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Margherita Montanari per il "Corriere della Sera"
Centodieci audizioni, analisi dei turni, verifica di mail e documenti. L' Azienda sanitaria trentina ha trovato riscontro di «fatti oggettivi e una situazione di reparto critica» nell' unità di ginecologia di Trento e ha trasferito il primario Saverio Tateo e la dirigente Liliana Mereu. Uno spostamento liberatorio per le sei professioniste che lavorano nel reparto e che, attraverso i legali Andrea de Bertolini e Andrea Manca, si sono fatte avanti per denunciare i metodi utilizzati dai due specialisti in corsia.
La decisione della commissione è arrivata dopo la sparizione della ginecologa Sara Pedri. Hanno verificato le molteplici denunce sul clima di terrore in reparto che, secondo la famiglia della ginecologa 31enne sono all' origine della sua scomparsa, il 4 marzo. Ma ben prima che il caso Pedri scoppiasse, ai primi di aprile, cinque dirigenti e ostetriche (poi sene aggiungerà una sesta) si erano rivolte agli avvocati de Bertolini e Manca.
Denunciando una situazione «insopportabile sotto il profilo umano e professionale», spiegano i legali; un modus operandi fatto di «vessazioni mortificanti», che aveva provocato la diaspora, negli ultimi 6 anni, di 62 dipendenti.
«Da anni si vive un clima di sofferenza legato ai metodi autoritari di Tateo e Mereu.
Atteggiamenti che sono andati inasprendosi», dice Marta (nome di fantasia) ginecologa come Sara. Lo ha già raccontato ai pm e alla commissione interna. Turni sfiancanti, scatti d' ira, umiliazioni che non avrebbero avuto valide ragioni. «Alcune persone sono state prese di mira, e ne è seguito anche un demansionamento». Dinamiche che anche Sara, negli appunti trovati nel suo appartamento scriveva di aver vissuto.
«La condotta basata su atteggiamenti spesso vessatori ha creato in me come in tanti altri una profonda sofferenza. Capitavano anche insulti e minacce. A un' infermiera ho sentito dire: io ti rovino», prosegue Marta. Il venir meno della serenità sul posto di lavoro, stando al racconto delle dipendenti che hanno denunciato, risalirebbe a quando Tateo e Mereu hanno cominciato a lavorare assieme («Con il loro allineamento, il clima è peggiorato»). «Sara - riflette Marta - ha avuto un impatto complesso con una realtà difficile, diversa da come se l' era immaginata e che non è stata accogliente.
Né protettiva come dovrebbe essere nei confronti di un neo-specialista».
Tessere di un puzzle che ora verranno verificate anche in sede giudiziaria. Quattro dottoresse hanno già reso la loro versione a Procura e Ordine dei medici. «L' esito dell' inchiesta interna non mette la parola fine a questa storia, ma è qualcosa di fondamentale - dice l' avvocato de Bertolini -, stiamo valutando quale tipo di azioni giudiziali intraprendere». Per Marta e altri dipendenti «ora si volta pagina, ma ci portiamo dietro la sofferenza di questi anni».
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