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BATTUTACCIA DI DOMENICO DE MASI A “L'ARIA CHE TIRA”: “NON SI FACEVA TELELAVORO PERCHÉ I CAPI VOGLIONO TENERE I LAVORATORI SOTTO CONTROLLO. UNA SPECIE DI “SINDROME DI CLINTON”. PERCHÉ UNO COME CLINTON NON AVREBBE MAI FATTO FARE TELELAVORO ALLA SUA STAGISTA…” - CON UN RIFERIMENTO A QUELLA BOCCA BUONA DI MONICA LEWINSKY…
Roba da matti a L'aria che tira, il programma di Myrta Merlino in onda su La7. Anzi, una battuta "da matti", di quelle in grado di mettere in imbarazzo studio e telespettatori. Il protagonista è il sociologo Domenico De Masi, il quale si dilungava sullo smart-working nei giorni del coronavirus, l'emergenza che ha rivoluzionato a tempo record i nostri stili di vita. Sul tema del lavoro in remoto, De Masi aveva scritto un libro già nel 1991.
E in tv spiegava: "I vantaggi di tale pratica erano tutti quelli che oggi abbiamo scoperto. Ma dietro a 8 milioni di lavoratori che fanno telelavoro ci sono almeno 800 mila capi. Questi 8 milioni non facevano telelavoro perché i capi volevano tenerli sotto controllo", rimarca. Un atteggiamento, quest'ultimo, che De Masi ha ribattezzato "sindrome di Clinton". E perché mai? "Perché Clinton non avrebbe mai fatto fare telelavoro alla sua stagista", ha sganciato la bomba. Evidente il riferimento a Monica Lewinsky. Imbarazzo per Myrta Merlino, incredula Alessandra Ghisleri, altrettanto ospite in collegamento.
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