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NON SBANCA LO STRANIERO – I TEDESCHI NON HANNO NESSUNA INTENZIONE DI CEDERE COMMERZBANK A UNICREDIT: LO HANNO FATTO CAPIRE SIA I SINDACATI CHE IL GOVERNO FEDERALE, CHE HA IL 15% DEL MALANDATO ISTITUTO E HA CERCATO OGNI OLTRE LOGICA (E REGOLA) DI SPINGERE PER LA FUSIONE CON DEUTSCHE – LA MOSSA DI MUSTIER PER DIVERSIFICARE E USCIRE DALL’ITALIA CHE ORMAI GLI STA STRETTA - E CERTO: DOPO TUTTE LE CESSIONI CHE HA FATTO (E QUELLE IN ARRIVO), COME FARÀ A FARE PROFITTI?

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1 – UNICREDIT PARTE ALL’ASSALTO DI COMMERZBANK – DOPO IL FALLIMENTO DELLA FUSIONE CON DEUTSCHE BANK, MUSTIER SUONA LA CARICA SULLA SECONDA BANCA TEDESCA E SCEGLIE LAZARD E JPMORGAN COME ADVISOR PER VALUTARE UN'OFFERTA – MA BISOGNA VEDERE CHE NE PENSA IL GOVERNO TEDESCO, CHE HA IL 15% DELL’ISTITUTO E AVEVA GIÀ SCHIFATO L’IPOTETICA OFFERTA, TEMENDO CHE COMMERZ SI RIEMPIREBBE DI TITOLI DI STATO ITALIANI

 

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/unicredit-parte-all-rsquo-assalto-commerzbank-ndash-dopo-fallimento-203373.htm

 

2 – NON CESSO DI CEDERE - MUSTIER: “UNICREDIT NON LASCIA L’ITALIA. LA VENDITA DI FINECO? VALE 17 ANNI DI CEDOLE, MI PARE UNA BUONA RAGIONE”. E CON QUESTO RAGIONAMENTO, PER GLI ANALISTI IL BANCHIERE FRANCESE NON HA FINITO DI STACCARE PEZZI DELLA BANCA

 

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/non-cesso-cedere-mustier-ldquo-unicredit-non-lascia-rsquo-italia-203069.htm

 

3 – L' ITALIA STA STRETTA A UNICREDIT

unicredit

Francesco Manacorda per “la Repubblica”

 

È più che plausibile che Unicredit stia studiando il dossier Commerzbank. Ed è naturale anche che al momento la banca italiana - ma che a quanto pare vorrebbe essere meno italiana - si affidi a una smentita che in realtà smentisce poco.

 

Se nelle prossime settimane o mesi Unicredit deciderà di entrare davvero in campo e di presentare un' offerta per la zoppicante banca tedesca si vedrà. Intanto, però, dalle sue mosse e dalle reazioni che stanno suscitando, si possono trarre almeno due conclusioni.

 

JEAN PIERRE MUSTIER

La prima è che l' Italia sta evidentemente stretta a Unicredit, anche per ragioni facilmente comprensibili: da quando Jean Pierre Mustier è arrivato al comando del gruppo e raccogliendo 13 miliardi di aumento di capitale, la banca ha scelto di cedere molte attività - dai fondi Pioneer alla maggioranza di Fineco - e adesso si trova alle prese con una situazione non facile.

 

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Come continuerà a fare profitti se rimane concentrata prevalentemente in Italia e si muoverà soprattutto sull' attività bancaria classica, che in un' epoca di tassi bassi non dà certo grandi soddisfazioni? È anche per questo che Unicredit appare quasi obbligata a guardarsi attorno, anche fuori dai nostri confini.

 

commerzbank 4

Appena si prova a guardar fuori dai confini, però, bisogna fare i conti con il secondo fenomeno evidente in questi giorni e decisamente poco incoraggiante. Si dice spesso, tra i banchieri, che le fusioni tra istituti di Paesi diversi sono complesse anche perché non è facile né immediato trovare quelle sinergie che giustificano l' operazione: detto in soldoni se una banca compra un concorrente che ha molte filiali a poche strade di distanza dalle sue fa presto a chiudere le agenzie in eccesso e a risparmiare sulle spese; se quelle filiali sono in altre città o addirittura in un altro Paese il taglio dei costi è più difficoltoso.

jean pierre mustier con elkette versione disegno

 

È di sicuro un dato da tenere presente, ma proprio le reazioni che si registrano anche in queste ore in Germania, e che sembrano accomunare sindacati di Commerzbank e governo, dimostrano che forse l' ostacolo più grande è la diffidenza nei confronti dello straniero; specie se quello straniero ha il passaporto italiano. Non a caso nelle scorse settimane Berlino ha cercato di spingere contro ogni logica la fusione tra i due grandi malati del credito tedesco, Deutsche Bank e Commerzbank, fino a doversi arrendere e rinunciare a un' operazione che non aveva alcuna possibilità di successo sul mercato.

 

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Dunque, se le banche italiane vogliono andare oltreconfine sappiano che ci sono muri difficili da superare, di sicuro più alti di quelli posti a suo tempo dall' Italia all' ingresso di banche straniere. Sarà anche questo un tema da considerare quando si pensa a un' idea diversa di Europa.

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