DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
Michela Allegri e Giuseppe Scarpa per il Messaggero
I capelli biondi e il viso nascosti da un cappello rosa e da una sciarpa. Gli occhi azzurri coperti da un paio di occhiali da sole giganti.
Anastasia Kylemnyk li toglierà solo davanti al gip Costantino De Robbio, per raccontare la sua verità: «Non sapevo che nello zaino ci fossero settantamila euro, io e Luca non sapevamo nulla nemmeno della droga».
Si ferma per asciugare le lacrime, parlando della notte del 23 ottobre, quando il suo fidanzato Luca Sacchi è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa sparato da Valerio Del Grosso, in carcere per omicidio insieme a Paolo Pirino e a Marcello De Propris. Poi, scarica la responsabilità su Giovanni Princi, l' ex compagno di scuola di Sacchi, che si trova a Regina Coeli con l' accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, la stessa contestazione mossa ad Anastasia, che ha l' obbligo di firma alla polizia giudiziaria.
luca sacchi festeggiato da anastasiya
«Io e Luca non sapevamo nulla - avrebbe ribadito - Giovanni Princi mi ha dato una busta e mi ha detto di tenerla nello zaino». Proprio in quella busta, secondo la ragazza, ci potrebbero essere stati i 70mila euro in contanti, divisi in due mazzette, che sarebbero dovuti servire per acquistare droga: 15 chili di marijuana che Princi aveva commissionato ai pusher di San Basilio, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. Intanto dai cellulari di Princi e Anastasia potrebbero emergere novità importanti. I 4 smartphone, due a testa, verranno analizzati dagli specialisti nominati dalla procura il 9 dicembre. L' obiettivo è estrapolare conversazioni ed sms. Il giorno successivo verranno analizzati il portafoglio dell' ucraina e il suo zaino. Infine, l' 11, l' auto in uso ad Anastasia, la Citroen C1 spostata da Princi in fretta e furia il giorno del delitto, mentre Luca era agonizzante in ospedale.
anastasiya kylemnyk. luca sacchi
LO ZAINO Il giorno dell' omicidio Del Grosso aveva mandato in avanscoperta due intermediari, Simone Piromalli e Valerio Rispoli, per controllare se i ragazzi dell' Appio Tuscolano, che avevano appuntamento con lui davanti al pub John Cabot, avessero abbastanza denaro per l' acquisto. E proprio a Rispoli, secondo l' accusa, Princi, Anastasia e Sacchi avrebbero mostrato le mazzette di banconote, che erano dentro allo zaino della ragazza. Sempre lui aveva avvisato Del Grosso, che si era subito attivato per reperire la droga. L' aveva trovata da Marcello De Propris. Era quindi andato al pub per portare avanti in prima persona la trattativa e per controllare la presenza dei soldi. Anche Del Grosso aveva parlato con Princi, che era contrariato perché pensava di effettuare subito lo scambio. «Ma come frà avevi detto che facevamo qua», è la frase che Princi, sentito da Rispoli, aveva detto al pusher. E lui: «Vado, prendo l' erba e te la porto qua».
LA PISTOLA Poi, però, Del Grosso aveva deciso di cambiare piano: «Me sta a partì la brocca, non puoi capì quanti sono», aveva detto a De Propris, riferendosi ai soldi. Quindi, la decisione di farsi dare dal fornitore una pistola e «sfilarglieli tutti e settanta», senza procedere allo scambio. Poi, Pirino che colpisce Anastasia con una mazza, Sacchi che reagisce e Del Grosso che gli spara, prende lo zaino e scappa. La ricostruzione della pm Nadia Plastina - che ha chiesto e ottenuto gli arresti - è lineare. Manca un dettaglio: i soldi sono spariti, così come l' arma usata per uccidere Luca. E, almeno per il momento, nessuno degli indagati ha chiarito questi interrogativi. In sede di interrogatorio di garanzia, due giorni fa, Del Grosso, Pirino, De Propris e Princi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L' unica che ha deciso di rispondere alle domande del giudice è stata Anastasia. Ha respinto le accuse, ha negato di essere coinvolta nel giro di spaccio. «Io e Luca siamo andati lì come spesso facevamo io e lui, come sarà capitato altre mille volte. In questa vicenda di droga noi non c' entriamo nulla».
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LE CONTRADDIZIONI DELL’UCRAINA
Val. Err. Per il Messaggero
Le ombre non sono state dissipate. Sulla ricostruzione delle ore precedenti all' incontro che ha portato alla morte di Luca Sacchi, i dubbi restano. Ed è ancora la versione di Anastasia, la fidanzata di Luca, ad essere contraddetta. Le testimonianze sembrano smentire la sua versione: è lei che poggia lo zaino con i soldi accanto al pusher. Lei che lo riprende. Almeno secondo il verbale di Valerio Rispoli, emissario di Del Grosso che si presenta al pub per controllare se i clienti abbiano denaro sufficiente per comprare droga. Mentre Simone Piromalli racconta di avere notato che «tre ragazzi e una ragazza» erano interessati ad acquistare.
Ma è il silenzio, che si protrae per oltre un mese dopo la morte del fidanzato, a rendere, anche agli occhi degli inquirenti, la posizione della ragazza più che ambigua. Sentita subito dopo il delitto, Nastja non parla di soldi né di una busta nascosta all' interno della borsa che Paolo Pirino e Valerio Del Grosso le hanno rubato. Né alla luce degli arresti e della ricostruzione successiva sente l' esigenza di presentarsi in procura per collaborare alle indagini.
