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Giovanni Pons per âLa Repubblica'
La Consob continua a mordere le caviglie alla Telecom e soprattutto al suo socio di riferimento Telefonica. Il fatto che i consiglieri della società di tlc intorno a metà gennaio si siano messi a studiare eventuali modifiche alla governance per entrare maggiormente in sintonia con il mercato, ha fatto scattare un nuovo campanello d'allarme.
Il patto parasociale di Telco (la scatola che controlla il 22,4% di Telecom) in alcuni suoi passaggi prevede infatti che, in presenza di modifiche statutarie di Telecom, se un consigliere di Telco votasse contro ciò offrirebbe la possibilità al socio che lo ha espresso di recedere dal patto.
In pratica i pericoli sono due. In primo luogo i consiglieri di Telecom potrebbero essere condizionati nel loro voto su eventuali modifiche della governance dal fatto che così facendo potrebbero provocare lo scioglimento di Telco. Ed è per questo motivo che la Consob ha chiesto e ottenuto che ogni consigliere dichiari preventivamente eventuali conflitti di interesse riguardo tale materia.
In secondo luogo, se le modifiche venissero effettivamente approvate dall'assemblea, Telefonica potrebbe far votare contro al proprio consigliere nel cda Telco provocando così lo scioglimento anticipato della holding. Con quel che ne consegue sul contratto stipulato a settembre 2013 con i soci italiani, che potevano sperare di farsi comprare le azioni ancora in loro possesso a 1,1 euro per azione.
In ogni caso il consiglio Telecom riunitosi ieri ha detto che di cambiamenti della governance si parlerà nella riunione del 27 febbraio. E in quella data, presumibilmente, i consiglieri si limiteranno a dare dei consigli all'assemblea e al prossimo cda su eventuali modifiche, votando solo per il mantenimento del numero di 11 consiglieri. In questo modo Telco potrà presentare una lista di 8 candidati quasi tutti indipendenti, escludendo cioè gli esponenti di Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo che hanno già dichiarato la loro volontà di uscire dall'azionariato.
Così a giugno, se non subentreranno fatti nuovi, le tre entità italiane potrebbero sfruttare la prima finestra a disposizione per chiedere la scissione di Telco e l'attribuzione delle azioni Telecom a ciascun socio. Telefonica risulterà così il primo azionista con il 13%, Blackrock il secondo con il 10% e Fossati il terzo con il 5%. E tutti i giochi sarebbero riaperti.
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