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Alessio Ribaudo per il ''Corriere della Sera''
«L’economia spagnola è quella che nell’Unione Europea ha il tasso più elevato di crescita e da tre anni cresciamo più del 3 per cento creando occupazione grazie soprattutto alla riforma del mercato del lavoro». A fornire i punti cardinali del «modello spagnolo» è Luis Linde, governatore della Banca centrale spagnola dal 2012, che ieri a Firenze ha inaugurato, davanti a 800 alunni italiani delle scuole secondarie superiori, la terza edizione del progetto di alfabetizzazione economico-finanziaria «Young Factor», promossa dall’Osservatorio permanente giovani-editori (Opge).
«L’ignoranza costa sempre, poi quella in campo economico-finanziario costa molto cara — ha detto Andrea Ceccherini, presidente dell’Opge — e per questo con il nostro progetto puntiamo a dare ai giovani degli strumenti in più per essere sempre più padroni di se stessi, contribuendo a renderli così sempre meno sudditi e sempre più cittadini nella democrazia e nel mercato».
A condividere il palco con Linde e Ceccherini c’erano Jean-Claude Trichet, già governatore della Banca centrale europea (Bce); Ferruccio de Bortoli, editorialista del Corriere della Sera e Roberto Napoletano, direttore del Sole 24Ore, che hanno moderato il dibattito in cui gli studenti hanno posto domande su temi caldi come la crisi economica nella Ue.
«Stiamo meglio rispetto a 5 anni fa — ha risposto Linde — ma l’andamento è molto lento perché abbiamo affrontato problemi nuovi come la globalizzazione o l’immigrazione mentre un tempo l’unico era il controllo dell’inflazione che, tra l’altro, da due anni è invece troppo bassa». Linde non si è sottratto a giudizi sulla politica monetaria della Bce («è stata utile per la crescita del Pil e il quantitative easing sarà interrotto quando l’inflazione sarà intorno al 2%») e sulla Brexit («una brutta notizia per l’Ue ma non sappiamo quale sarà il quadro e i rapporti con il Regno Unito dopo i negoziati»).
Non condivide un ritorno al passato neanche Trichet. «Riavere le monete nazionali sarebbe un dramma gigantesco — ha detto — ma azzardo che tra 10 anni l’euro e l’Eurozona ci saranno ancora sennò si rischierebbe di creare tanti nanetti mentre Usa, Cina, India e Brasile hanno una moneta unica. Per questo oggi ci sono molti più motivi per essere uniti nella Ue rispetto al dopoguerra e gli Stati devono rispettare la governance della moneta unica e il patto di stabilità».
L’economista ha richiamato, infine, i giovani ad avere un ruolo attivo e ha spiegato come il reddito di cittadinanza sia «un’idea generosa ma potrebbe portare chi ne usufruisce a non contribuire in modo utile alla società».
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