DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Eugenia Nicolosi per “la Repubblica”
[…] provini in circostanze ambigue, inviti in stanza, richieste di baci e nudo mascherate da incoraggiamenti alla creatività, ricatti, premi alla “disponibilità”. Per porre fine a tutto questo è stato redatto un documento dal titolo “Linee guida contro gli abusi durante la fase di casting” dall’Unione italiana casting directors, l’Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo, Amleta, Agenti spettacolo associati e Libera associazione rappresentanti di artisti, che in dieci punti spiega cosa è lecito e cosa non è lecito sentirsi chiedere ai provini. Per esempio non si accettano appuntamenti in hotel o in casa o ancora a teatro, la notte quando è vuoto, e non sia accettano domande sulla vita privata, nudità, simulazioni di sesso.
A sottoscrivere il decalogo una cordata di professionisti tra cui Vittoria Puccini che spera sia un passo verso un capovolgimento di coscienza. «Occorre spostare il punto di vista: non devono essere le colleghe ad avere paura di denunciare ma gli abusanti: è chi fa certe cose a dover perdere il lavoro, non chi denuncia » […] Il decalogo ha lo scopo di mettere in sicurezza chi si trova a subire gli squilibri di potere.
[…]
Le prime storie di abusi che si traducevano in approcci sessuali e molestie verbali sono emerse nel 2018, dopo i fatti americani, e mai del tutto sparite. Ma mai nemmeno esplose. Mentre negli Usa l’opinione pubblica ha costretto l’industria del cinema a fare professionalmente a pezzi alcuni dei suoi nomi più noti, in Italia nessuno, fino a oggi, è stato legalmente — o mediaticamente — punito. Anzi. Le testimonianze delle attrici italiane rivelano pure quante ripercussioni ci siano nel denunciare e nessuna o quasi, nell’essere denunciati.
[…] vengono fuori scenari in cui chi sa si dà di gomito con l’abusante, che sia regista, produttore o critico, invece che allontanarlo. E nell’attesa che in Italia si cambi epoca, le dieci regole, poche precise e non fraintendibili, sono destinate a chi deve farsi carico della sicurezza. E ancora una volta sono le persone abusate e non chi le abusa.
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