UN PAESE SBANCATO - MICA CI SONO SOLO ETRURIA E MPS: I VERTICI DI VENETO BANCA SONO SOTTO INCHIESTA PER PRESTITI SOSPETTI AI SOCI E CONTI SBALLATI

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Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

VENETO BANCA VENETO BANCA

Finanziamenti concessi ai soci nonostante sia vietato e crediti elargiti a numerosi clienti pur senza avere le necessarie garanzie. Ma soprattutto indicazioni false trasmesse alla Banca d’Italia per mostrare una solidità patrimoniale molto lontana dalla realtà. Si snoda su tre filoni l’inchiesta della Procura di Roma che coinvolge i vertici di «Veneto Banca», una delle Popolari inserite nel decreto del governo per la trasformazione in società per azioni.

 

E si concentra anche sulla lista di quegli imprenditori che nel corso degli ultimi anni avrebbero potuto contare su una corsia preferenziale per ottenere sostegno economico. Tra loro nomi noti come quelli di Giuseppe Stefanel, Gianfranco Zoppas, Marco De Benedetti e Gianpiero Samorì. Ostacolo alla vigilanza è il reato contestato dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Francesca Loy all’ex presidente del Consiglio di amministrazione Flavio Trinca e all’ex amministratore delegato e attuale direttore generale Vincenzo Consoli che sono stati perquisiti, così come i soci e i clienti che avrebbero avuto consistenti benefici durante la loro gestione. 

VINCENZO CONSOLI VINCENZO CONSOLI


LA RELAZIONE TRUCCATA
Sono stati gli investigatori del Nucleo valutario della Guardia di finanza, che hanno lavorato con la Tributaria di Venezia, ad avviare accertamenti dopo l’ispezione disposta da Bankitalia e terminata nell’agosto del 2013. E hanno rilevato «elementi di grave criticità» nella gestione, subito denunciate alla magistratura anche perché l’immagine fornita al mercato, dunque ai risparmiatori, forniva un quadro ben diverso da quello poi emerso analizzando i bilanci.

 

L’esito delle indagini è ben illustrato nel capo di imputazione che contesta a Trinca e Consoli «di aver indicato nelle segnalazioni periodiche alla Banca d’Italia un patrimonio di vigilanza pari a 2,12 miliardi di euro in luogo di quello effettivo pari a 1,662 miliardi di euro per gli anni 2011 e 2012 che evidenziava una spread negativo di 345 milioni e 975mila euro. Ciò facevano mediante la cessione di pacchetti azionari della banca ad azionisti della capogruppo Veneto Banca che ottenevano in cambio facilitazioni e l’erogazione di linee di credito e finanziamenti in assenza dei requisiti minimi richiesti, con l’effetto di determinare un livello del portafoglio «azioni proprie» più elevato di quello contabilmente riscontrabile, con conseguente diminuzione del capitale dell’istituto per circa 175 milioni di euro».

 

giampiero samorìgiampiero samorì

Non solo. L’accusa è anche di aver «rappresentato all’autorità di vigilanza di possedere un indice di solvibilità superiore all’8 per cento, mentre in realtà il valore era al 6,3 per cento con ciò effettuando una «rappresentazione contabile consolidata di “Veneto Banca” non rispondente all’effettiva capacità patrimoniale del gruppo». E di aver «diffuso un valore dell’azione “Veneto Banca” non rispondente al vero, giudicato dalla banca d’Italia “incoerente con il contesto economico attuale”». 


POLITICI E IMPRENDITORI 
Nella relazione finale gli ispettori di Bankitalia scrivono: «L’attività del Consiglio di amministrazione si è caratterizzata per i forti limiti nella capacità di sorveglianza del management, l’assai modesta dialettica interna e l’inconsistente ruolo di componenti indipendenti. Il consesso è dominato dalle figure dell’amministratore delegato Consoli e del presidente Trinca le cui proposte vengono approvate pressoché sistematicamente all’unanimità».

 

PADOAN VISCO GUZZETTI PATUELLIPADOAN VISCO GUZZETTI PATUELLI

Un quadro confermato dalle verifiche dei finanzieri sui finanziamenti erogati a politici e imprenditori. Nell’elenco dei 17 «beneficiati» sottoposti ieri a perquisizione ci sono tra l’altro la società «Modena Capitale» di Samorì, diventato famoso perché con la sua lista appoggiava Silvio Berlusconi e si candidava a sostituirlo; l’industriale degli elettrodomestici Zoppas e quello dell’abbigliamento Stefanel; l’azienda di calzature «Logan srl»; la «Mdn Consulting» di De Benedetti. 

MARCO DE BENEDETTI  - FOTO TWITTATA DA PAOLA FERRARIMARCO DE BENEDETTI - FOTO TWITTATA DA PAOLA FERRARI


IL TESTE CHIAVE
Sono i decreti eseguiti ieri a rivelare il ruolo prezioso avuto dal vicedirettore generale Mauro Gallea rispetto alle «delibere di affidamento concesse a soggetti azionisti della banca» che nella riunione del Cda del 4 dicembre 2013, quindi quattro mesi dopo la fine dell’ispezione dell’autorità di Vigilanza, «espose mirate controdeduzioni». Per questo i magistrati hanno chiesto «l’acquisizione del carteggio deliberato sul tema e le delibere con la procedura di fissazione del prezzo del titolo «Veneto Banca» incluse le disposizioni interne, le certificazioni dell’esperto indipendente e tutti i documenti anche “di lavoro” inerenti la procedura di pricing ».