
PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO…
CHI È DAVVERO DAVIDE BARZAN? – “LE IENE” SBUGIARDANO IL “CRIMINALISTA PIÙ TRASMESSO D’ITALIA", CHE SOSTIENE DI AVERE UN "CASELLARIO GIUDIZIALE PULITO". MA LA TRASMISSIONE HA TROVATO LE PROVE DI UNA CONDANNA PER TRUFFA A SEI MESI DI RECLUSIONE (CON SOSPENSIONE DELLA PENA) - SULLA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA SI LEGGE: “BARZAN HA PRECOSTITUITO UN CASTELLO DI BUGIE FINALIZZATO A..."
IL SERVIZIO DELLE "IENE" SU DAVIDE BARZAN
Anticipazione da “Le Iene” – Mediaset”
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Chi è davvero Davide Barzan? È un professionista del diritto, incensurato e al di sopra di ogni sospetto, come lui stesso dichiara? Oppure è un pregiudicato che ha avuto qualche problema con la giustizia? A rispondere, con documenti esclusivi, il nuovo servizio di Gaston Zama e Marco Occhipinti, in onda stasera, martedì 15 aprile, in prima serata, su Italia 1.
Il servizio della scorsa settimana è partito dall’omicidio di Pierina Paganelli, pensionata uccisa brutalmente con 29 coltellate nel garage di casa sua a Rimini. Tra i protagonisti della vicenda Loris Bianchi e sua sorella Manuela, sposata con Giuliano Saponi, figlio di Pierina, i loro vicini di pianerottolo, Louis Dassilva (amante della Bianchi, ndr.) e la moglie di quest’ultimo, Valeria Bartolucci.
Proprio la Bartolucci, intervistata da Zama, ha rilasciato dichiarazioni clamorose, accusando Davide Barzan - attualmente consulente legale di Manuela Bianchi e di suo fratello Loris, ma inizialmente difensore di tutte e due le coppie vicine di casa - di essersi presentato come avvocato pur non essendo iscritto all’albo.
Secondo la donna, Barzan, insieme all’investigatore privato Ezio Denti, avrebbe anche suggerito strategie difensive assai discutibili, come quella di far confessare l’omicidio a Dassilva, pur sapendolo innocente, per poi individuare un tossicodipendente disposto ad assumersi la colpa del delitto in cambio di 5.000 euro.
A domanda diretta di Gaston Zama, Barzan ha ammesso di non essere un avvocato, ma di aver fatto studi di diritto. Su come potesse essere chiamato dall’inviato, signore o dottore, Barzan ha risposto: “Chiamatemi signor Barzan”.
E alla domanda successiva, se fosse o meno laureato, ha risposto in maniera affermativa, ma senza dire dove avesse conseguito la laurea. Dopo il servizio, Barzan diventa virale sui social, grazie anche ai suoi strafalcioni linguistici sfoderati in tv e poi durante l’incontro con l’inviato de Le Iene: “Venghi”, “Extra familare”, “Se potrebbe”, “Pubblico lubbrio”, “Totò De Curti”.
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Poi raggiunto telefonicamente da Gaston Zama, prima di congedarsi, ha tenuto a sottolineare che: “Venghi si può dire perché è participio passato, ecco, le volevo dire questo, e viene usato molto nelle forme teatrali, capito? Eheheh”. Peccato che Paolo D’Achille, Presidente dell’Accademia della Crusca, una volta consultato spazza via ogni dubbio: “La forma corretta è ‘venga’, il participio passato sarebbe ‘venuti’!”.
Dopo il servizio andato in onda la settimana scorsa, l’on. Dolores Bevilacqua (M5S), membro della Commissione di Vigilanza Rai, ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla frequente presenza di Barzan nelle trasmissioni del servizio pubblico: “Chiediamo alla Rai di chiarire quali criteri vengano adottati nella scelta degli ospiti coinvolti in casi giudiziari, se siano stati verificati i titoli professionali dichiarati da Barzan, e se vi siano stati compensi o accordi contrattuali con lui.
Inoltre, chiediamo se l'azienda intenda riesaminare quanto avvenuto e adottare misure per evitare simili situazioni in futuro. Il servizio pubblico ha il dovere di garantire un'informazione equilibrata e verificata. Non è accettabile che figure controverse, prive di titoli accertati, vengano presentate come esperti su casi così delicati.”
Nel frattempo, alle Iene sono arrivate altre segnalazioni di persone che sostengono di essere state truffate da Davide Barzan. Gaston Zama ne ha incontrato alcune. A parlare due cosentini, Vincenzo Cortese e suo cognato Francesco Di Lauro e un ristoratore calabrese residente in Emilia-Romagna, Vincenzo Iurillo.
Secondo quanto raccontano gli intervistati, Barzan avrebbe cominciato a farsi notare a Cosenza durante le elezioni comunali del 2010-2011, candidandosi con un partito, ma ottenendo solo una trentina di voti. Dopo quella breve parentesi politica, avrebbe vissuto un momento difficile, culminato – secondo notizie riportate dalla stampa locale – con l’incendio della sua auto.
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Poco dopo, però, sarebbe arrivata la svolta: la vincita di 47 milioni di euro al Superenalotto avvenuta a Cosenza, notizia che all’epoca fece il giro d’Italia. Barzan avrebbe rivelato ad alcuni conoscenti di essere lui il fortunato vincitore, prospettando la possibilità di investimenti sul territorio e di progetti, tra cui l’acquisizione del Cosenza Calcio, anche quella notizia finita sulla stampa locale.
