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JOHN IN THE USA! - LA CORSA ALL’ORO DI EXOR: AL 31 DICEMBRE 2020, LA HOLDING DELLA FAMIGLIA AGNELLI-ELKANN DETENEVA IN PORTAFOGLIO INVESTIMENTI PER CIRCA 830 MILIONI A WALL STREET - IL VALORE DEL PORTAFOGLIO È CRESCIUTO DI 120 MILIONI IN UN ANNO GRAZIE AD ALCUNE SCOMMESSE INDOVINATE, COME LA SOTTOSCRIZIONE DELL’IPO DELL’AZIENDA MINERARIA "GATOS SILVER" - LA QUOTA PIÙ RILEVANTE PER VALORE È QUELLA NEL FORNITORE DI SERVIZI PETROLIFERI SCHLUMBERGER, 170 MILIONI DI DOLLARI PER...
Francesco Bertolino per “MF”
Exor va a caccia di metalli preziosi a Wall Street. Secondo alcuni documenti consultati da MF-Milano Finanza risulta che al 31 dicembre 2020 la holding della famiglia Agnelli-Elkann deteneva in portafoglio investimenti per circa 830 milioni di dollari su azioni e certificati Adr.
gli investimenti di exor a wall street
Le partecipazioni sono detenute tramite una società londinese che a sua volta gestisce due fondi basati in Lussemburgo. Nel complesso, il valore del portafoglio americano di Exor è aumentato di circa 120 milioni di dollari rispetto a fine 2019 per effetto sia della buona performance di alcune società sia di nuove scommesse.
Fra queste figura la sottoscrizione dell'ipo di Gatos Silver, azienda mineraria con sede in Colorado ma attiva nell'estrazione dell'argento in Messico. Exor controlla il 3,2% in Gatos Silver, quota che dopo il +89% messo a segno dalla quotazione di fine ottobre vale circa 25 milioni di dollari.
Fra ottobre e dicembre dell'anno scorso, poi, la società guida da John Elkann ha acquistato anche quote per un valore di circa 16 milioni di dollari di un Etf del gestore Van Eck dedicato a imprese a bassa capitalizzazione attive nell'estrazione d'oro e/o argento. Per il resto, anche alla luce delle brillanti performance di borsa, Exor ha confermato i nomi in portafoglio, seppur con importanti variazioni quanto alle percentuali di possesso.
La quota più rilevante per valore è quella nel fornitore di servizi petroliferi Schlumberger, 170 milioni di dollari per lo 0,6% del capitale. La società texana ha di recente ceduto le attività di fracking negli Stati Uniti all'americana Liberty Oilfield Services di cui pure Exor è diventata nel corso del 2020 socia al 2,6% (43 milioni di dollari).
Per quota del capitale detenuto, l'investimento più significativo è quello in Veon Ltd (3,8% per un valore di 100 milioni di dollari), multinazionale delle telecomunicazioni fondata a Mosca, ma con sede ad Amsterdam.
Rispetto a fine 2019, invece, Exor ha sensibilmente ridotto l'esposizione sulla società mineraria canadese New Gold (1% per 13 milioni) e quella nella sudafricana Sibanye Stillwater (1,5% per 153 milioni), fra i primi estrattori d'oro, palladio e platino al mondo.
Si è moltiplicata invece per otto volte in 12 mesi la partecipazione della cassaforte in Range Resources (3,1% per 54 milioni), realtà texana specializzata nell'estrazione di shale gas e shale oil, attiva specialmente in Pennsylvania. Il fondo ha ritoccato lievemente al rialzo anche la quota nella canadese Cameco (2,6% per 137 milioni), maggiore azienda di uranio al mondo operativa in Nordamerica e in Kazakhistan.
Come si può notare dalla tabella in pagina, quasi tutti gli investimenti a Wall Street di Exor hanno registrato ottime performance di borsa negli ultimi 12 mesi, trainati dalla domanda di oro come bene rifugio, nonché di palladio e platino in quanto materie prime necessarie per l'auto elettrica. Attraverso i fondi lussemburghesi, peraltro, in passato Exor ha puntato anche su alcune società europee fra cui il colosso delle energie rinnovabili tedesco Rwe e il supermercato online britannico Ocado.
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