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L' INCONTRO Per gli inquirenti la conversazione delle 22,48 tra Del Grosso e Marcello De Propris, suo fornitore, che gli presterà la pistola usata per l' omicidio, è significativa: «Sto n attimo a perde tempo... è un po' ambigua la situazione, sai? Non poi capì Marcè quanti so', non poi capiì... me sta a partì la brocca proprio de brutto».
Annotano gli investigatori: «Del Grosso, dopo aver incontrato Pinci e Anastasia (così come indicato dalle dichiarazioni di Rispoli e Piromalli) e aver constatato la presenza di molte più persone di quanto preventivato, spiegava di essersi innervosito aDe Propris».
Sentita a verbale dopo i fatti Anastasia non parla del contenuto dello zaino. Ma nulla aggiunge neppure nelle settimane successive, con grande sorpresa degli inquirenti non sceglie di presentarsi per fornire elementi utili. Non è lei a fare il nome di Princi. Ma gli amici di Del Grosso. Eppure, quando l' amico di Luca viene arrestato e anche a lei viene notificata la misura cautelare in caserma gli urla contro: «È colpa tua».
PRINCI SPOSTÒ L'AUTO DI NASTJA: COSÌ SPARIRONO I SOLDI
Alessia marani e Camilla Mozzetti per il Messaggero - Roma
Credeva di aver agguantato 70 mila euro, Valerio Del Grosso, perché i suoi intermediari Simone Piromalli e Valerio Rispoli avevano visto mazzette da 20 e 50 euro. Ma nessuno del gruppo di Casal Monastero la sera del 23 ottobre quando la trattativa per l' acquisto di 15 chili di marijuana è degenerata nell' omicidio di Luca Sacchi ha tirato fuori i soldi dallo zaino di Anastasia Kylemnyk, mettendosi a contarli. E se una parte fosse stata nascosta nella Citroen C1 della baby-sitter ucraina che dopo la sparatoria è stata spostata in fretta e furia da Giovanni Princi, considerato dagli inquirenti il ponte nella trattativa per l' acquisto di droga tra i due gruppi di giovani? Il ragazzo, arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo che stanno portando avanti le indagini per conto della Procura, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell' interrogatorio di garanzia.
Per il momento è soltanto un' ipotesi su cui potrebbe far chiarezza, proprio Del Grosso, quando deciderà di parlare con gli inquirenti.
Ieri, interrogata dal pm Nadia Plastina e dal gip Costantino De Robbio, la Kylemnyk ha negato di sapere che dentro il suo zaino ci fosse una cifra simile. Nelle varie audizioni degli intermediari di Del Grosso, nelle parole di quest' ultimo proferite agli amici, alla fidanzata Giorgia, al datore di lavoro nella pasticceria dove era stato assunto lo scorso marzo, non si fa mai cenno al conteggio del denaro. Come se questo passaggio seppur essenziale non ci fosse mai stato nelle ore precedenti al ferimento mortale di Sacchi. Non si può escludere che lo stesso Del Grosso, trovandosi all' Appio al momento della verifica fatta dai suoi intermediari, abbia creduto in un importo simile perché assicurato da Princi e mostrato solo in minima parte.
SPOSTAMENTI SOSPETTI Così come non si può non valutare in maniera sospetta l' atteggiamento di Princi che, con Sacchi agonizzante in ospedale, si è preoccupato di spostare l' auto di Anastasia regolarmente parcheggiata nei pressi del pub e di condurla in una strada vicina alla sua abitazione. Perché farlo se dentro non c' era nulla da nascondere e soprattutto da rimuovere dalla scena del delitto che si era riempita di carabinieri e poliziotti?
Del Grosso e Pirino arrivano per fregare il gruppo di Sacchi, rubano lo zaino ma il personal trainer si difende. Parte il colpo di revolver, apparentemente non previsto, che manda in tilt i due di Casal Monastero. Del Grosso e Pirino scappano con lo zaino e magari dentro ci trovano una busta o un marsupio che non aprono nell' immediato, preoccupandosi soltanto di nasconderlo in un posto sicuro o, più probabilmente, di affidarlo a qualcuno. Tanto sono convinti che dentro ci sia il bottino da 70 mila euro e loro devono pensare a come nascondersi dopo la sparatoria.
Forse Del Grosso capirà di aver sparato contro un uomo per 70 mila euro che alla fine non si ritroverà nelle mani. Potrebbe averlo capito quando si è messo a contare i soldi o quando è stato informato da chi li aveva avuti in custodia soltanto poche ore prima di esser scovato dagli agenti della Squadra Mobile in un hotel di Tor Cervara. Mentre Princi, con l' auto di Anastasia, potrebbe aver fatto sparire la restante parte la sera stessa dell' omicidio. Intanto la prossima settimana verranno analizzati i due cellulari sequestrati a lui e ad Anastasia, passata al setaccio la Citroen C1 e analizzati i Dna dei campioni biologici rinvenuti sotto le unghie di Sacchi.
FOTOSEQUENZA OMICIDIO LUCA SACCHI 3FOTOSEQUENZA OMICIDIO LUCA SACCHIFOTOSEQUENZA OMICIDIO LUCA SACCHI 2omicidio luca sacchi pub appio latinoluca sacchiluca sacchiLUCA SACCHI E LA FIDANZATALUCA SACCHI E LA FIDANZATALUCA SACCHIvalerio del grossopaolo pirinovalerio del grosso anastasia fidanzata di luca sacchi paolo pirinoluca sacchi anastasia
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