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BURIONI, ME COJONI! “L’OMEOPATIA È UN BLUFF, INSEGNARLA È UN ABOMINIO, NON HA ALCUNA BASE SCIENTIFICA. C’E’ MOLTA GENTE CHE CI GUADAGNA MA RICORDO CHE IN PROVINCIA DI PESARO E URBINO È MORTO PER UN’OTITE UN BAMBINO DI 7 ANNI E A BARI È MORTO DI POLMONITE UN BAMBINO DI 4 ANNI. ENTRAMBI CURATI DA OMEOPATI IRRESPONSABILI CHE NON HANNO SOMMINISTRATO AI LORO PAZIENTI CURE EFFICACI CHE GLI AVREBBERO SALVATO LA VITA. QUESTI SONO COMPORTAMENTI CHE DEVONO ESSERE PUNITI SIA DALLA MAGISTRATURA, SIA DALL’ORDINE DEI MEDICI. LO STESSO RIGORE CI VORREBBE NELLE FARMACIE: IO PREFERIREI CHE…"
Valentina Arcovio per la Stampa - Estratti
«Non ho nulla contro i filtri d’amore, purché non siano tossici, non siano prescritti da medici, studiati nelle università, venduti dai farmacisti o rimborsati dal Servizio sanitario nazionale». Non è abituato a utilizzare mezzi termini Roberto Burioni, virologo, professore all’Università Vita-Salute San Raffaele e ormai noto divulgatore scientifico. Soprattutto quando si parla di omeopatia, a cui ha dedicato un intero volume dal titolo Omeopatia. Bugie, leggende e verità, edito da Rizzoli.
Professore, nell’ultimo anno 18,5 milioni di italiani hanno utilizzato prodotti omeopatici. Ma cosa sono?
«Preparazioni a base di luna, plutonio, oppure anelli di rubino e collanine di giada… Ce ne sono di tutti i tipi. Scherzi a parte (anche se questi prodotti vengono messi in vendita per davvero!), l’omeopatia è una teoria che risale agli inizi dell’Ottocento e si basa sull’assunto che il simile possa curare il simile. Facciamo un esempio pratico: hai mal di testa? L’omeopata è convinto che prescrivendo qualcosa che causa il mal di testa, il mal di testa possa guarire.
(...)
In che senso?
«Per un omeopata più un preparato è diluito, più è potente. Assurdo, vero? Provate infatti a diluire il detersivo che mettete nella vostra lavatrice... Dire che diluire significa potenziare è quanto meno temerario. Probabilmente secoli fa questa teoria poteva andar bene, oggi per essere d’accordo bisognerebbe seppellire 200 anni di scoperte straordinarie della medicina e della scienza in generale».
roberto burioni melania rizzoli claudio ceccheto massimo boldi arturo artom
In molti sono pronti a giurare che funziona, perché?
«La risposta a questa domanda non è per nulla semplice. Prima di tutto bisogna ricordare che la maggior parte delle malattie lievi guariscono spontaneamente. Pensiamo alle banali infezioni respiratorie e al loro andamento tipico: nel primo giorno i sintomi sono lievi; il malessere peggiora durante il secondo e terzo giorno; dal quarto si comincia a stare meglio e nei giorni successivi si guarisce perfettamente. Molto spesso iniziamo ad assumere qualcosa il terzo o quarto giorno e se scegliamo un prodotto omeopatico abbiamo l’impressione di sentirci meglio. Ma la verità è che siamo guariti spontaneamente, anche se la nostra mente tende a stabilire un rapporto causa-effetto».
Però qualche studio positivo sull’omeopatia c’è?
«Sì, ma se si va a controllarli sono tutti di scarsissima affidabilità. Negli studi dove l’omeopatia funziona, i pazienti ben di rado sono tenuti “in cieco”, cioè sanno perfettamente se stanno prendendo il prodotto omeopatico o meno, e i medici che li visitano e valutano i loro progressi clinici sono quasi sempre gli stessi che gli hanno prescritto i preparati omeopatici. Per cui questi studi non misurano l’efficacia dell’omeopatia, ma la suggestione dei pazienti sommata a quella dei loro medici».
Ma se ci sono medici che prescrivono prodotti omeopatici e farmacisti che li vendono, perché stupirci se molte persone comuni finiscono per confidarne sull’efficacia?
«In effetti, stabilito che l’omeopatia non ha alcuna base scientifica, non è in alcun modo accettabile che un medico ometta una cura efficace per somministrare il nulla. Chi si comporta in questo modo deve essere secondo me sbattuto fuori dall’Ordine dei medici. Ricordo che in provincia di Pesaro e Urbino è morto per un’otite un bambino di 7 anni e a Bari è morto di polmonite un bambino di 4 anni. Entrambi curati da omeopati irresponsabili che non hanno somministrato ai loro pazienti cure efficaci che gli avrebbero salvato la vita.
Questi sono comportamenti che devono essere puniti sia dalla magistratura, sia dall’Ordine dei medici. Lo stesso rigore ci vorrebbe nelle farmacie: io preferirei che i preparati omeopatici non ci fossero, perché questo induce nei pazienti la falsa convinzione che abbiano la stessa provata efficacia delle medicine che troviamo in farmacia. In ogni caso dovrebbero essere esposti con una scritta in bella evidenza dove si specifica che non contengono nessun principio attivo e che la loro efficacia non è stata dimostrata».
Ma l’omeopatia è presente anche nelle università.
«È un abominio. Perché l’università è il luogo dove si deve custodire e insegnare con rigore il metodo scientifico. Lo stesso metodo che ci dice che l’omeopatia non ha senso e che nei preparati non c’è nulla. Insegnare l’omeopatia in una facoltà di Medicina è come insegnare a fare oroscopi in una facoltà di Astronomia».
Perché avviene tutto questo?
«Semplice: molta gente ci guadagna. Ci guadagnano le università che organizzano i corsi, i medici, i farmacisti e le aziende che producono preparati omeopatici. Purtroppo però il successo dell’omeopatia sottrae risorse economiche a quello che è davvero importante per la nostra salute. In Italia, l’omeopatia è sorprendentemente somministrata all’interno del Servizio sanitario nazionale, e le spese per l’acquisto dei preparati omeopatici sono incredibilmente e vergognosamente detraibili dalle tasse, come avviene per i farmaci di dimostrata efficacia e necessari per mantenerci in salute.
roberto burioni annuncia di avere il covid a ctcf 4
Per questo dico che mi sta bene se una persona compra di tasca propria un preparato omeopatico se pensa che la fa sentire meglio, ma non ci sto se un medico, un farmacista o il Ssn ne avallano l’uso. Con la salute non si scherza!».
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