1- VODAFONE HA MESSO GLI OCCHI SU FASTWEB. SWISSCOM VUOLE DISFARSENE, E COLAO SI DOTEREBBE DELLA FIBRA OTTICA CHE SERVE PER VEICOLARE CONTENUTI E TV 2- PASSERA PUÒ CHIEDERE A MARPIONNE PERCHÉ A LAS VEGAS HA ANNUNCIATO IL LANCIO DI 66 NUOVI MODELLI CHRYSLER 2 GIORNI PRIMA DI COMUNICARE LA FINE DI “FABBRICA ITALIA” 3- ANNA MARIA ARTONI STA MEDITANDO SE SCENDERE IN POLITICA CON MONTEZUMA. NEL FRATTEMPO, SI è SPOSATA, E ALLE NOZZE SONO ACCORSI VASCO ERRANI, ENRICO LETTA E PRODI 4- DOPO LO SCARPARO, UN ALTRO MANIFESTO DI UN IMPRENDITORE INVADE (A PAGAMENTO) LE PAGINE DEI GIORNALONI. è GABRIELE CENTAZZO, MOLTE IDEE MA CONFUSE 5- ALE-DANNO DISPERATO PER ATAC CI RIPROVA CON DIACETTI (5 MANAGER IN 4 ANNI)

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1- MONTI SE NE è GIà FREGATO, QUANDO ANDRà PASSERA A PARLARE CON MARPIONNE?
Soltanto chi è profondamente stupido e non capisce nulla di politica industriale può stupirsi per la sepoltura con cui Sergio Marpionne ha archiviato ieri il progetto Fabbrica Italia.

In un comunicato la Fiat ricorda che già nell'ottobre 2011 aveva dichiarato la sua intenzione di non utilizzare la dizione "Fabbrica Italia" "perché molti l'avevano interpretata come un impegno assoluto dell'azienda, mentre si trattava di un'iniziativa del tutto autonoma".

Ai piani alti del Lingotto dimenticano o fanno finta di dimenticare gli squilli di tromba con cui nell'aprile 2010 il Progetto è stato sbandierato come la ricetta miracolosa per salvare la Fiat.

Adesso l'imbarazzata nota uscita dall'ufficio stampa di Torino sostiene che quel piano era datato e rimanda alla fine di ottobre le informazioni sui prodotti e gli stabilimenti di un'azienda che ormai ha il suo baricentro nello scintillante grattacielo Chrysler di Detroit.

A chi sostiene che Fabbrica Italia "era solo una dichiarazione di intenti" conviene ricordare che identiche parole furono pronunciate già dal figlio del carabiniere Concezio durante un convegno a Torino di due anni fa al quale erano presenti oltre alla Marcegaglia e Fassino anche Tronchetti Provera e l'ex-ambasciatore americano Spogli.

In quell'occasione il manager dal pullover sgualcito mise una lapide sul tormentone che era stato presentato al tavolo di Palazzo Chigi nel dicembre 2009 davanti ai ministri,a Gianni Letta, ai presidenti delle Regioni e ai sindacati. Fu un autentico show perché Marpionne si divertì a imbambolare i presenti buttando sul tavolo un documento di 39 pagine con 59 slides disegnate di sua mano in cui tracciava le linee generali del fantomatico piano.

La commozione raggiunse l'apice e i trombettieri legati alla Fiat sprecarono parole entusiaste. Ad accorgersi dei limiti della profezia furono in pochi e tra questi quel sito disgraziato di Dagospia che negli ultimi tre anni ha seguito passo passo la ritirata dell'italo-canadese.

L'unico critico serio di Fabbrica Italia è stato a onor del vero Massimo Mucchetti, l'editorialista guru del "Corriere della Sera" che ha capito l'intenzione di Marpionne di giocare la sua partita all'estero contro la madrepatria, e lo ha fatto in una serie di articoli in cui ha scritto parole forti sui muscoli gonfiati e perfino sui compensi e le favolose stock options (tassate nel cantone svizzero di Zug) che secondo un calcolo fatto dallo stesso Mucchetti nel gennaio 2011, portavano a un valore di 255,5 milioni guadagnati in 79 mesi al vertice della Fiat (un importo di stipendio superiore di 1.037 volte a quello di un dipendente Fiat).

