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"IL MIO COMPAGNO MI METTEVA UN COLLARE DA CANE, OBBLIGANDOMI A STARE A QUATTRO ZAMPE DAVANTI AI PARENTI" - LE ACCUSE, POI RITRATTATE, DI UNA DONNA DI TORINO NEI CONFRONTI DEL SUO FIDANZATO (CON CUI HA AVUTO DUE FIGLI), ACCUSATO ANCHE DI AVERLE PROVOCATO DUE ABORTI, PICCHIANDOLA - IL 42ENNE HA AVUTO UNA STORIA ANCHE CON LA MAMMA DELLA SUA COMPAGNA E, NON PAGO, HA FATTO UN ALTRO FIGLIO CON LA PROPRIETARIA DELL'APPARTAMENTO IN CUI VIVEVA - ALLA FINE, DOPO CHE TUTTI GLI INTERESSATI HANNO SMENTITO LE RICOSTRUZIONI, IL PM HA CHIESTO L'ARCHIVIAZIONE...
Federico Gottardo per www.torinocronaca.it
Si sono lasciati e ripresi, concependo due bambini. In mezzo lui ha avuto una storia con la madre di lei e ha fatto un altro figlio con la donna che li ha ospitati entrambi in casa sua, mentre quell’uomo era agli arresti domiciliari dopo la denuncia della prima ragazza:
«Mi ha picchiata, mi ha procurato due aborti e mi metteva un collare da cane, obbligandomi a stare a quattro zampe davanti ai parenti». Ma poi ha detto di essersi inventata tutto. E infatti l’uomo è stato assolto da tutte le accuse e lei è tornata a vivere con lui e la sua famiglia nel quartiere Falchera.
È una storia di intrecci familiari dai risvolti decisamente contorti e anomali quella ricostruita nel processo per maltrattamenti in famiglia e interruzione di gravidanza. Per cui un 42enne torinese era anche finito in carcere: «Mi insultava e mi prendeva a calci e pugni - ha raccontato la ragazza - Voleva che abortissi, com’è successo almeno due volte negli ultimi due anni. Mi sono rifiutata, mi ha messo un collare di cane e mi ha costretta a fare il corridoio a quattro zampe».
Alla fine praticamente tutte le persone coinvolte hanno smentito questa ricostruzione in tribunale: dai familiari dell’accusato, che oggi vivono insieme a lui e alla ragazza che ha sporto denuncia, all’altra donna del “triangolo” amoroso. E anche la presunta vittima, che in aula ha detto che erano tutte sue fantasie.
Nonostante ci siano referti medici che confermano l’aggressività dell’uomo, che in ospedale le ha detto “ti faccio vedere come va a finire” (e l’ha presa per un braccio e ha tentato di strapparle la cannula). Solo la madre della persona offesa, con cui ha interrotto i rapporti, ha puntato il dito contro il 42enne:
«Mia figlia è plagiata da quell’uomo, io no - attacca la donna, che ha ammesso di aver avuto una storia con lui - Infatti lei ha ritirato la denuncia, io l’ho confermata dopo che mi ha rotto un piede con uno specchio».
In aula ha parlato anche l’imputato, difesa dall’avvocato Cristina Lavezzaro: «Si è inventata quelle accuse per gelosia. Mi crea problemi ma io continuo a starci insieme perché, se non ce l’ho accanto, mi manca». Aggiunge la legale: «Questo rapporto tossico, malato e burrascoso ci suscita perplessità. Ma è oggettivamente incredibile che nessuno abbia visto gli episodi contestati. A meno di pensare che siano tutti compiacenti e rischino la falsa testimonianza: non ci sono evidenze di un clima maltrattante». Alla fine l’avvocato ha chiesto che il suo assistito venisse assolto, così come il pubblico ministero Monica Supertino. E anche i giudici hanno deciso di chiudere questo intreccio assurdo con l’assoluzione del 42enne.
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