutare con capitale fresco - ha spiegato il presidente Wolfgang Anzengruber - ma abbiamo fatto presente che non saremmo stati disponibili. Questa è una posizione che abbiamo enunciato durante gli ultimi tre anni e la nostra posizione non è ancora cambiata». I debiti di Sorgenia, ha precisato, non sono in alcun modo collegati a Verbund che non si è impegnata in alcuna garanzia. Dopo aver svalutato la partecipazione per 396 milioni, portando a zero il valore della partecipazione, in Austria considerano chiuso il dossier.

Dunque la partita è tutta tra Cir e le banche. Questa mattina, i sei gruppi più coinvolti (il più esposto è il Monte dei Paschi) faranno il punto sulla situazione in una riunione telefonica. Le banche creditrici sono pronte a convertire almeno una parte (si dice 300 milioni) in capitale, un'altra in un bond convertibile. La trattativa prosegue e verte in buona parte sulla governance futura di Sorgenia: in casa Cir si cercano garanzie, ancor più difficili visto l'apparente diniego ad aprire oltre il portafoglio. Nemmeno le banche, tra loro, hanno un pieno accordo sulla soluzione da adottare.

Ma il tempo stringe: al gruppo dell'energia restano un paio di settimane di liquidità di autonomia. Nel frattempo i manager delle grandi multiutility (da Hera a Iren, fino ad A2A), riuniti per un convegno a Milano, si chiamano fuori dalla partita, visti i problemi di sovraccapacità elettrica. Secondo molti di loro, tra i possibili pretendenti di alcuni asset ci potrebbe essere Edf.

 

 

 

RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM sorgenia LOGOmonica mondardini arianna monte-dei-paschi-di-siena-sede