DAGOREPORT – DI FRONTE ALLO PSICODRAMMA LEGHISTA SUL VENETO, CON SALVINI CHE PER SALVARE LA…
1. L’EFFETTO PNRR, SULLA RETE APERTI 1.200 CANTIERI
Estratto dell’articolo di An. Duc. per il “Corriere della Sera”
Un piano di interventi da 25 miliardi di euro, destinati a Fs attraverso il Pnrr. Un fiume di risorse che ha generato nell’ultimo anno un aumento del 20% dei cantieri sulla rete ferroviaria: nel 2023 erano 1.000 quelli aperti e nel 2024 sono diventati 1.200. Ma a crescere nel corso degli ultimi anni è stato soprattutto il volume economico delle opere in via di realizzazione, con cantieri sempre più complessi e di maggiore dimensione.
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matteo salvini giancarlo giorgetti. voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse
Nell’elenco delle principali opere strategiche figurano il progetto del Terzo Valico dei Giovi in Liguria, la nuova linea Brescia-Verona-Padova, il potenziamento della linea Fortezza-Verona, il passante alta velocità di Firenze, il raddoppio della tratta Termoli-Lesina, il primo lotto per l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria e il parziale raddoppio del collegamento Palermo-Catania-Messina.
Il problema è che i cantieri, come indicato da una nota di Fs, generano «inevitabili effetti sulle performance del servizio di trasporto con riflessi sulla puntualità». I ritardi del traffico dell’alta velocità sono dovuti «per circa il 34% all’affidabilità dell’infrastruttura e per circa il 25% all’affidabilità del materiale rotabile. La restante quota del 41% dei ritardi ha come origine cause esterne al sistema ferroviario (meteo, terremoti, estranei in linea, investimenti di persone)».
In particolare, viene spiegato che negli ultimi due anni è in aumento la presenza di persone estranee sui binari e con essa il numero degli incidenti. Ma a condizionare la regolarità della circolazione c’è un secondo fattore chiave: l’incremento del numero di treni.
Nel caso dell’alta velocità i volumi di traffico sono passati da 308 convogli giornalieri nel 2017 agli attuali 377, con punte nel fine settimana di 400 (che significa circa il 30% di treni in più rispetto a sette anni fa).
Uno scenario complicato che potrebbe essere risolto diminuendo il numero dei treni. Ad ammetterlo è stato ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, rispondendo al question time alla Camera al posto del vicepremier Matteo Salvini. «Sono in corso approfondimenti per la rimodulazione e razionalizzazione dell’offerta da parte di Rfi, d’intesa con le imprese ferroviarie, gli stakeholder di settore e l’Autorità di regolazione dei trasporti», ha spiegato Ciriani […].
2. IL PNRR PERDE PEZZI, A RISCHIO I NUOVI ASILI NIDO
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
L’Italia rischia di dire addio a 26 mila nuovi posti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. Colpa dei ritardi nell’attuazione del Pnrr, che tra i suoi obiettivi più importanti ha proprio il potenziamento dell’offerta di servizi educativi per la fascia 0-6 anni. E ora il governo pensa di rivedere il target con la revisione del Piano che sarà inviata a Bruxelles a febbraio. […]
È uno studio dell’Ufficio parlamentare di bilancio a certificare le difficoltà del cronoprogramma a un anno e mezzo dalla scadenza: la spesa procede a rilento.
«Dei 3,4 miliardi delle risorse, a tutto il 2024 avrebbero dovuto essere spesi 1,7 miliardi», ma al 9 dicembre dell’anno scorso «ne risultano effettivamente utilizzati circa la metà (816,7 milioni)», si legge in un passaggio del documento che fa il tagliando ai 3.199 progetti censiti sulla piattaforma ReGiS, il “cervellone” della Ragioneria che monitora il livello di avanzamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
[…] La lentezza nell’impiego delle risorse si ripercuote sui cantieri. Quasi tutti gli interventi avviati nel 2020-2021 sono «in una fase esecutiva», ma solo circa il 3% dei progetti è concluso. Al Centro e nel Nord c’è una leggera prevalenza dei progetti in esecuzione (rispettivamente al 72,7% e 70,9%) rispetto al Mezzogiorno (69%). E poi ci sono i posti a rischio. L’obiettivo indicato nel Piano (150.480 nuovi posti complessivi) non verrebbe raggiunto pienamente «in nessuno dei quattro scenari ipotizzati».
In quello più favorevole, lo scostamento sarebbe marginale: circa 500 posti in meno rispetto al target. Il gap si allarga però se si guarda al quadro più avverso: «Si stima la realizzazione di circa 124.302 posti», scrivono i tecnici dell’Upb. A mancare, quindi, sarebbero circa 26.200 posti.
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Non solo. La piena realizzazione degli interventi previsti dal Piano ridurrebbe il divario Nord-Sud, ma «aumenterebbe le disuguaglianze nell’offerta di questi servizi pubblici all’interno delle Regioni stesse», recita un altro passaggio dello studio.
Anche dopo la “cura” del Pnrr, quasi tutti i Comuni con meno di 500 abitanti rischiano di non avere un nuovo nido. E l’81,4% dei territori che oggi non ha una struttura per i bambini fino ai 3 anni continuerebbe a non averne.
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