TREGUA ARMATA TRA GALLIANI E BARBARA B. - STASERA A BARCELLONA, FIANCO A FIANCO IN TRIBUNA, MA CON ‘STO MILAN C’E’ POCO DA STARE ALLEGRI

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Arianna Ravelli per il "Corriere della Sera"

Saranno in molti a guardare la tribuna questa sera quando Adriano Galliani si siederà al fianco di Barbara Berlusconi, che, a sorpresa, dopo aver lanciato la sfida all'amministratore delegato per rivoltare come un guanto il Milan, ha deciso di presentarsi al Camp Nou.

Perché le divergenze restano, ma la vicinanza alla squadra non può comunque mancare, a maggior ragione in un momento così delicato. La speranza dei rossoneri è che lo spettacolo del campo sia noioso, senza troppi numeri dei fenomeni blaugrana - che solo qui possono permettersi di mettere in discussione -, e lasci spazio e tempo per scrutare i volti dei duellanti in momentanea tregua armata, che staranno attenti a non tradire segni di irritazione.

Diplomazia inevitabile: soprattutto se i due finiranno fianco a fianco al pranzo ufficiale dell'Uefa, con il presidente del Barça Rosell. Però, forse non è ancora il momento di ritrovarsi seduti attorno allo stesso tavolo.

Presto si parleranno approfonditamente, ma più avanti. Barbara, criticata per il momento della sua esternazione, si fa forte di qualche sondaggio favorevole (tra cui quello su corriere.it ). Galliani prosegue nel suo lavoro, come se non fosse successo nulla. «Io metabolizzo tutto e vado avanti sereno - ha detto prima di partire -.

Delle vicende societarie non parlerò mai per tutta la durata della mia vita. Alle domande tecniche rispondo volentieri». Tra queste c'è il piccolo particolare di affrontare il Barcellona, non proprio il cliente migliore per risollevare una squadra in crisi profonda, contestata dai tifosi, reduce da un ritiro punitivo, agitata dal terremoto societario.

«La contestazione è accettabile e può essere da stimolo - prova a schermare la squadra l'allenatore Massimiliano Allegri, sempre traballante, ma ora meno sotto la luce dei riflettori -. Delle vicende societarie non parlo, io e i ragazzi dobbiamo pensare solo ad allenarci, passare il turno in Champions e risollevarci in campionato. Non è impossibile, certo non basta una partita, ma dobbiamo cominciare a trasformare gli episodi. Fin qui è andato tutto male».

Sarà anche vero, come dice Christian Abbiati, al rientro in porta, che «questa grande sfida arriva al momento giusto», ma Messi e compagni nelle precedenti tre partite al Camp Nou hanno rifilato ai rossoneri nove gol. Quindi è chiaro che la priorità di questo Milan è non fare una brutta figura.

«Forse cambierò qualcosa tatticamente, vediamo», annuncia Allegri che potrebbe partire con uno schieramento un po' più prudente, 4-4-1-1, con Kakà dietro a Balotelli. Entrambi non hanno mai segnato al Barcellona, «e magari questa sarà la volta buona», Mario per la prima volta partirà titolare contro i fenomeni e magari tornerà a mostrare di essere quel giocatore su cui puntano tutti, sia Galliani che Barbara per il Milan che verrà.

«Dovremo disputare una partita attenta tatticamente, ma coraggiosa. Sarà difficile, perché loro nello stretto sono fortissimi e fanno spendere moltissime energie, fisiche e mentali. Però non partiamo come vittime sacrificali».

Ecco, una partita all'altezza, indipendentemente dal risultato è la condizione necessaria per calmare un po' le acque, rimandare i discorsi sul cambio di panchina (ieri sul tema si è esibito anche Emilio Fede, che ha rivelato come il presidente Berlusconi «avrebbe già voluto cacciare Allegri» e che «il suo candidato ideale è Inzaghi», cosa che in realtà non risulta) e concentrarsi su quella che, non è un paradosso, è la partita più importante, quella con il Chievo. «Io non mi agito per nessuna delle due, le partite di calcio non mi agitano mai. Basta che ci siano lo spirito e i presupposti giusti». Ecco, sui presupposti magari è meglio sorvolare...

 

 

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