“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Estratto dell’articolo di Massimiliano Del Barba per www.corriere.it
Ci sono indiscutibili ragioni di taglia — non troppo grande ma nemmeno troppo piccola —, tuttavia ha contato anche il vantaggio competitivo di essere, insieme a Milano, la città che ha visto nascere (e crescere) un gruppo come A2A. Che ora, dalla valorizzazione dei rifiuti e dalla produzione di energia, getta il cuore oltre l’ostacolo e scommette sulla sfida del car sharing elettrico e a guida autonoma.
Parte da Brescia la sperimentazione di un servizio che, almeno sulla carta, si candida a diventare la risposta europea a un modello di mobilità il quale, dal punto di vista tecnologico e della gestione dei dati, finora è dipeso dall’offerta generata negli Usa dagli over the top della Silicon Valley e dalle controproposte asiatiche eterodirette dal governo di Pechino.
Un’automobile che raggiunge da sola il potenziale utente, permette di guidare fino a destinazione e poi riparte in autonomia verso un parcheggio, una stazione di ricarica o un nuovo cliente. Ci stanno provando A2A, il Politecnico di Milano e Most (il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile sostenuto da fondi Pnrr) che ieri a Brescia, mettendo in strada una Fiat 500e che si ricarica a induzione e senza conducente, hanno inaugurato una sperimentazione che, nel giro di due, massimo tre anni, dovrebbe portare al primo servizio di car sharing a guida autonoma in Europa.
[…] Soprattutto, questa la visione dei partner del progetto, verranno aggirati i fattori diseconomici e i limiti strutturali del car sharing tradizionale provocati dal disallineamento fra la localizzazione dei veicoli e i flussi di traffico in entrata e uscita dai centri abitati: «L’utente — ha chiarito sul tema il presidente del Most Ferruccio Resta — non dovrà più raggiungere il veicolo perché sarà il veicolo stesso, in autonomia, a raggiungere l’utente e gli operatori non avranno più bisogno di un elevato numero di auto per rendere capillare il servizio poiché a fine corsa le auto si riposizioneranno da sole nei punti strategici della città».
L’obiettivo, sfidante, è certamente ridefinire il concetto di auto condivisa ma a ciò si aggiunge una pressione sulla normativa: per la prima volta in Italia, infatti, viene avviata una serie di test su strade aperte al traffico, in modo da analizzare l’interazione tra questa tipologia di vettura e la complessità della mobilità di una città. […]
Da oggi e per il prossimo anno una 500e di colore blu farà la spola fra la sede di A2A, in via Lamarmora, e il sito del termovalorizzatore percorrendo il miglio di via Malta in modalità autonomous driving (anche se a bordo, almeno per ora, ci sarà comunque un pilota per garantire il massimo della sicurezza).
Uno strappo al codice della strada autorizzato dal dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Comune di Brescia in base alle direttive del decreto ministeriale “Smart Road”.
Ma il progetto testimonia anche il livello di complessità raggiunto dall’hi-tech made in Italy. La soluzione sviluppata grazie alla collaborazione tra il team di Ricerca e Sviluppo di A2A e il gruppo di lavoro del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, integra un setup di hardware avanzato, composto da sensori di ultima generazione, attuatori, servizi di networking e unità di calcolo, con algoritmi di Intelligenza artificiale progettati per imitare il comportamento di un conducente umano, garantendo elevati standard di precisione e sicurezza durante la guida. […]
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