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Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
(ANSA) - La politica non deve cadere nella "prassi" della "sistematica delegittimazione", della "contrapposizione sterile": questi sono i frutti di "un'ottica distorta e parziale", nella quale "chi ci perde è la gente". E ciò contro il "diritto" di quest'ultima di "avere certezze", di "essere nei pensieri e nelle corde affettive di coloro che hanno l'alto compito di essere responsabili della cosa pubblica".
Richiamano in qualche modo anche le parole dette oggi dal presidente Giorgio Napolitano, le raccomandazioni rivolte questa sera dal card. Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, ai deputati e senatori nella messa pre-natalizia celebrata in Santa Maria sopra Minerva.
Un appuntamento tradizionale con i politici italiani, al quale stavolta il presidente della Cei ha voluto presenziare di persona, annunciando anche, al termine della messa, la sua intenzione di avviare una consuetudine che si ripeterà stabilmente in occasione delle feste di Natale e di Pasqua. Ad ascoltare le parole di Bagnasco, in prima fila gli esponenti del governo Andrea Riccardi e Piero Gnudi. Banchi pieni fino in fondo alla navata.
Tra gli altri, in un uditorio trasversale, gli ex ministri Maurizio Sacconi, Raffaele Fitto, il segretario del Pdl Angelino Alfano, Gianni Letta, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, la presidente del Pd Rosy Bindi, poi Maurizio Lupi, Maurizio Gasparri, Pier Luigi Castagnetti, Alfredo Mantovano, Francesco Rutelli, Carlo Giovanardi, Dario Franceschini, Eugenia Roccella.
Nell'omelia, il card. Bagnasco ha dapprima ribadito che la Chiesa "da sempre apprezza il servizio della politica", giudicata dai Papi "una forma alta di carità ". Un campo, ha ricordato, in cui "discernere il bene comune" è "necessario e doveroso".
Insieme al suo appello ad evitare "sistematiche delegittimazioni" e "sterili contrapposizioni", il capo dell'episcopato ha posto l'accento sul fatto che il compito delle "parti" di cui è composta la democrazia, e che "offrono visioni e contributi, sensibilità e istanze" per "discernere meglio la realtà ", è proprio quello di "individuare e realizzare il bene comune, evitando di cedere alla tentazione di essere - ogni parte - fine a se stessa".
Nel formulare i suoi auguri natalizi, poi, Bagnasco non ha mancato di sottolineare che la crisi globale determina "preoccupazioni e difficoltà ", "ma il patrimonio spirituale e culturale, la dedizione e lo spirito di generosità e di sacrificio del nostro popolo sono sempre vivi".
"Questo patrimonio ha fatto la vera storia dell'Italia - ha aggiunto -, ed è tuttora sorgente di dignità anche eroica". E se "la radice sempre viva è la fede", per il presidente della Cei "questa profonda e incomparabile ricchezza non va smarrita". Agli stessi politici ha quindi augurato "un Natale di grazia e di luce per i vostri compiti". Concludendo che, proprio nel Natale, "il Signore" si è manifestato come "Colui che ci salva dall'insignificanza dei giorni, dal vuoto della vanità , dalla povertà del potere umano".
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