DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
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Non piace più nemmeno ai repubblicani, che l’avevano sostenuta, la decisione presa della Corte Suprema dell’Arizona che, riaffermando l’assoluta validità di una legge del 1864 che vieta ogni forma d’aborto fin dal concepimento (salvo quando è in pericolo la vita della madre), rimette l’interruzione di gravidanza al centro del dibattito politico americano. Proprio mentre il Parlamento europeo vota oggi una risoluzione per introdurre l’aborto nella propria Carta dei diritti fondamentali, allarmata dalle scelte di Paesi come Ungheria e Polonia.
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A essere rispolverata in Arizona è una norma d’altri tempi, scritta quando quello che oggi è uno degli stati essenziali a vincere le elezioni — conservatore, premiò Biden per una manciata di voti nel 2020, ma ora sembra nuovamente orientato a destra — era ancora una frontiera selvaggia, terra di conquista per pionieri e cercatori d’oro che non faceva nemmeno parte degli Stati Uniti: diventata 48esima stella solo nel 1912.
Quel divieto quasi totale era caduto nel dimenticatoio nel 1973, quando l’aborto fu liberalizzato a livello federale con la sentenza Roe vs. Wade. Dopo la cancellazione due anni fa, il Grand Canyon State aveva varato una nuova legge che limitava l’interruzione di gravidanza alle prime 15 settimane. Troppe per gli attivisti pro-life che avevano chiesto alla Corte Suprema locale di ripristinare la regola antica. I giudici, tutti repubblicani, gli hanno dato ragione non essendo mai stata abolita, la 13-3603 è ancora in vigore. Imponendo però una pausa di due settimane per consentire a tribunali di rango inferiore di esaminare ricorsi di incostituzionalità già in calendario.
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Nelle ore successive alla sentenza, anche i repubblicani che in precedenza avevano fervidamente sostenuto le limitazioni si sono trovati in difficoltà. […]
Arrivata all’indomani delle affermazioni di Trump sull’aborto, quando a caccia di voti moderati aveva detto che la scelta «spetta ai singoli stati», convinto di ribaltare a suo favore uno degli argomenti principali dei dem, la sentenza non aiuta i repubblicani in uno stato in bilico come l’Arizona.
[…] rischia di portare alle urne molte più donne e giovani, motivandoli a votare dem. […] «I giudici hanno esagerato », si è affrettato a commentare Trump. «Io non firmerei il divieto a livello nazionale».
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