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Maurizio Stefanini per "Libero Quotidiano"
Lo scandalo Lockheed fece saltare teste importanti in Paesi Bassi, Italia e Giappone, ma negli Stati Uniti all’epoca pagare tangenti all’estero non era considerato reato. È peraltro noto che in vari Paesi è direttamente la Cia a convocare le multinazionali Usa e a smistarle alle varie gare per costruire ponti, strade o reti idriche. In questo caso, l’attività dei servizi è però protetta dallo State secrets privilege: un principio di Common Law emerso per via giurisprudenziale in una causa del 1953.
Sempre per un principio di Common Law, peraltro, non vige il principio di obbligatorietà dell’azione penale, ma quello di opportunità. Va inoltre ricordato che il Foreign Corrupt Practices Act (1977) distingue dalle tangenti i cosiddetti facilitation payments: "regalini" a pubblici funzionari che la morale locale ammette. In Uk il Public Bodies Corrupt Practices Act del 1889, il Prevention of Corruption Act del 1906 e il Prevention of Corruption Act del 1916 perseguivano le tangenti solo sul territorio nazionale. Uno specifico reato di «bribery of foreign public officials» è stato introdotto solo con il Bribery Act del 2010.
In compenso, la normativa è più severa di quella Usa, dal momento che non ammette neanche i facilitation payments. Un documento ufficiale per spiegare la legge chiarisce però che «i pubblici ministeri dovranno considerare con attenzione tutti i fatti e i casi che vengono alla loro attenzione per verificare se un pagamento costituisce tangente e, se è così, se l’azione penale è nel pubblico interesse». Neanche qui l’azione penale è obbligatoria.
Nel 1988 il Consiglio di Stato francese stabilì che le tangenti per ottenere un appalto pubblico potevano essere dedotte dalla dichiarazione dei redditi. Per venire incontro alla Convenzione Ocse nel 2000 fu modificato il codice penale, e poi furono approvate le leggi del 2007 e 2011. Nella pratica i tribunali hanno però limitato fortemente la possibilità di applicazione, escludendo i casi retroattivi, i personaggi influenti senza incarichi pubblici ufficiali o che avevano cessato di averli, gli interventi non direttamente dimostrabili, i comportamenti non puniti dalle leggi locali. Solo nel 2008 c’è stata in Francia la prima condanna per «corruption d’agents publics étrangers», e entro il 2012 ce ne erano state solo 3 definitive, anche se i procedimenti aperti erano 33.
In Germania fino al 1999 la legge tedesca consentiva «spese di rappresentanza» in cui erano coperte le mazzette, e che potevano essere detratte dalle tasse. In quell’anno fu stabilito che le tangenti erano un reato se pagate a funzionari pubblici, e nel 2002 anche se pagate a privati. Ma le imprese tedesche all’estero hanno continuato a pagarne in quantità, come dimostrano gli scandali greci di Siemens e Gsc.
La legge tedesca peraltro punisce solo i dipendenti delle società, e non le società stesse, anche se per compensare la lacuna si è infine stabilito che queste possono essere multate fino a 10 milioni di euro. Sono ammessi piccoli doni «consuetudinari». L’Ocse riconosce comunque che dal 2005 la Germania è stato il Paese che più ha erogato condanne contro la corruzione internazionale dopo gli Usa: 69 individui condannati tra 2005 e 2010 e 6 società multate dopo il 2007.
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