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’STO MATRIMONIO GENERALI-NATIXIS NON S’HA DA FARE – LA COMPAGNIA GUIDATA DA PHILIPPE DONNET SI PRENDE PIÙ TEMPO (FINO A FINE ANNO?) PER CAPIRE SE E COME ANDARE AVANTI SULLA JOINT VENTURE PER CREARE UN COLOSSO ITALO-FRANCESE DEL RISPARMIO, DOPO L'ACCORDO SIGLATO OTTO MESI FA – CONTRO LE NOZZE CI SONO IL GOVERNO, GLI AZIONISTI CALTAGIRONE E MILLERI E ORA ANCHE MEDIOBANCA, CHE POSSIEDE IL 13% DEL LEONE ED È PASSATA SOTTO IL CONTROLLO DI MPS – IL NODO DELLA PENALE DA 50 MILIONI DI EURO DA PAGARE NEL CASO IN CUI L’OPERAZIONE SALTI...
Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”
philippe donnet agorai innovation hub
Generali e il gruppo bancario francese Bpce si danno più tempo – probabilmente la fine dell’anno – per capire se e come andare avanti con l’alleanza tra Generali Investments e Natixis. L’accordo quadro per creare un polo nell’asset management firmato a gennaio dalla compagnia e dalla banca francese nelle intenzioni avrebbe dovuto essere siglato a settembre.
Ma a otto mesi dalla firma dell’intesa, il quadro è cambiato e tra gli argomenti in discussione tra il ceo della compagnia Philippe Donnet e quello di Bpce, Nicolas Namias, è entrata anche la possibilità per Generali, nel caso in cui il negoziato non andasse a buon fine, di alleggerire, o addirittura cancellare, come scrive Il Sole 24 Ore, la penale di 50 milioni prevista dall’accordo per entrambe le parti. [...]
Il Monte dei Paschi ha lanciato una Ops su Mediobanca che a sua volta possiede il 13% del Leone, quota che fa il singolo maggiore azionista della compagnia. Poi Piazzetta Cuccia per difendersi ha risposto con un’offerta su Banca Generali che avrebbe sciolto l’intreccio azionario con Trieste.
Cosa, quest’ultima, che ha richiesto lavoro da parte della compagnia per definire gli accordi strategici con Mediobanca. Non se ne è fatto nulla perché all’assemblea di agosto gli azionisti di Piazzetta Cuccia hanno in maggioranza votato a sfavore dell’operazione.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
In mezzo, ci sono state le valutazioni contrarie (che restano tali) di azionisti come Caltagirone e Delfin (soci rilevanti sia di Mps sia di Generali) e i forti dubbi della politica sulla creazione di un polo dell’asset management in condominio con i francesi.
«Il motivo per cui non firmiamo adesso è che stiamo aspettando che la catena azionaria di Generali si stabilizzi», ha detto lunedì da Parigi Namias all’agenzia di stampa francese Agefi, lasciando intendere che ci vorrà più tempo, anche per sapere chi saranno i nuovi referenti in Mediobanca. «Non dobbiamo andare controcorrente. Speriamo di convincere le autorità della pertinenza del progetto di sovranità finanziaria italiana», aveva aggiunto il ceo.
Anche se il quadro non sembra positivo, Generali appare pronta a presentare in modo approfondito il progetto al governo [...]
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