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BEPPE SALA, L'AMICO DEI "GRETINI" - IL COMUNE DI MILANO NON HA DENUNCIATO I TRE ECO-VANDALI CHE HANNO GETTATO DELLA VERNICE SUL "DITO" DI CATTELAN, DAVANTI ALLA SEDE DELLA BORSA - GRAZIE ALL'INDULGENZA DI SALA, IL TRIBUNALE HA PROSCIOLTO IL GRUPPETTO DELL'ACCUSA DI "DETURPAMENTO DI BENI MOBILI SEMPLICI", PERCHÉ NON PROCEDIBILE D'UFFICIO - VISTO CHE LA VERNICE AVEVA MACCHIATO "SOLO" LA BASE DELL'OPERA, I "GRETINI" NON SONO FINITI A PROCESSO PER L'ACCUSA PIÙ GRAVE DI "IMBRATTAMENTO DI BENI CULTURALI", PUNIBILE CON LA GALERA...
Estratto dell'articolo di Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
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Gettare vernice lavabile gialla su un’opera d’arte è reato di «imbrattamento di beni culturali o paesaggistici»; gettarla sul suo basamento, che non fa parte dell’opera, è reato di «deturpamento di beni mobili semplici». E fa differenza.
Non solo perché l’imbrattamento di beni culturali o paesaggistici è punito da 2 a 5 anni con multe fino a 15 mila euro, mentre il deturpamento di beni mobili semplici (condotta che lede il decoro del patrimonio urbano) è sanzionato da una multa di 103 euro. Ma soprattutto perché, mentre l’imbrattamento di beni culturali è procedibile d’ufficio, per perseguire il deturpamento di beni mobili semplici è invece indispensabile la querela della parte offesa.
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Ecco perché, in assenza di una querela del Comune di Milano (che pur come parte civile chiedeva il risarcimento dei 447 euro di pulizia), tre attivisti ambientali di Ultima generazione sono stati ieri prosciolti una volta che la giudice del Tribunale di Milano, Maria Teresa Guadagnino, ha riqualificato il reato di «imbrattamento di beni culturali» in quello di «deturpamento di beni mobili semplici»: il 15 gennaio 2023, infatti, la vernice gialla diluita al 50% con acqua fu gettata non sul «Dito» di Maurizio Cattelan, opera d’arte il cui nome è in realtà «L.O.V.E.» in piazza Affari, ma sul basamento che non fa parte dell’opera d’arte.
Da qui il non luogo a procedere in assenza di querela, sentenza diversa sia dalla clausola di non punibilità per «particolare tenuità del fatto» proposta dalla Procura, sia dall’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato» perorata dal difensore Gilberto Pagani.
[...] In una lettera depositata al Tribunale dalla difesa, proprio Cattelan ha fatto sapere di non essersi «sentito offeso né danneggiato» dai tre imputati di 25, 26 e 40 anni, ma anzi di ritenere «che avessero agito senza intenti aggressivi nei confronti miei o della mia opera», aggiungendo che «il successivo intervento di ripristino l’ha restituita al suo stato e al suo aspetto originario». Opera che il professore Tomaso Montanari, consulente chiamato dalla difesa, ha inquadrato tra quelle «che nascono per essere interattive, cioè portano il loro effetto sul pubblico a patto che il pubblico non sia passivo ma interagisca con l’opera». [...]
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love il dito medio di cattelan a piazza affari
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