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ASSASSINI IN PUNTA DI PENNA - MANUEL FOFFO RISPONDE ALLA LETTERA RICEVUTA DA PIETRO MASO: “SE PENSA DI FARSI PUBBLICITÀ APPROFITTANDO DELLA TRAGICA MORTE DI LUCA VARANI ED IN PARTICOLARE DEL SUO LIBRO, CHE NON INTENDO LEGGERE, HA SBAGLIATO INDIRIZZO E DESTINATARIO. SI VERGOGNI”

MANUEL FOFFOMANUEL FOFFO

Da “il Giornale”

 

Uno scambio epistolare ai limiti della follia. Come quella che, seppure per strade e tempi diversi, li ha portati in carcere. Dopo aver scritto alla famiglia della sua vittima, Manuel Foffo, accusato dell' omicidio di Luca Varani assieme a Marco Prato, risponde alla lettera inviatagli nei giorni scorsi da Pietro Maso, che nel '91 uccise i genitori, dicendogli che «si deve vergognare».

 

VALTER FOFFO PADRE DI MANUELVALTER FOFFO PADRE DI MANUEL

Nella missiva di poche righe, come anticipato in esclusiva dal Tg5, Foffo si rivolge a Maso, che a sua volta gli aveva scritto affermando di comprendere le sue parole sull' intenzione di uccidere il padre, di «vergognarsi per non aver speso neanche una parola di pentimento verso chi gli ha dato la vita». Foffo dal carcere di Regina Coeli si rivolge al pluriomicida con questo incipit: «Signor Maso rispondo alla sua lettera solo per puntualizzare poche chiare cose. Se pensa di farsi pubblicità approfittando della tragica morte di Luca Varani ed in particolare del suo libro che non intendo leggere, ha sbagliato indirizzo e destinatario».

 

LUCA VARANILUCA VARANI

Foffo aggiunge che: «Non riesco a darmi pace per quanto ho fatto» e conclude rivolgendosi a Maso di «lasciarmi in pace nel mio profondo pentimento» e di non «tirare in ballo mio padre il cui nome lei non è degno di pronunciare».

 

PIETRO MASO PIETRO MASO

Foffo prosegue duramente: «Si vergogni per non aver speso neanche una parola di rimorso e pentimento per quanto lei ha commesso uccidendo chi le ha dato la vita - scrive ancora-. Io a differenza sua non riuscirò mai a darmi pace per quanto ho fatto». Nei giorni scorsi - commentando la lettera di Maso -, lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi parlava di «grande patologia che attraversa due generazioni di rapporti tra genitori e figli, in particolare tra padri e figli maschi, direi legata alla dimensione del trapasso da una fase in cui si parla di padri assenti a una fase in cui si è parlato di padri fragili »

 

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