DAGOREPORT – UN "BISCIONE", TANTE SERPI! GLI AVVERSARI DI BIANCA BERLINGUER A MEDIASET LAVORANO PER…
Elvira Serra per il 'Corriere della Sera'
Non sappiamo se quella schedina l' ha tenuta nel congelatore, dentro una scatola di spaghetti (quale ladro controllerebbe lì?) o dietro lo specchio del bagno di servizio. Di sicuro, l' ha lasciata in un posto che non lo ha fatto stare in ansia, visto che per 49 giorni è rimasta lì tranquilla.
Al cinquantesimo risveglio, però, l' ha tirata fuori, forse l' ha sistemata nel posto più sicuro che si possa immaginare indosso, e si è messo in viaggio fino a Milano, nella sede Sisal di via Alessio di Tocqueville al 13, zona corso Como, dietro alla discoteca Hollywood. Per niente confuso (conosceva esattamente le regole) e molto felice, si è presentato con carta di identità, codice fiscale e codice iban. Ma, soprattutto, con la schedina del Superenalotto da 4,50 euro che il primo agosto scorso gli ha fatto vincere (a lui o a lei, non è dato saperlo) 77,7 milioni di euro.
Un po' meno, per essere esatti. Perché tolti 500 euro che per legge non si possono tassare, lo Stato sul resto si terrà il 6 per cento. Niente di grave: il tesoretto finale supera comunque i 73 milioni, abbastanza per comprare 388 Ferrari Portofino, un attaccante come Icardi, un castelluccio come quello dove si sono sposati Brad Pitt e Angelina Jolie o un Signor Diamante come il Pink Diamond (resterebbe qualcosa anche per abbinarci dei dignitosi orecchini). E su questi acquisti nessuno del Fisco potrà mai storcere il naso, perché al Gastone italiano basterà presentare la documentazione che attesta come tutto sia in regola, vedere alla voce «fortuna sfacciata».
«Chi ha vinto non ci ha detto che smetterà di lavorare. Anzi, aveva progetti molto semplici, come un weekend fuori, una roba che se ci pensi costa nell' ordine dei duecento euro. Ma è sempre così: non si rendono mai conto», raccontano da Sisal. La persona in questione sembra rientrare, in particolare, nella categoria del sangue freddo, visto che non si è precipitata a riscuotere il premio già il giorno dopo, magari facendosi scortare da due guardie del corpo, ma ha lasciato passare quasi due mesi.
«Aveva altro da fare. Ha messo in primo piano il suo senso di responsabilità e il dovere quotidiano verso se stesso e la famiglia», spiegano dall' azienda concessionaria dello Stato.
Katusha Mattiuzzi è figlia della titolare della ricevitoria Filippi di viale Santa Margherita a Caorle, un' oretta d' auto da Venezia, dove è stata giocata la fatidica schedina. È sicura che il vincitore non sia nessuno degli undicimila abitanti.
«In quel periodo c' erano tanti turisti». Ma un piccolo rammarico ce l' ha: «Nemmeno una telefonata, un grazie, un mazzo di fiori. Sarebbe bello almeno un gesto di beneficenza per la comunità».
Magari è presto: il bottino sarà accreditato sul conto fortunato entro il 31 ottobre, novantun giorni dopo la vincita.
Attenzione in banca.
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