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AVVERTITE GIAMBRUNO: IN INDIA IL THREESOME VA FORTISSIMO - UNA DONNA E DUE UOMINI INDIANI SI SONO LEGALMENTE UNITI IN MATRIMONIO SECONDO UN’ANTICA TRADIZIONE TRIBALE, IN CUI LA MOGLIE SEGUE UNA SORTA DI “TURNAZIONE CONIUGALE” - I TRE APPARTENGONO ALLA TRIBÙ HATTI, CHE DA ANNI PRATICA LA POLIANDRIA: SEBBENE SIANO ANCORA ILLEGALI IN QUASI TUTTO IL PAESE, QUESTE PRATICHE SONO CONSENTITE IN ALCUNE REGIONI - IN QUESTA FAMIGLIA LA DONNA PASSA DA UN LETTO ALL’ALTRO E I FIGLI SONO DEL…
Una troppia in India si è legalmente unita in matrimonio secondo un’antica tradizione tribale, in cui la moglie segue una sorta di “turnazione coniugale” e divide il suo tempo tra due fratelli.
I novelli sposi affermano con orgoglio di essere fieri di questa usanza, ma si sono ritrovati al centro di una tempesta sui social media.
Le reazioni contro Sunita Chauhan e i suoi due mariti – i fratelli Pradeep e Kapil Negi – hanno profondamente scosso il trio, originario dello stato himalayano dell’Himachal Pradesh. «Quando leggo alcuni commenti, mi sento come un criminale ricercato», ha raccontato Pradeep al The Times.
Originari del villaggio di Shillai, nel distretto di Sirmaur, Pradeep, Kapil e Sunita appartengono alla tribù Hatti, che pratica da anni la poliandria – cioè quando una donna ha più di un marito. Sebbene in India la pratica sia illegale, è ancora permessa in alcune aree tribali del paese, come i territori himalayani, dove è conosciuta come “Jodidara”.
Questa antica tradizione – chiamata appunto “Jodidara” – ha radici in motivazioni economiche e sociali: evitare che le terre tribali vengano suddivise tra gli eredi e favorire l’unità tra famiglie.
Tuttavia, i casi di poliandria sono ancora rari: il canale mediatico indiano NDTV riporta che solo cinque matrimoni di questo tipo si sono verificati all’interno della tribù Hatti negli ultimi sei anni.
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Le nozze, durate tre giorni, si sono concluse il 12 luglio e si sono svolte in un clima di grande festa, con centinaia di parenti e abitanti dei villaggi vicini accorsi a celebrare l’unione. In poco tempo, però, i video della cerimonia hanno iniziato a circolare online, scatenando una bufera mediatica che ha costretto il trio a difendersi dalle critiche, compresi gli attacchi da parte di gruppi per i diritti delle donne.
Una rappresentante della All India Democratic Women’s Association avrebbe dichiarato ai media locali che il matrimonio è stato un atto di sfruttamento della donna” che ha violato i “diritti fondamentali della donna”.
Secondo la tradizione del “Jodidara”, la moglie divide il suo tempo tra i fratelli secondo una rotazione concordata. Non è chiaro se la donna abbia voce in capitolo nella definizione di tale rotazione.
In questo tipo di unione, eventuali figli vengono cresciuti dalla famiglia estesa – ma il fratello maggiore è considerato legalmente il padre.
In alcuni casi, quando non è possibile identificare il padre biologico, ai figli di queste unioni poliandriche tribali viene assegnato un padre a caso, ha riferito un politico locale al The Times.
Tuttavia, Sunita ha affermato che questo matrimonio è stata “una mia scelta”, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano indiano The Tribune. «Abbiamo preso questo impegno insieme, e credo nel legame che abbiamo costruito», ha dichiarato.
Anche alcuni politici e amministratori locali hanno difeso il trio e la pratica – nota anche come “Draupadi Pratha”, in riferimento al poema epico indù Mahabharata.
Secondo la leggenda, la protagonista femminile Draupadi prega di avere un marito che sia forte, bello, nobile, intelligente e abile con l’arco. Poiché nessun uomo possiede tutte queste qualità, il dio Shiva la benedice con cinque mariti – i fratelli Pandava.
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