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Anais Ginori per “La Repubblica”
Dalla Siria alla Ville Lumière, la fortuna della famiglia Assad servirà a costruire nuove case popolari. Il comune di Parigi ha deciso di lanciare un nuovo progetto urbanistico, occupando un terreno di oltre 780 metri quadrati nel sedicesimo arrondissement. Il piano prevede la costruzione di un palazzo con 29 appartamenti, un asilo e un parcheggio.
L’iniziativa rappresenta una novità in uno dei quartieri più esclusivi della capitale, dove vivono miliardari come Vincent Bolloré, Bernard Arnault, politici come Nicolas Sarkozy, e gli alloggi popolari sono meno del 3% degli immobili. A colpire però non è tanto la scelta del posto, ma del proprietario: il terreno appartiene a Rifaat al Assad, zio dell’attuale presidente siriano Bashar e titolare, secondo alcune stime, di un patrimonio pari a 90 milioni di euro. La giustizia francese ha già avviato procedure di controllo sui beni intestati agli Assad, dopo una denuncia presentata dall’Ong Sherpa, specializzata nella ricerca di patrimoni trafugati da regimi.
Nel giugno scorso, Rifaat al Assad, 78 anni, è stato indagato dalla magistratura per riciclaggio e appropriazione indebita di fondi pubblici. L’uomo è da allora costretto agli arresti domiciliari a Parigi e sono stati sequestrati tutti i suoi beni in Francia, o via società in Lussemburgo.
Ai pm lo zio di Bashar al Assad ha risposto che il patrimonio proviene da “donazioni” fatte negli anni Ottanta dal principe e futuro re Abadallah dell’Arabia Saudita, ma senza riuscire a fornire le prove di questi regali. L’Ong che ha sporto denuncia sostiene invece che la fortuna si è accumulata grazie a fondi mandati dall’ex presidente Hafez al Assad, padre di Bashar, tra il 1984 e il 1988, quando Rifaat, all’epoca numero due del regime, fu costretto all’esilio. Tra i due fratelli i rapporti erano diventati pessimi, ma secondo l’Ong Sherpa ciò non impedì di mettere al sicuro una parte del patrimonio del clan alawita.
L’inchiesta e il sequestro dei beni dimostra come siano ormai profondamente cambiate le relazioni tra Parigi e Damasco. A metà degli anni Ottanta Rifaat al Assad era stato accolto in Francia dall’allora presidente François Mitterrand, che gli aveva conferito addirittura la Legione d’Onore. In seguito, si sono concentrate molte ombre sullo zio di Bashar, che ha vissuto molto a Londra, comprese voci di un suo ruolo nell’organizzazione dell’attentato contro il premier libanese Rafiq Hariri nel 2005.
monica maggioni intervista bashar al assad
In attesa di vedere l’esito delle indagini, il terreno è stato ceduto al Comune che ha dovuto comunque versare 9,5 milioni di euro su un conto corrente bloccato. Una somma che potrebbe recuperare in caso di condanna dello zio di Assad. «Riuscire a costruire case popolari in un quartiere come questo fa piacere — dice l’assessore parigino alla Casa, Ian Brossat — farlo su una proprietà di questo tipo è la ciliegina sulla torta». Il cantiere partirà nei prossimi mesi ed entro un anno dovrebbe essere inaugurato il nuovo condominio popolare, un esperimento forse ripetibile viste le tante proprietà sequestrate.
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