Così, mentre Mucchetti faceva le bucce a uno dei principali azionisti del suo giornale, nelle stesse pagine del "Corriere" le gesta e gli strappi di Marpionne venivano esaltati da Sergio Romano e dagli storici come Giuseppe Berta e Valerio Castronovo che a forza di guardare all'indietro non capiscono assolutamente nulla di ciò che avviene sotto i loro occhi.

La fuga per Detroit è diventata una patente di italianità e le mosse antisindacali e anticonfindustriali della Fiat hanno fatto vibrare le corde di Ernesto Auci, l'ex-direttore relazioni esterne che da pochi giorni ha messo i piedi nella politica per salire sul carro della futura coalizione.

I biografi del manager italo-svizzero-canadese hanno scritto che nella sua vita intensa e monacale Marpionne non ha tempo per andare dal dentista. Ieri comunque si è tolto il dente che più doleva, quello di Fabbrica Italia, e lo ha fatto alla luce della crisi europea dell'automobile che è un alibi formidabile per tagliare definitivamente i ponti con un Paese sul quale già due anni fa si chiedeva se valeva la pena di vivere.

In un intervento pronunciato a maggio 2007 davanti all'assemblea delle imprese metalmeccaniche ha citato Nietzsche la'dove il filosofo che si è suicidato a Torino ha scritto: "la clessidra dell'esistenza viene sempre capovolta e tu con essa".

Adesso Marpionne ha capovolto la clessidra di Torino sotto gli occhi della Sacra Famiglia degli Agnelli e degli ultimi ragazzi della dinastia sabauda.

La sua esistenza comunque non si è capovolta, e anche se per strada ha perso l'immagine dell'Eroe dei Due Mondi si sente ben fermo nel sostenere le sue ragioni. Può farlo perché a parte qualche critica isolata (come quella che ancora oggi sul "Corriere della Sera" gli viene rivolta dal solito Mucchetti) nessun politico e nessuna istituzione può tagliargli la strada.

Il primo a lasciargli mano libera è stato Mario Monti, l'ex-commissario europeo alla Concorrenza che in nome di questo principio non lo ha mai chiamato a Palazzo Chigi per capire il destino di quello che un tempo era il pezzo più nobile dell'industria italiana.

E mentre la ministra delle lacrime Fornero continua ad aspettare Marpionne racchiusa nel suo abitino da commessa, Corradino Passera si guarda bene dall'aprire con il figlio del carabiniere Concezio un discorso serio. Come scrive Mucchetti nel suo articolo, il ministro dello Sviluppo avrebbe "un'occasione per farsi valere più importante dei congressi dell'Udc",e potrebbe chiedergli per quale ragione due giorni fa a Las Vegas Marpionne ha annunciato che Chrysler lancerà sul mercato 66 nuovi modelli mentre dal 2004 ad oggi ha buttato nelle strade italiane soltanto un paio di automobiline che non riusciranno mai a sfidare la concorrenza.


2- ANNA MARIA ARTONI MEDITA L'INGRESSO IN POLITICA
C'è una donna, emiliana d'origine e imprenditrice di fama, che sta meditando se vale la pena scendere nel campo della politica.

È Anna Maria Artoni, la bionda ex-presidente dei Giovani di Confindustria e poi capo dell'Assindustria dell'Emilia Romagna, che è rimasta piuttosto sorpresa per l'endorsement della Marcegaglia nei confronti di Pierfurby Casini.

Chi la conosce sa che le corde preferite dalla Artoni sono a sinistra ed è per questa ragione che si è tenuta sempre in stretto contatto con Alessandro Profumo fino al punto di finanziare e sedere nel consiglio d'amministrazione del sito "Linkiesta" che non fa sconti al Governo e al centrodestra.

Tempo fa era stata allettata da Corradino Passera per un posto da consigliere di Parmalat. L'ex-banchiere tentò di costruire una cordata di patrioti e la Artoni, insieme a Patrizia Greco e Rosalba Casiraghi, avrebbe dovuto entrare nel board della società. L'operazione è miseramente fallita e da quel momento pare che i rapporti tra i due si siano raffreddati.

Questo clima ha consentito a Luchino di Montezemolo di mandarle messaggi perché si schieri nelle fila di ItaliaFutura, il movimento dove una donna "carina" come la Artoni potrebbe affiancare Irene Tinagli, la professoressa altrettanto" carina" che nel salotto del reverendo Giovanni Floris ha trovato notorieta'.

