“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Luigi Grassia per “la Stampa”
Facebook sta studiando il lancio di una criptovaluta, con cui gli utenti del servizio WhatsApp potranno fare pagamenti in tempo reale. La moneta virtuale del gruppo di Mark Zuckerberg avrebbe una peculiarità, perché non sarebbe in balìa degli alti e bassi del mercato - e si è visto che sbalzi da brivido questo possa provocare - ma ancorata a beni materiali come l' oro, oppure al dollaro americano, cioè a qualcosa che fluttua ma non troppo.
Secondo il New York Times e Bloomberg la criptovaluta potrebbe chiamarsi FaceCoin e il progetto è già in fase avanzata, tanto da poterlo forse lanciare già quest' anno o al massimo all' inizio del 2020, anche per contrastare la concorrenza di Telegram e Signal, altre app di messaggistica che lavorano a soluzioni analoghe.
A dir la verità ci sono dei precedenti in casa Facebook, il primo dei quali (però) è stato un fallimento: nel 2011 fu tentato il lancio di Facebook Credits, iniziativa chiusa dopo due anni, poi è arrivato Facebook Gifts e infine i pagamenti via Messenger sperimentati negli Usa nel 2015 e poi estesi in Europa.
La criptovaluta FaceCoin sarebbe basata sulla blockchain, che garantisce tracciabilità e sicurezza.
Per studiare la criptodivisa, Facebook ha affidato a David Marcus, ex presidente di PayPal assunto nel 2014 per gestire Messenger, la guida di una divisione con una cinquantina di persone.
In un' altra società del settore delle comunicazioni digitali, ma estranea all' universo Facebook, è partito invece un esperimento per cui gli utenti pagano un centesimo per ogni carattere scritto nel messaggio. L' app si chiama Expensive Chat ed è stata realizzata dal programmatore Marc Koehlbrugge.
Un altro gigante digitale, la Apple, valuta il lancio di un telefono pieghevole e per farlo potrebbe rivolgersi al suo principale avversario: Samsung. Secondo il sito coreano EtNews la società di Cupertino avrebbe richiesto alla Samsung di valutare una serie di campioni di display da 7,2 pollici, quasi uguali a quelli da 7,3 pollici usati da Samsung per il Galaxy Fold appena lanciato. L' azienda coreana è leader nel campo degli schermi Oled, componente indispensabile per il display pieghevole.
L' idea di dispositivi con queste caratteristiche era stata accolta all' inizio con scetticismo, ma adesso anche Google e la cinese Oppo, sempre secondo il sito coreano, avrebbero chiesto a Samsung dei campioni di display pieghevoli, per valutare se è il caso di adeguarsi alla tendenza del mercato.
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