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1. MAIL
Io conoscevo Marco Balich come produttore esecutivo di una casa di produzione televisiva Filmaster Clip e poi amministratore di KEvents che organizzava aperture e chiusure di grandi eventi sportivi.
Me lo ricordo come autore di un programma flop su Rai1 che si chiamava ‘’Centifruga’’. Che poi a Milano ad uno come Balich affidino la realizzazione dell’opera simbolo dell’Expo2015 non mi stupisco visto il carrozzone di clientele che è Expo2015.
Saluti
LR
2. “IL MIO PROGETTO ISPIRATO A MICHELANGELO”
Paolo Foschini per il "Corriere della Sera"
«Wilkinson chi?». Così il regista Marco Balich ieri mattina a caldo, di fronte all’accusa sollevata dall’architetto britannico Chris Wilkinson: l’Albero della vita, futura opera simbolo di Expo 2015 e nello specifico del Padiglione Italia, progettata appunto da Balich, non sarebbe originale? «Idea copiata — aveva detto l’architetto inglese al Corriere — dai Supertrees di Singapore» che svettano ormai da alcuni anni sui Gardens by the Bay per cui lo stesso Wilkinson e il paesaggista Andrew Grant sono stati più volte premiati.
«Certo che ho presente i Gardens — risponde Balich — né più né meno che mille altre cose in giro per il mondo. Ma Wilkinson, purtroppo, non lo conosco. La fonte che ha ispirato il mio progetto, mi spiace, si chiama Michelangelo. E comunque un albero è un albero: l’accusa che il mio sia simile a un altro, sinceramente, fa un po’ ridere».
Spiega: «L’idea dell’Albero della vita, che in sé è un simbolo universale dalla Bibbia fino ad Avatar, mi è venuta guardando il mosaico della cattedrale di Otranto. E su quell’idea abbiamo lavorato un anno intero. Dal punto di vista visivo invece, come ho sempre detto, l’opera è l’esplosione tridimensionale del pavimento michelangiolesco di quello che era considerato l’ombelico del mondo, cioè la piazza del Campidoglio a Roma».
E va avanti: «Io non faccio l’architetto, faccio spettacoli e il mio mestiere è produrre emozioni. Gli alberi di Singapore non hanno nulla a che fare con il mio semplicemente perché nascono come cose diverse: quella è una struttura architettonica, la mia è una macchina di luci che nei sei mesi dell’Expo offrirà 1.260 spettacoli diversi, uno ogni sei ore». Fa una pausa e chiude: «Gli sponsor sono tranquilli, io anche. Qualcuno può pensare di esercitare un copyright sulla forma di un albero?».
Stessa linea di Diana Bracco, commissario del Padiglione Italia: «Il progetto dell’Albero della vita è noto da oltre un anno, nessuno aveva mai detto niente. E comunque gli alberi son fatti così: c’è un tronco e una chioma. I lavori vanno avanti».
Il commissario di Expo 2015, Giuseppe Sala, si è invece limitato a confermare l’avvio entro questa settimana della gara per la parte tecnologica dell’opera, che da sola vale 4 milioni di euro. Nel frattempo il consorzio «Orgoglio Brescia» partirà con la costruzione della struttura, come da programma. «Sulla polemica — ha tagliato corto Sala — preferisco non commentare».
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