ai-da, robot artista

IN EGITTO HANNO PAURA PURE DEI ROBOT - ARRESTATA AL SUO ARRIVO IN AEROPORTO AI-DA, LA CREATURA ARTIFICIALE FAMOSA PER I QUADRI CHE DIPINGE - DOVEVA PARTECIPARE A UNA MOSTRA D'ARTE CONTEMPORANEA ALLE PIRAMIDI, MA LE AUTORITA' DI AL SISI TEMEVANO CHE FOSSE UN RISCHIO PER LA SICUREZZA A CAUSA DELLE TELECAMERE CELATE NEGLI OCCHI - DOPO 10 GIORNI, E' STATA RILASCIATA - "E' IL PIU' SOFISTICATO ROBOT ULTRA-REALISTICO AL MONDO"...

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Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera"

 

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Che in Egitto la repressione messa in atto dalla dittatura di Al Sisi non si fermi davanti a nulla lo sapevamo già: ma questa volta gli sgherri del regime sono stati capaci addirittura di arrestare un robot. Anzi, «una» robot-artista, cioè Ai-Da, la creatura artificiale venuta al mondo due anni fa in Gran Bretagna e ormai famosa nel mondo per i quadri che dipinge.

 

Ai-Da doveva partecipare a Forever Is Now, una mostra di arte contemporanea internazionale alle Piramidi: ma è stata fermata all'aeroporto e sequestrata ai suoi accompagnatori. Apparentemente, rappresentava un rischio per la sicurezza a causa delle telecamere celate nei suoi occhi: in altre parole, l'hanno accusata di essere una spia.

 

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La robot è stata tenuta «in cella» per ben dieci giorni: e solo all'ultimo momento, grazie all'intervento dell'ambasciata britannica, è stata rilasciata e ieri ha potuto prendere parte alla mostra. «Lei è una robot-artista - ha detto il suo «creatore», Aidan Meller - dobbiamo essere chiari, non è una spia. La gente ha paura dei robot, lo capisco: ma tutta la situazione è ironica, perché lo scopo di Ai-Da è proprio sottolineare e mettere in guardia dagli abusi della tecnologia. Ma è stata detenuta perché è tecnologica».

 

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Durante i giorni del sequestro, Meller era preoccupato che la robot potesse essere danneggiata fisicamente: «È il più sofisticato robot ultra-realistico al mondo». Dopo il rilascio, ieri, Ai-Da si è fatta fotografare davanti alle Piramidi: è la prima volta che una mostra d'arte, organizzata sotto il patrocinio dell'Unesco, si svolge nel celeberrimo complesso archeologico e la robot è una dei dieci artisti scelti per partecipare. L'opera che ha presentato è una scultura che reinterpreta l'enigma della Sfinge: un enorme autoritratto in creta con tre gambe.

 

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In questi due anni di «vita», Ai-Da si è esibita in diversi musei britannici, dalla Tate Modern al Design Museum al Victoria&Albert: e in occasione del suo esordio londinese il Corriere aveva avuto modo di incontrarla e «intervistarla». Un'esperienza, questa, abbastanza inquietante: Ai-Da ti guarda sbattendo le palpebre e risponde a tono alle domande, spesso inanellando riflessioni filosofiche. Si guarda intorno, cattura la realtà attraverso gli occhi artificiali e col suo braccio meccanico dipinge ciò che vede.

 

Una delle sue opere è stata utilizzata anche sulla copertina della Lettura, il supplemento culturale del Corriere. «Una nuova voce per il mondo artistico», aveva scritto il New York Times; «sotto ogni aspetto valida come molti degli artisti astratti di oggi», aveva fatto eco il Daily Telegraph; «stempera il confine tra macchina e artista», concludeva Time. Perché Ai-Da non è una specie di grossa stampante - sottolineava il suo creatore - che si limiterebbe a riprodurre ciò che registra: i lavori che crea sono quasi astratti, sono frutto di una rielaborazione che è ogni volta diversa e imprevedibile.

 

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Ai-Da è stata inventata da un gruppo di ingegneri di Oxford e sfrutta un complesso meccanismo di intelligenza artificiale sviluppato presso la celebre università inglese. Il suo nome è un gioco di parole fra AI (Artificial Intelligence) e Ada Lovelace, la matematica inglese dell'Ottocento, figlia di Lord Byron, famosa per aver ideato il primo algoritmo che è alla base dei computer moderni.

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Il risultato è un robot umanoide in grado di apprendere e rielaborare la realtà. Nel suo curriculum ci sono collaborazioni con artisti in carne e ossa, un Ted Talk e pure un'intervista rilasciata al direttore artistico della Royal Academy di Londra.

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