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elizabeth warren hillary clinton
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Un ticket presidenziale tutto al femminile. Per esempio Hillary Clinton e Elizabeth Warren, la senatrice liberal del Massachusetts. Non una, ma due donne alla Casa Bianca: l’effetto simbolico, sociale e quindi politico sarebbe moltiplicato all’ennesima potenza, in questa America 2016 già così piena di sorprese.
Non è un’ipotesi di scuola, ma un ragionamento in corso nel quartier generale clintoniano, come spiega il capo della campagna elettorale, John Podesta, in un’intervista al «Boston Globe» . «Abbiamo cominciato a stendere una lista di potenziali candidati alla vice presidenza e ora stiamo iniziando ad accorciarla. Non c’è dubbio che in questo elenco ci siano anche delle donne».
L’ex segretario di Stato ha appena ottenuto una vittoria cruciale nelle primarie di New York. Dovrà ancora impegnarsi a fondo per contenere l’offensiva di Bernie Sanders, ma nello stesso tempo, come confermano le parole di Podesta, è venuto il momento di allargare la prospettiva.
Hillary, finora, ha preso oltre 10 milioni di voti, circa 3 milioni più di Bernie e quasi un milione e mezzo più di Donald Trump, il probabile rivale repubblicano. Ma analizzando più in profondità i dati si scorgono fessure insidiose. Si è capito che ci sono perplessità nell’elettorato giovanile e in quello femminile. Ma l’attenzione suscitata da Sanders, che non è giovane e non è una donna, dimostra che ci sono spazi politici non coperti a sufficienza da Clinton. Aspettative, speranze, sensibilità che attraversano le generazioni e i sessi.
hillary clinton chief of staff john podesta
La scelta del vice presidente può essere un’occasione per colmare questi vuoti. Se Hillary puntasse su Elizabeth avrebbe più possibilità di entrare in contatto con l’entusiasmo movimentista suscitato da Bernie Sanders. Con Warren sulla poltrona numero 2, Clinton si porterebbe in squadra il software migliore della sinistra radical-riformista, cioè lotta alle ineguaglianze, alle speculazioni finanziarie eccetera, senza dover imbarcare l’hardware, vale a dire la personalità spigolosa di Sanders, a cui, invece, potrebbe essere offerto un incarico di governo in caso di vittoria finale.
hillary clinton vince le primarie di new york
Certo, in questi casi la compatibilità dei caratteri è essenziale. Ed Elizabeth Warren, 66 anni, nata a Oklahoma City, formazione giuridica, già consigliere nel dipartimento del Tesoro con l’amministrazione di Barack Obama, è rispettata da tutti proprio per la sua caratura e per la sua indipendenza intellettuale.
Ci sono allora anche altre possibilità meno ingombranti per Hillary, come scrive l’ «Huffington Post» . Una è Claire McCaskill, 62 anni, avvocato del Missouri. Un’altra è Amy Klobuchar, 52 anni, magistrato del Minnesota. Tutte e due sono note soprattutto per essere le prime donne senatrici dei rispettivi Stati.
hillary clinton e john podestaelizabeth warren hillary clinton
Hillary, però, si trova a dover fare i conti anche con altri equilibri, offrendo un riconoscimento alle minoranze che fin qui l’hanno sostenuta in forze. La vice presidenza potrebbe andare a un afroamericano o a un rappresentante dei latinos.
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