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G.I. per “la Repubblica - Edizione Roma”
Massimo Carminati non ama i suoi complici della Banda della Magliana («una banda di accattoni, di straccioni») ma ne rispetta il capo, Franco Giuseppucci “Il negro” che era «uno degli uomini più liquidi di Roma ». Ma, da ex Nar, non dimentica i suoi amici scomparsi, come Alessandro Alibrandi. Secondo il Cecato, Ali Baba - questo il soprannome di Alibrandi, morto a 21 anni nel 1981 - non sarebbe stato ucciso dalla polizia in un conflitto a fuoco al Labaro, ma sarebbe stato ucciso dal fuoco amico.
È ancora l’informativa dei Ros di Roma a raccontare la vicenda. In una lunga conversazione intercettata, Carminati ricostruisce il suo passato a un altro personaggio della galassia di estrema destra, con precedenti di polizia per armi, ricettazione, rapina, associazione per delinquere, danneggiamento e porto di armi.
E arriva al caso Alibrandi: «È morto il 5 di novembre?» gli chiede l’interlocutore. Carminati lo corregge: «Il 5 di dicembre col fuoco amico. Lo hanno ammazzato i compagni stessi suoi. È successo al ristorante. Al ristorante gli hanno sparato. I poliziotti lui li aveva addobbati tutti e due».
In quello scontro a fuoco fu ferito l’agente Ciro Capobianco, che morì dopo un’agonia di due giorni: sua madre resterà in silenzio sette anni per quel dolore. Carminati parla ancora di Alibrandi: «Lo hanno sparato da dietro» gli chiede l’interlocutore. «Lui stava... stava dalla parte della strada... e gli altri avevano attraversato... stava... c’era Lai.. stava .. stava attraversà la strada.. è passato un camion in mezzo». E poi aggiunge: «A me l'ha detto.. Lorenzo Lai.. che stava là. Peraltro non è mai uscita la cosa...porello».
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Ricordi persi nel tempo, vecchi di 32 anni: Carminati parla il 20 maggio del 2013 nel solito bar di via Vigna Stelluti. Nel commando dei Nar quel giorno c’erano Walter Sordi, Pasquale Belsito, Ciro Lai e Alibrandi, abbandonato dai compagni sull’asfalto. E Carminati interviene su un soggetto che “faceva il prepotente” (come spiega l’ordinanza Mondo di mezzo) sulle spiagge gestite a Castel Fusano dal fratello di Alessandro, Lorenzo detto Lorenzino: al disturbatore Carminati, intercettato, dice: «Lo sapevi che il fratello di quello era un compagno mio, che è morto, cane pezzo di m...». Passano gli anni, ma Carminati non dimentica, e ora anche Lorenzino ora è indagato.
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