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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
1 - SPERIAMO CHE IL SAN RAFFAELE NON QUERELI FONSAI!
Bankomat per Dagospia
I legali di Fonsai, persone importanti e attente, devono aver ispirato il comunicato odierno che ritiene lesivo dell'immagine di Fonsai l'accostamento del gruppo assicurativo alle vicende del Sanraffaele. Gruppo che Fonsai definisce in stato di accelerato fallimento.
Speriamo che adesso il Legali del San Raffaele non debbano querelare Fonsai!
Poi il comunicato ligrestiano, come sapete e' gente attenta alla buona e trasparente gestione, conclude auspicando che d'ora in avanti la situazione del gruppo sia rappresentata con maggiore attenzione.
Hanno davvero ragione: da anni siamo in molti ad augurarcelo.
2 - "MANOVRE SU PREMAFIN" DA CONSOB GLI ATTI AI PM
Paolo Colonnello e Francesco Manacorda per "la Stampa"
La Consob ha chiuso le sue indagini e adesso ha una certezza: tra il 2009 e il 2010 l'andamento in Borsa dei titoli Premafin è stato manipolato. E proprio in base alle risultanze della relazione che l'autorità di Borsa ha spedito in questi giorni alla Procura di Milano si sta concretizzando l'indagine per aggiotaggio - già aperta dal pm Luigi Orsi - nei confronti di Salvatore Ligresti, che di Premafin è grande azionista.
Così, mentre sul mercato si vivono ore convulse - ieri il titolo della holding è precipitato del 13,77% a 0,28 euro, quello della controllata FonSai del 14,03% a 1,02 euro - la magistratura va ancora più a fondo nelle vicende oscure che coinvolgono la gestione del gruppo assicurativo.
Intanto si aspettano le liste per il nuovo cda di FonSai. Ieri sera Premafin ha trasmesso alla compagnia la lista di maggioranza, sostanzialmente invariata rispetto agli attuali membri del cda da lei nominati. Sator, che di FonSai ha il 3% - ed è unita da un accordo di consultazione con Palladio che ha il 5% - ha invece presentato una lista che ha al primo posto il commentatore Salvatore Bragantini e vede tra i suoi membri anche Franco Debenedetti.
Già in febbraio la Consob aveva chiuso una prima tranche di indagini sui veri padroni della Premafin. Nell'azionariato della holding, infatti, assieme alle società dei Ligresti che controllano il 50% del capitale, compaiono da tempo due trust. Si tratta di The Heritage Trust, che detiene il 12,4% di Premafin e dell'Ever Green Security, con il 7,8%. Entrambi regolati dalle leggi delle Bahamas, noto paradiso fiscale inserito nella «black list» dell'Agenzia delle Entrate, i trust hanno avuto per anni dei beneficiari ufficialmente sconosciuti.
Con il primo round di indagini dell'autorità di Borsa si è accertato che fino al 2003 i beneficiari erano di sicuro i Ligresti, dal 2003 ad oggi «presumibilmente» gli stessi Ligresti. Grazie ai due trust, insomma, la famiglia non ha detenuto il 50% ma il 70% di Premafin. Ed è sempre nei trust che si potrebbe nascondere un «tesoro» dei Ligresti che il pm Orsi vorrebbe scandagliare, tentando di capire anche come sono stati alimentati quei veicoli, che siano delle Bahamas o di altri paesi.
Adesso la Consob ha accertato anche che tra il 2010 e il 2011 i trust si sono mossi per manipolare il mercato e sostenere le quotazioni del titolo Premafin. Un sostegno che di fatto è stato nell'interesse dei Ligresti, i quali avevano dato pacchetti di titoli Premafin in garanzia alle banche, a fronte di prestiti ottenuti; un calo delle quotazioni li avrebbe costretti a reintegrare quelle stesse garanzie.
Per i soggetti interessati all'indagine scatta quindi adesso la sanzione amministrativa. Allo stesso tempo gli atti sono stati notificati anche in Procura, dove da luglio Ligresti è iscritto per l'ipotesi di aggiotaggio e di ostacolo alla Consob, anche per la fallita scalata di Premafin da parte di Groupama.
La segnalazione di Consob rafforza l'idea che circola da tempo in Procura: che l'operazione di mercato di UnipolFonsai debba avvenire nella massima trasparenza e non possa concludersi al meglio finché non verranno chiariti tutti gli aspetti oscuri della gestione di Ligresti. Non a caso ieri nell'ufficio di Orsi, si sono precipitati sia i due legali di Ligresti, gli avvocati Marco Deluca e Gian Luigi Tizzoni, sia il legale civilista di Premafin, l'avvocato Lombardi. Per una riunione proseguita poi soltanto alla presenza dei difensori di Ligresti come se, all'improvviso, la società potesse rappresentare interessi divergenti da quelli del suo attuale maggiore azionista.
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