Prima di decidere la Artoni comunque ha fatto un'altra scelta :una settimana fa si è sposata a Guastalla, la città dove ha sede la sua azienda, con Paolo Saccani, un manager che lavora nell'impresa della consorte, conosciuto dai tempi della gioventù quando frequentavano l'oratorio della Madonna della Porta.

Si è sposata con rito civile e le foto pubblicate sul "Resto del Carlino" ,che la ritraggono insieme al padre Luigi fondatore della società di trasporti, indicano un certo pronunciamento alla pancia che fa pensare. Alla cerimonia erano presenti tra gli altri il presidente della Regione, Vasco Errani, e all'ex-ministro Enrico Letta, mentre alla cena di gala al ristorante mantovano "Leone di Pomponesco" è arrivato anche Romano Prodi.


3- DOPO LO SCARPARO, CENTAZZO COMPRA SPAZI SUI GIORNALI PER IL SUO MANIFESTO
A dare il via con un manifesto politico a pagamento sui giornali è stato Dieguito Della Valle e tutti ricordano la sparata sui politici indecenti di cui bisogna vergognarsi.

In un mercato dove la pubblicità si svende anche sulle testate più prestigiose, l'esempio di Dieguito ha avuto numerosi emuli tra gli imprenditori incazzati contro la casta e il malgoverno.

Oggi è la volta di Gabriele Centazzo, un designer presidente di Valcucine spa che approfittando degli sconti pubblicitari ha comprato ben tre pagine per un suo proclama in favore di un nuovo Rinascimento italiano. Di quest'uomo e della sua azienda si sa soltanto che ha fama di guru e di visionario. Nel marzo 1980 ha fondato la società che produce cucine con nomi originali (Quadrifoglio, Semantica, Fabula) e nel 2006 la Confindustria del Friuli lo ha premiato per la sua creatività.

Creatività, bellezza, ricerca e internazionalizzazione sono i capisaldi del programma politico che appare oggi a sue spese sui principali giornali.

Potete anche risparmiarvi la lettura, perche' non e' un messaggio in bottiglia ,ma un esempio di grande confusione.


4- VODAFONE HA MESSO GLI OCCHI SU FASTWEB
Avviso ai Naviganti N.1 " Si avvisano i signori naviganti che il mondo delle telecomunicazioni e' in fermento.
Nelle ultime ore si e' fatta sempre piu' insistente la voce che Vodafone avrebbe intenzione di acquistare Fastweb, l'operatore della telefonia mobile che nel 2010 e' passata nelle mani degli svizzeri di Swisscom. Negli ultimi due anni Swisscom ha proceduto a svalutare l'azienda e a tagliare il personale,una cura drastica che non e' stata sufficiente a colmare le perdite della controllata italiana.

Se l'operazione andra' in porto il colosso inglese guidato da Colao Meravigliao potra' finalmente dotarsi di una rete fissa in fibra ottica con la quale sara' possibile utilizzare la tecnologia IPTV (introdotta nel 2005 in Italia) che consente di fornire servizi di qualita' migliore e di veicolare i programmi televisivi.

La notizia sulle trattative circola nello stesso momento in cui Telecom e Fastweb annunciano di aver siglato un accordo per la rete di nuova generazione. Questo vuol dire in pratica che se Vodafone si mangera' Fastweb, il passo successivo potrebbe portare a un fidanzamento tra Franchino Bernabe' e Colao, fino a ieri impensabile. Ma come dice George Clooney nella pubblicita' di Fastweb "Immagina,puoi".


5- ALE-DANNO DISPERATO NOMINA DIACETTI AL CAPO DI ATAC
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Gianni Alemanno e' quasi disperato.A rendere infelice il sindaco dalle scarpe ortopediche e' sopratutto la vicenda dell'ATAC,l'azienda dei trasporti capitolini che in 4 anni ha cambiato ben 5 amministratori.

Dopo il rifiuto del furbo Albino Ruberti (il figlio del defunto ministro, allevato alla scuola di Gianfranco Imperatori) la carica sara' ricoperta da Roberto Diacetti, un giovane professore che a prima vista non sembra in grado di risolvere i gravi inconvenienti della metropolitanaB dove gli incidenti hanno buttato nel cestino l'immagine del sindaco"

 

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