PIZZICATO DAL COMUNE DI AMATRICE PER AVER PROPOSTO L’AGLIO NELL’AMATRICIANA, CARLO CRACCO SI DIFENDE: “NON STAVO INSEGNANDO LA RICETTA. L’AGLIO? PUÒ CAPITARE, CHE MALE C’È. VOGLIONO SOLO FARSI PUBBLICITÀ”

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Angela Frenda per il “Corriere della Sera”

 

NOTA DEL COMUNE DI AMATRICE CONTRO CARLO CRACCONOTA DEL COMUNE DI AMATRICE CONTRO CARLO CRACCO

Cosa resta di un bucatino all’amatriciana? Nel piatto, poco. A Carlo Cracco, però, sembra stia costando un’indigestione di critiche. Tutta colpa della sua partecipazione alla trasmissione C’è posta per te , sabato scorso. Dove ha aiutato la protagonista di una delle storie di Maria De Filippi a preparare, appunto, l’amatriciana. Mettendoci però «l’aglio in camicia», da lui ritenuto un suo piccolo segreto.

 

Ma si sa: mai toccare una ricetta regionale italiana se non si vogliono risvegliare silenti campanilismi. E infatti ieri è scattata puntuale la polemica del Comune di Amatrice, città in provincia di Rieti che detiene la paternità della ricetta. L’intera amministrazione comunale si è affidata a un comunicato stampa per esprimere «sconcerto» verso la scelta dello chef stellato.

 

Specificando: «Gli unici ingredienti che compongono la vera amatriciana sono guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino. Siamo sicuri che da parte del celebre chef sia stato un “lapsus” in buona fede, vista la sua storia professionale. Certo, ha piena libertà di inserire “l’aglio in camicia” nel sugo da lui preparato, ma non lo si può chiamare amatriciana».

 

tavolata con amatricianatavolata con amatriciana

Carlo Cracco però non ci sta: «Non hanno niente da fare. Se mi avessero visto in tv avrebbero capito che era un modo giocoso di premiare una persona, farla divertire. Non stavo insegnando la ricetta», commenta. Ma l’aglio, chef... «Può capitare, che male c’è? Se poi ci si vuol fare pubblicità... La cucina regionale italiana è talmente complessa... Non importa seguire fedelmente una ricetta, devi farla vivere interpretandola come più ti piace. E a me l’aglio in quel caso non dispiaceva...».

 

carlo cracco con la moglie rosa fanticarlo cracco con la moglie rosa fanti

Il problema è che ad Amatrice ci tengono alla precisione. Lo dicono anche i cartelli comunali che riportano la dicitura «Amatrice, Città degli Spaghetti». È stata la cucina romanesca a modificare uno degli ingredienti della ricetta, sostituendo gli spaghetti con i bucatini. Nessuna certezza, dunque, sull’amatriciana. Secondo i tradizionalisti, per dire, si deve rispettare rigorosamente la proporzione di un quarto fra pasta e guanciale di maiale.

 

CARLO CRACCO PRESENTA IL SUO LIBRO NELLA LIBRERIA ARION A ROMA CARLO CRACCO PRESENTA IL SUO LIBRO NELLA LIBRERIA ARION A ROMA

Di aglio non se ne parla quasi mai. Quanto alla cipolla, è chiaro che non è usata ad Amatrice, ma è riportata nei manuali classici della cucina romana. E la usava anche il grande attore Aldo Fabrizi (nelle trasmissioni tv e radio parlava spesso di cibo e di quella che chiamava «la matriciana mia»), declamando la ricetta: «Soffriggete in padella cipolla, ojo, zenzero, mezz’etto de guanciale affumicato e mezzo de pancetta arotolata...». Ad Amatrice dovranno farsene una ragione. 

carlo cracco a cena nel ristorante del giudic L y ybE jpegcarlo cracco a cena nel ristorante del giudic L y ybE jpegCRACCO E BENEDETTA PARODICRACCO E BENEDETTA PARODI