I tre cosentini intervistati da le Iene raccontano come Barzan all’epoca si sarebbe presentato alla guida di una Ferrari 430 grigia o altre macchine appariscenti, e che l’apparenza, insieme a un’immagine familiare rassicurante, avrebbe contribuito a rafforzare la sua credibilità. Secondo Vincenzo Iurillo, infatti, “Aveva il profilo perfetto: sorella avvocato, padre ex bancario”.
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Tutti e tre, in modi diversi, riposero in lui la loro fiducia e gli affidarono anche i loro soldi. Iurillo gli dà 4.000 euro, convinto che in cambio sarebbe arrivato un lavoro in banca per la nipote, che, secondo il suo racconto, sarebbe stato promesso dal Barzan (ma l'assunzione non sarebbe mai arrivata, ndr.).
Di Lauro invece avrebbe accompagnato Barzan in giro per l’Italia, avrebbe dormito con lui nello stesso letto, dividendo stanze di hotel per risparmiare sui costi, con la promessa di un ruolo da direttore sportivo del Cosenza calcio (poi mai acquisito, ndr.). In più, stando alla versione di Cortese, Barzan gli avrebbe proposto un progetto: “Un’attività inerente a una palestra, doveva essere chiamata sport village, …con una cena a casa nostra per parlare di questo progetto imprenditoriale e iniziamo a stabilire una somma per entrare in questa società, 46.000€…mi fidavo di lui”.
Barzan però all’improvviso sarebbe sparito, i soldi non sarebbero stati mai restituiti, e le promesse e i progetti sarebbero finiti tutti nel nulla. Quando i tre iniziarono a chiedergli indietro quanto versato (oltre 46.000 euro + 4000 euro in tutto, ndr.), Barzan li avrebbe denunciati per estorsione e tutti e tre si trovarono improvvisamente imputati.
Francesco oggi spiega: “Devi prima dimostrare che non sei un estorsore per poterlo denunciare a tua volta.”. A questo punto Barzan avrebbe dato appuntamento ad alcuni di loro per ridargli i soldi tramite assegni, ma, spiega l’avvocato di alcuni dei giovani denunciati per estorsione: “Venivano tratti in arresto tre ragazzi successivamente rimessi in libertà”, perché i giudici avrebbero accertato che non era in corso nessuna estorsione, dopodiché, archiviate le accuse nei loro confronti, i protagonisti lo hanno denunciato.
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Durante le indagini emerse molto altro: Barzan avrebbe mostrato ai carabinieri un estratto conto con 19 milioni di euro, ma che secondo le verifiche poi svolte dagli inquirenti risulterà falso. La presunta vincita al Superenalotto verrà verificata presso la Sisal e fu accertato che a vincere non fu lui. Si scoprì anche che le auto di lusso erano tutte a noleggio. Inoltre, dai racconti e dagli atti del procedimento per estorsione emergerebbe che Barzan e la sua famiglia avrebbero soggiornato a lungo in un hotel di Salerno senza pagare un conto da 40.000 euro.
Il giudice Renata Sessa che deciderà per l’assoluzione dei giovani denunciati dal Barzan, scriverà: “Ciò avvalora la millanteria portata avanti da Barzan.” Che una volta concluso il processo per estorsione, viene denunciato per calunnia, ma quel procedimento poi si chiuderà con una prescrizione. E chi ha perso soldi e dignità finirà per rassegnarsi. Anche perché, nonostante quanto da loro raccontato e per gran parte confermato dalle indagini degli inquirenti, Barzan uscì formalmente “pulito” dalla vicenda: nessuna condanna per lui alla fine degli iter giudiziari.
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Lui stesso rivendica al telefono con Gaston Zama di essere incensurato: “Io non ho condanne. Il mio casellario giudiziale è pulito.”. Ma come spiega l’avvocato Vincenzo Adamo, Barzan, al contrario di quanto dichiarato alle Iene, risulta pregiudicato e condannato in via definitiva per truffa a sei mesi di reclusione. A Gaston Zama Adamo racconta di aver rappresentato una banca di Cosenza contro Davide Barzan: “È una persona contro la quale ho agito qualche anno fa, poi è stato riconosciuto colpevole”, in una vicenda conclusasi nel 2023.
Barzan avrebbe sfruttato le voci sull’acquisto del Cosenza Calcio da parte della sua famiglia per presentarsi all’istituto di credito Bcc Mediocrati di Cosenza con un assegno da due milioni di euro e ottenendo così l’apertura di un conto corrente. “Barzan ha indotto il direttore della filiale a credere al fatto che fosse un buon cliente da acquisire”, ma l’assegno risultò scoperto e falso, solo dopo aver chiesto e ottenuto di fare un’operazione da circa 7.000 euro, scoperti anch’essi.
Louis Dassilva - incidente probatorio per omicidio di pierina paganelli
“La banca ha fatto causa?”, chiede Gaston Zama. “Assolutamente sì”, risponde l’avv. Adamo. La querela risale al marzo 2014 e si è conclusa con i tre gradi di giudizio nel 2023: “Barzan ha subito una condanna per il reato di truffa, con sei mesi di reclusione (con pena sospesa e non menzione sul casellario, nrd.) e un risarcimento dovuto alla banca tra i 10 e i 15.000 euro circa. Il giudice nella sentenza di condanna ha affermato che Barzan “Ha precostituito un castello di bugie finalizzato a simulare la propria solvibilità e a carpire la fiducia del direttore della filiale. Barzan ha costruito un castello di menzogne”.
E chi ha avuto a che fare con lui si sorprende per il fatto che è ancora oggi è ospite in TV nei panni dell’esperto di diritto: “Quando lo vedo in televisione – conclude uno degli intervistati – mi viene il sangue al cervello. Ha fatto piangere tanta gente. Eppure, continua a raccontare storie davanti alle telecamere. Speriamo che qualcuno si accorga finalmente di chi è davvero.”
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