
DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E…
LA STRAMBATA DI ORCEL: OGGI, IN ASSEMBLEA, UNICREDIT, CHE HA IL 6,7% DI GENERALI, APPOGGERÀ LA LISTA CALTAGIRONE – LA MOSSA È UNA MANO TESA AL GOVERNO PER AMMORBIDIRE I PALETTI DAL GOLDEN POWER SULL’OPERAZIONE BPM - PROBABILE ASTENSIONE INVECE PER LA HOLDING DEI BENETTON, “EDIZIONE” (CHE POSSIEDE IL 4,8%), CHE STAREBBE VALUTANDO DI ADERIRE ALL’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA (DI CUI È AZIONISTA CON IL 2,2%) – MEDIOBANCA PUNTA CON LA PROPRIA LISTA A SUPERARE IL 30% DEI VOTI, AVVICINANDOSI AL 35. CALTAGIRONE STRAVINCE SE OTTIENE CINQUE O SEI CONSIGLIERI (L’EDITORE DEL “MESSAGGERO” HA PRESENTATO UNA LISTA “CORTA”, SENZA CANDIDATO AD O PRESIDENTE)
FLASH – DOMANI SI SVOLGERÀ IL VERO CONCLAVE: IL VOTO DELL’ASSEMBLEA DI GENERALI CHE DOVRÀ DECIDERE SE CONFERMARE PHILIPPE DONNET ALLA GUIDA DEL LEONE DI TRIESTE – LA PARTITA NELLA PARTITA RIGUARDA IL NUMERO DI CONSIGLIERI CHE RIUSCIRÀ A PORTARE A CASA FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE: SE NE PRENDE TRE SU SEI, È UNA SCONFITTA. SE NE PRENDE QUATTRO, SE LA CAVICCHIA. SE NE INCASSA CINQUE O SEI, STRAVINCE…
Generali, Unicredit in assemblea con il 6,7%
(ANSA) - Unicredit è presente all'assemblea di Generali con una quota complessiva del 6,7 per cento. Il presidente Sironi leggendo la presenza a libro soci delle partecipazioni superiori al 3% ha precisato che la quota di Unicredit è del 6,5% a cui si aggiunge, per tramite di una controllata, un ulteriore 0,19 per cento. Mediobanca è presente con il 13,04%, Del Vecchio con Delfin al 9,93%, Caltagirone al 6,82% e Benetton con Schema Delta al 4,33 per cento.
Bloomberg, 'Unicredit appoggia la lista Caltagirone'
(ANSA) - I soci di Generali sono chiamati al voto, per approvare il bilancio, la remunerazione e soprattutto il rinnovo del cda con la conferma dell'ad Philippe Donnet. UniCredit, secondo fonti dell'agenzia Bloomberg, avrebbe sciolto la riserva ieri durante un cda: "sosterrà la lista di amministratori presentata da Francesco Gaetano Caltagirone" scrive l'agenzia americana.
Secondo la stampa italiana invece è probabile che Edizione (la holding dei Benetton) socia della compagnia triestina con il 4,8% circa si astenga mentre starebbe valutando di aderire all'opa di Mps su Mediobanca (di cui è azionista con il 2,2% circa. Contando sulla punta delle dita i voti a favore, la distanza tra la lista di maggioranza (presentata da Mediobanca) e quella di minoranza di Caltagirone si stringe e si può già ragionare sulla composizione del cda, con 9 posti dalla prima e tre, magari quattro per la seconda (se Assogestioni non dovesse superare il 5% dei voti a favore).
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
Alle 9 si aprirà il confronto al Convention Center di Trieste ma si può già concludere che sono solo le prime battute di una partita più lunga.
Generali, Orcel vota Caltagirone e Benetton si smarca da Nagel
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Mediobanca prova a blindare l'assemblea di Generali. Ma Unicredit si smarca e vota per la lista di Caltagirone. Rimescolando le carte a poche ore dall'assise che potrebbe riconfermare Philippe Donnet nelle vesti di amministratore delegato e di Andrea Sironi alla presidenza. A sostegno della lista di maggioranza presentata da Piazzetta Cuccia si dovrebbero schierare i grandi fondi internazionali e parte degli istituzionali.
D'altra parta la lista presentata dall'imprenditore romando Francesco Gaetano Caltagirone non si candida a guidare il Leone - non presenta, infatti, né un amministratore delegato né un presidente - ma punta, principalmente, ad affossare l'accordo con i francesi di Natixis per creare una joint venture nel risparmio gestito: una società che avrebbe in pancia 1.900 miliardi di asset, ma che – secondo il governo e il gruppo Caltagirone – sarebbe un danno per il risparmio italiano.
Una posizione che da oggi conta anche sull'8% circa della banca guidata da Andrea Orcel, ma che resta fortemente contestata da Donnet che a più riprese ha dichiarato che «il golden power sarà un momento per spiegare i dettagli dell'operazione all'esecutivo».
La mossa di Unicredit conferma che il passaggio assembleare di oggi non sarà definitivo. Mediobanca, infatti, è sotto scalata da parte del Monte dei Paschi di Siena: se l'operazione lanciata dall'ad Luigi Lovaglio, con il sostegno degli azionisti Mef, Caltagirone e Delfin, andasse in porto; i vertici di Trieste potrebbero cambiare ancora.
Oggi, quindi, sarà la prima occasione per pesare le forze in campo. I soci hanno tempo per registrarsi fino a questa mattina, ma le prime indicazioni danno già una partecipazione record, con oltre 600 persone attese al Convention Center di Trieste, in rappresentanza di circa il 70% del capitale.
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Mediobanca, azionista con il 13,1%, punta con la propria lista a superare il 30% dei voti, avvicinandosi al 35% aggregando buona parte del favore dei fondi che in assemblea dovrebbero pesare per il 25% del capitale. In mancanza di una seconda lista lunga, senza cioè un candidato alternativo al ruolo di ceo e senza un piano industriale, è sui nomi proposti dalla banca guidata da Alberto Nagel che verosimilmente convergeranno i voti degli investitori esteri, seguendo i consigli dei proxy.
La platea è nutrita e va da Blackrock (3,5%) a Vanguard (3%), da Norges Bank (3%) ad Amundi e molti hanno già dichiarato il loro voto a favore della lista di Mediobanca (Norges stessa e inoltre Calpers, Calstr, Florida State Board of Administration, CPP Investments).
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET
In questo scenario, senza una vera battaglia per il controllo della società, la lista Caltagirone dovrebbe sommare al proprio 7% anche il 9,9% di Delfin, l'8% di Unicredit, l'1,9% di Fondazione Crt e l'1% di Cassa Forense. Alla conta dei voti potrebbe raccogliere il 30% circa dei consensi.
Ci sono poi i fondi italiani di Assogestioni, tra cui anche le società di gestione del gruppo Intesa Sanpaolo, non sono schierati e con lo 0,7% del capitale hanno presentato una lista di minoranza guidata dall'economista Roberto Perotti. Per poter indicare un consigliere, però, avranno bisogno di raccogliere almeno il 5% del capitale.
Edizione dei Benetton (4,8%) che tre anni fa aveva appoggiato la lista del gruppo romano, dovrebbe invece astenersi, ma votando a favore delle politiche di remunerazione di Donnet. […]
La mossa a sopresa di Unicredit, deliberato in un cda straordinaria convocato ieri sera a mercati chiusi, probabilmente, si inserisce in una piano di ampio che potrebbe riguardare una futura partnership con Generali o un Golden power più morbido su Banco Bpm. —
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