RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Irene Soave per www.corriere.it
Un vaccino entro Natale negli Stati Uniti, e altrettanta fiducia dall’altro lato dell’Atlantico, in Germania e Regno Unito: è il desiderio di Natale di molti, e potrebbe realizzarsi. A tappe.
Negli Stati Uniti, Anthony Fauci ha promesso domenica che «quasi sicuramente vaccineremo una prima fascia prioritaria di persone già entro fine dicembre». Il ministro tedesco della Salute Jens Spahn attende, ha detto a una radio bavarese, che ci sia un vaccino approvato entro metà mese; addirittura in Regno Unito l’approvazione potrebbe arrivare a ore, per iniettare le prime dosi il 7 dicembre (ed è anche per questo che stamattina alla borsa di Londra l’indice Ftse100 si è finalmente rialzato, con il picco massimo da 30 anni a questa parte). Possibile?
Negli Stati Uniti - l’autorizzazione d’emergenza
La casa farmaceutica Pfizer ha chiesto giorni fa la procedura d’emergenza alla statunitense Food and Drug Administration. Se sarà concessa - e la riunione cruciale della Fda in cui questo sarà deciso è in agenda per il 10 dicembre - si stima che già 50 milioni di dosi potrebbero essere pronte entro fine anno. Una settimana dopo potrebbe arrivare l’autorizzazione analoga per il vaccino Moderna. Pfizer ha annunciato che avrebbe chiesto simili autorizzazioni anche alle agenzie del farmaco del resto del mondo.
In Europa - le valutazioni dell’Ema
Come l’Ema: l’autorità europea del farmaco ha avviato già a ottobre per il vaccino Pfizer BioNTech una procedura chiamata «rolling review», un processo di revisione continua anziché a fasi.
Secondo questo protocollo, l’azienda farmaceutica può sottoporre i dati all’Ema non a fasi ma man mano che li ha, per essere più veloci. Al 13 novembre l’Ema comunicava che «da Pfizer ancora nessun dato», e che quindi i dati sulla sua efficacia (90%) erano da intendersi come un «annuncio stampa dell’azienda».
Poche ore dopo trapelavano dall’agenzia informazioni contrarie, e cioè che «in queste ore Pfizer e BioNTech hanno consegnato i primi dati clinici sul vaccino». Lo stesso processo di «rolling review» è stato iniziato dall’Ema il 17 novembre per il vaccino studiato da Moderna (che promette efficacia del 94,5%).
E al Financial Times fonti dell’Ema assicurano, pur anonimamente, che la valutazione della sicurezza dei vaccini arriverà al più tardi all’inizio del 2021. L’equilibrio nella corsa al vaccino è sempre quello tra rapidità e sicurezza; e una diffidenza del pubblico a una formula approvata molto in fretta ne pregiudicherebbe la diffusione.
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