davide capello ponte genova

“SONO CADUTO DAL PONTE MORANDI, UN VOLO DI TRENTA METRI” - LA DRAMMATICA STORIA DI DAVIDE CAPELLO: “SONO STATO SBALZATO DALL'AUTO E MI SONO TROVATO IN BILICO PROPRIO SUL PILONE NUMERO NOVE. SONO FINITO IN UNA SPECIE DI BOLLA D'ARIA CHE È STATA LA MIA SALVEZZA, PERCHÉ HA ATTUTITO LO SCHIANTO - A TERRA, QUANDO HO CAPITO DI ESSERE ANCORA VIVO, HO INIZIATO A SCAVARE PER METRI. LA MIA VITA E’ CAMBIATA NEL MODO DI CONSIDERARE IL TEMPO. OGNI ATTIMO E’ PREZIOSO”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Marco Bardesono per “Libero Quotidiano”

 

Davide Capello

Non ha sentito pianti o stridor di denti, ma Davide Capello ha capito subito che ciò che vedeva davanti ai suoi occhi era l' inferno: «Solo macerie e un silenzio irreale, come se fossi in un altro mondo, come se fosse esplosa una bomba atomica».  Eppure il 14 agosto di due mesi fa a Genova, lui si è salvato. Un miracolo, solo fortuna, il destino. Davide Capello non sa trovare una spiegazione: «Percorrevo il Morandi, ma il ponte è caduto giù. Sono stato sbalzato dall' auto e mi sono trovato in bilico proprio sul pilone numero nove». Non ha avuto il tempo di aggrapparsi che si è ritrovato, sbalzato ancora una volta, tra il cemento e il sostegno del pezzo di viadotto che stava crollando sul Polcevera. «In una specie di bolla d' aria che è stata la mia salvezza, perché ha attutito lo schianto».

ponte morandi genova

 

IL DESTINO?

Un volo di una trentina di metri, «e a terra, quando ho capito d' essere ancora vivo, ho cominciato a scavare con le mani tra i detriti, per procurarmi una via di fuga. Ho scavato con affanno per 5, 6 metri e mi sono trovato fuori. Più del volo e del crollo, ricordo il silenzio sinistro e la desolazione di auto e camion schiacciati, di blocchi di cemento sbriciolati. Si sentiva solo il rumore della pioggia battente».

 

Per Capello, 35 anni, già portiere del Cagliari, la vita è cambiata «completamente, non per le cose che faccio ogni giorno, ma per il modo di affrontarle e di considerare il tempo. Ogni attimo della vita è prezioso e cerco di assaporarlo a fondo. Ogni relazione umana è importante e ogni persona unica, a cominciare dalla mia fidanzata».

IL MONCONE CROLLATO DEL PONTE MORANDI

 

Nella caduta Capello non si è fatto un graffio, ma il suo cuore ha subito una ferita ancora non rimarginata: «Non posso fare tutto da solo, c' è chi mi aiuta per uscire dall' incubo». Viene seguito da un punto di vista medico, «ho manifestato problemi, quelli legati al sonno e altri di cui preferisco non parlare». Dorme poco, si sveglia in preda all' incubo di quel ponte che crolla, ma Capello lotta per venirne fuori: «Spero di tornare presto al lavoro».

il ponte di genova e le case sottostanti

 

La sua professione attuale è quella di vigile del fuoco e, verosimilmente, la preparazione fisica gli ha consentito di salvarsi: «È probabile. Per ora non ho ripreso il mio lavoro, la mia condizione non me lo permette, ma spero di indossare la divisa molto presto». I colleghi «mi vengono a trovare spesso, a volte vado in caserma per salutarli».

 

Sportivo, laurea in scienze motorie, calciatore per professione e oggi per passione, «dopo aver militato in squadre di diverse categorie, ultima il Legino in Promozione, ho appeso scarpe e guantoni al chiodo, ma quel mondo non l' ho abbandonato». È stato il Genoa ad assoldarlo: «Mi occupo del settore giovanile».

 

LA CAUSA

il crollo del ponte morandi a genova

Davide si commuove quando pensa ai ragazzini che dopo il crollo del ponte lo hanno circondato per abbracciarlo: «Mi hanno trasmesso una grande forza, e anche i loro genitori. Il rapporto umano è quanto di più prezioso. È una frase che avrei potuto dire anche prima del crollo, ma dopo essere stato miracolato e aver visto attorno a me la morte di tante persone, questa stessa frase la pronuncio non solo con le parole, ma con il cuore». Non c' è dubbio che l' ex calciatore abbia subito danni gravi, con conseguenze che lo accompagneranno a lungo e per questo qualcuno dovrà pagare: «Sì, ho avviato tutte le procedure legali, intanto bisognerà capire chi ha avuto la responsabilità di ciò che è accaduto. Ma ottenere un risarcimento, almeno allo stato dei fatti, è l' ultimo dei miei pensieri».

il crollo del ponte morandi a genova