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DOVE CI SONO I FIGLI DI ’GNAZIO, CI SONO GUAI – COCHIS LA RUSSA, SECONDOGENITO DEL PRESIDENTE DEL SENATO, A MARZO HA CHIUSO IL LOCALE NEL CENTRO DI MILANO CHE AVEVA APERTO NEL 2022 CON DUE AMICI, IL “PAREA BISTROT – UNA DECISIONE ARRIVATA DOPO UNA GUERRA LEGALE CON IL CONDOMINIO, CHE HA PORTATO A DENUNCE E A UN PROCESSO CONTRO GLI AMMINISTRATORI – MA LA SOCIETÀ DI LA RUSSA JR (CONSIGLIERE DI ZONA ELETTO CON FDI) E DEI SUOI AMICI, HA CHIESTO 500 MILA EURO DI DANNI AI CONDOMINI, ACCUSATI DI AVERE “SABOTATO” L’ATTIVITÀ – MENTRE IL FRATELLO MINORE, LEONARDO APACHE, VA VERSO L’ARCHIVIAZIONE NELL’INCHIESTA IN CUI È ACCUSATO DI VIOLENZA SESSUALE…
Estratto dell’articolo di Thomas Mackinson per “il Fatto Quotidiano”
ignazio e lorenzo cochis la russa foto mezzelani gmt 018
Uno spettro si aggira per Milano. Quello di Lorenzo Cochis La Russa, secondogenito del Presidente del Senato. Si muove di notte tra i divanetti accatastati di un locale in disarmo al civico 6 di via Vigna, a due passi dal Duomo. Il suo sogno imprenditoriale si è appena infranto contro un condominio del centro.
Con due amici, nel 2022, aveva aperto il “Parea Bistrot”: 90 mq in affitto per dj set con musica a palla e marciapiede invaso fino all’alba. Il locale ha chiuso il 30 marzo, ma lunedì sera Cochis era ancora lì, come un fantasma. Luce staccata, insegna sparita, un foglio A4 annuncia: “Locale chiuso definitivamente”. […]
Che è successo? “Stiamo vendendo. Arriverà un’hamburgheria”, dice aprendo a malincuore. “Problemi col condominio. E coi soci.” Poi tace.
Forse ne parlerà al prossimo consiglio di zona, dove si è fatto eleggere col partito e con i soldi di papà. Dove, guarda caso, si batte contro le limitazioni “inutili” ai locali. Il suo chiude dopo tre anni di guerra con i condomini di sopra, che porta a denunce e perfino a un processo contro gli amministratori. Per i residenti esasperati?
Nessuna scusa, anzi: una richiesta danni da 500 mila euro, così continuano a non chiudere occhio. Ebbene sì, anche Lorenzo Cochis Luciano La Russa ha diritto ai suoi 5 minuti di gloria non richiesta.
Classe 1995, il meno noto dei figli di Ignazio si divide tra la politica e la passione per cocktail e locali. Nel 2021 si candida con Fratelli d’Italia nel consiglio di zona 1 e viene eletto con 241 voti.
Segue esattamente le orme del fratello Geronimo, che vent’anni prima aveva usato lo stesso “trampolino”, collezionando incarichi in Aci, M4, Piccolo Teatro. Lorenzo, per ora, si ferma alla Fondazione Milano-Cortina 2026: “coordinatore delle cerimonie”. Ma il suo vero pallino sono i bar e i decibel.
Dopo tre anni di schiamazzi in strada, nel 2023 i condomini trascinano in Tribunale la “Rinascimento Srl”, titolare del bistrot. Il giudice impone orari ridotti, steward, silenzio notturno e penali da 500 euro. I limiti non sempre rispettati fanno scattare diffide, sanzioni e precetti.
Il 26 ottobre arriva la prima condanna, ma il locale fa ancora rumore. Recensione di novembre 2024 su Tripadvisor: “Festa in piena regola, 200 persone dentro e fuori, DJ a palla, fila per il bagno”.
Lorenzo Cochis Ignazio La Russa
Parte un procedimento penale per “superamento dei livelli di tollerabilità del rumore”, reato contravvenzionale. Lorenzo Cochis, pur socio alla pari, non è imputato. Lo sono i due amici, ai quali ha lasciato l’incombenza di fare da amministratori e rappresentati legali. La prossima udienza è il 16 giugno. I procedimenti civili si moltiplicano.
La società ora accusa i condomini di aver sabotato l’attività con un diluvio di azioni legali e una guerriglia urbana in stile Arancia Meccanica: un condomino entra e prende a calci le casse, poi tira un bicchiere a Cochis; qualcuno lancia gavettoni e olio dalle finestre, altri danneggiano le vetrine con aria compressa.
La società chiede 484 mila euro, quanto il ricavo medio degli ultimi tre esercizi. Ma il calcolo è lordo, cioè senza i costi che però pari sono, e infatti gli utili si fermano a miseri 119 euro l’anno, da dividere poi per tre soci.
Non cambia le cose l’apertura del “Parea Mare”, gemello estivo a Santa Margherita acquisito nel 2023 per 80 mila euro come ramo d’azienda. Almeno in politica il terreno pare più solido.
Quando viene eletto, Cochis dichiara: “Ho un cognome noto, ma nessuno mi ha regalato nulla”. In realtà, perfino la campagna elettorale è un regalo: il Fatto può dimostrare chi si cela dietro l’unico finanziatore da 10.800 euro: Ignazio Benito Maria La Russa.
Il rendimento non è molto alto. Per le presenze i consiglieri prendono anche 3 mila euro di gettoni al mese, lui si ferma a 240 euro. Ma è in prima fila quando si parla di movida. Ad aprile, 15 giorni dopo la chiusura del bistrot, attacca Sala sulla stretta ai locali di corso Garibaldi: “Punire i commercianti non serve!”. […]
IGNAZIO LA RUSSA CON IL FIGLIO LEONARDO APACHE
Leonardo Apache La Russa in Procura a Milano per l interrogatorio
ignazio e lorenzo cochis la russa foto mezzelani gmt 019
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