alika ogorchukwu

LA BANALITÀ DEL VIDEO – LUCA JOSI E IL VIDEO CHOC DELL’OMICIDIO DI ALIKA OGORCHUKWU: “NON RICONOSCENDO PIÙ UNA STRAGE VERA DA UNA DI FINZIONE, UNA GUERRA CINEMATOGRAFICA DA UNA DIETRO CASA, L’UOMO CONTEMPORANEO ASCOLTA UN SOLO IMPERATIVO: QUELLO DI TESTIMONIARLA IN PRIMIS A SE STESSO PER POI RACCONTARLA AD ALTRI. QUINDI, NELLA MILIARDARIA STORIA DELLA TERRA, IL RECENTE UOMO È ANCORA, SEMPLICEMENTE, QUELLA BESTIA CHE DISEGNA. E FOTOGRAFA. A CIVITANOVA, NON C’È NESSUNA CITTÀ NUOVA. C’È SOLO IL SOLITO UOMO…” - VIDEO

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Luca Josi per Dagospia

 

Ricordate queste due immagini? Più o meno, quel racconto è cominciato così.

omicidio di Alika Ogorchukwu

Forse, in una caverna. Accadde che per vanità, testimonianza di un’impresa o per far ingelosire il suo vicino di grotta, qualcuno decise di fissare su una parete un racconto di una vicenda di cui era stato spettatore o protagonista. In questo caso, si tratterebbe di una pittura rupestre di 45.000 anni, australiana, la più antica del mondo (fino a quando non se ne troverà una più antica e via dicendo; un po’ come la misurazione del debito pubblico o dell’origine dell’universo).

 

luca josi foto di bacco

Poi l’uomo è andato avanti con invenzioni straordinarie e ha conosciuto la parola al posto del verso, poi la scrittura del pensiero, rischiando ogni volta la perdita di qualcosa (per Socrate quella parola scritta avrebbe impigrito la memoria, per l’uomo primitivo, forse, il linguaggio si è manifestato come un dispositivo di comunicazione che atrofizza  e poi nebulizza una capacità e altri talenti che l’uomo poteva avere dentro di sé e cominciava a delocalizzare in un’infinita delega di un’infinita “cloud”; tipo Wikipedia rispetto al nostro archivio mentale).

pittura rupestre

 

Nel novecento una scoperta ha teletrasportato le emozioni della grotta, smaterializzandole e delocalizzandole. Quando l’uomo cominciò ad assistere a ripetizioni del reale e a confonderle con quelle teatrali che ammirava da qualche millennio - pensate a quante vendette, assassini e stragi si narravano in quelle rappresentazioni - qualche geniale intellettuale cominciò a descrivere i rischi di questo futuro (e da Benjamin a Pasolini troverete quello che vi serve; ma io qui mi fermo, perché pur rispettando la mia solida incompetenza, che di questi tempi candida a parlare e occuparsi di quasi tutto, esistono esperti, intellettuali e filosofi, che vi sapranno descrivere tutto questo molto meglio).

 

anziana fotografa processione di cristo

 

Ma sostanzialmente, potrebbe essere andata così, per mitridatizzazione (da Mitridate, che ingurgitava una goccina di veleno al giorno per immunizzarsi dai rischi di corte).

Quando l’uomo cominciò a perdere il contatto con la concatenazione degli altri sensi, a mangiare animali che non aveva visto soffrire, a vincere guerre che non aveva combattuto, a emozionarsi per eventi che, a lotteria, gli si presentavano sotto i suoi occhi - uno per migliaia di quelli che si consumavano nel reale e che beneficiavano di documentazione - l’uomo iniziò a stararsi dal suo sé. Vedendo sangue e stragi nei film, alternate a stragi e sangue nella realtà, ma veicolate dallo stesso strumento, quanto sarebbe risultato facile distinguere, non coinvolgersi, partecipare e contemporaneamente essere trascinati da quelli reali?

 

Alika Ogorchukwu

È accaduto per queste generazioni di bambini, me compreso (quando lo fui), cresciuti tra peluche di animali umanizzati e parlanti nei loro cartoni, che poi mangiano regolarmente nei loro piatti perché, forse, loro immaginano nati direttamente negli scaffali e sui banconi di qualche supermercato avvolti in  una placenta di cellophane e prezzata (e non è un sermone da vegetariano, ma un assurdo di una società che rimuove la morte, non comprende la vita e pensa che gli animali li si possa solo mangiare e non ammazzare; perché se ne occuperà qualcun altro. Forse).

 

Così, dopo aver letto qualche chilo di articoli sullo stordimento di un mondo che s’interroga sul suo piano inclinato di devastazione per l’assassinio di quel uomo di colore da parte di un uomo bianco (c’è anche questo) e degli uomini, prevalentemente bianchi, che riprendevano la scena, mi è tornato il flash di quelle due immagini: quella prima grotta e quell’anziana che fotografa il suo Cristo morente (Dago, onore a Dago, fu il principale editore di quella immagine).

luca josi foto di bacco

 

Nella retorica dei palinsesti non lineari - la tv generalista era quella dei contenuti decisi da altri e tu sceglievi quali scelte seguire secondo gli orari decisi da loro, mentre le piattaforme decidono cosa tu puoi guardare e tu decidi quando - siamo passati a quella del contenuto autoprodotto.

omicidio di alika ogorchukwu 5

 

Così, accade che non riconoscendo più una strage vera da una di finzione, una guerra cinematografica da una dietro casa, l’uomo contemporaneo ascolti un solo imperativo: quello di testimoniarla in primis a se stesso per poi raccontarla ad altri.

Quindi, nella miliardaria storia della terra, il recente uomo è ancora, semplicemente, quella bestia che disegna. E fotografa (e commenta molto; a partire dal sottoscritto). A Civitanova, non c’è nessuna città nuova. C’è solo il solito uomo. Forse.

omicidio di alika ogorchukwu 3LUCA JOSI i tentativi di soccorso a Alika Ogorchukwu la stampella con cui e? stato ucciso Alika Ogorchukwu omicidio di alika ogorchukwu 2luca josi foto di baccoAlika Ogorchukwu omicidio di alika ogorchukwu 1luca josicharity moglie di alika ogorchukwuil sindaco fabrizio ciarapica con la moglie di alika ogorchukwu 1omicidio di alika ogorchukwu 4Alika Ogorchukwu e la moglie