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“EROE” PER SBAGLIO - E’ MORTO GUENTER SCHABOWSKI, L’ALTO FUNZIONARIO DURO E PURO DELLA DDR, CHE PER ERRORE DIEDE IL VIA ALL’ABBATTIMENTO DEL MURO DI BERLINO E ALLA RIUNIFICAZIONE DELLA GERMANIA

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Andrea Tarquini per “la Repubblica”

 

Guenter SchabowskiGuenter Schabowski

C’è chi diventa eroe per scelta, chi perché ce lo porta la Storia, chi per banale coincidenza o errore. Il più importante “eroe per caso” del nostro tempo è venuto a mancare ieri: Guenter Schabowski, l’alto funzionario del regime comunista tedesco- orientale che in quella sera indimenticabile del 9 novembre 1989 annunciò l’apertura delle frontiere, e indirettamente fece crollare il “Muro della Vergogna”, è morto ieri dopo lunga malattia a Berlino.

Guenter Schabowski Guenter Schabowski

 

“Schabe”, la blatta, il soprannome poco glorioso da insetto molesto con cui lo chiamavano i giornalisti di tutto il mondo (lui si rivolgeva loro definendoli tutti ‘compagni’) aveva alle spalle una carriera esemplare di gerarca rosso, non si era mai distinto tra i pochi che osavano chiedere riforme. Ma quella sera, chi sa se per totale inconsapevolezza, o forse per disperato spirito d’improvvisazione, si riscattò davanti alla Storia.

 

Il Politburo, organo supremo della Sed (il Pc al potere) aveva appena terminato la riunione più tempestosa della sua vita: esodo di massa dalla frontiera ungherese aperta, milioni in piazza ogni giorno inneggiando a Gorbaciov, alle riforme, alla rivoluzione polacca, economia allo stremo. Il regime alle corde decise segnali d’apertura.

 

Guenter Schabowski   Guenter Schabowski

Toccò a Schabowski, quel docile funzionario nato nella placida Anklam in Meclemburgo il 4 gennaio 1929 e reduce da leali studi di partito a Mosca, affrontare la stampa mondiale. «Abbiamo deciso un nuovo regolamento sui viaggi all’estero », disse col suo rude accento berlinese. Toccò a un italiano, il collega Riccardo Ehrman allora corrispondente dell’ Ansa a Berlino Est, fargli da deuteragonista geniale: «Scusi, da quando?». Il re fu nudo. Schabowski fu colto di sorpresa, nessuno lo aveva preparato a una simile domanda. Ci pensò, e rispose: «Da subito».

 

Guenter Schabowski     Guenter Schabowski

La notizia fece il giro del mondo senza internet. A centinaia di migliaia, i berlinesi dell’est si ammassarono lungo i punti di passaggio del Muro. Chiedendo di passare a Berlino libera, “non potete fermarci, lo ha deciso il Partito”, gridavano ai Vopos. Situazione di minuto in minuto più pericolosa, alla fine il comandante delle guardie di frontiera a Bornholmerstrasse decise di aprire per evitare il peggio. Dopo 28 anni, la frontiera più odiata del mondo era caduta senza sangue. Merito del compagno Guenter, o suo errore da impreparazione? Da allora la domanda ha diviso la Germania, e continuerà a farlo.

 

Guenter Schabowski  Guenter Schabowski

Prima, all’apice della forza del regime, lui fu gerarca temuto: capo del Partito a Berlino Est, direttore del Neues Deutschland, l’organo ufficiale, più duro della Pravda, e capace di censurare anche i ‘partiti fratelli’ polacco e ungherese troppo spinti nel dialogo con l’opposizione. A inizio autunno 1989 fece persino irruzione, con gli agenti, in una riunione di attori di teatro critici denunciandoli come “nemici di classe”, il peggior reato nella Ddr.

Guenter Schabowski  Guenter Schabowski

 

Poi cambiò. In pubblico, forse anche nell’animo. A Egon Krenz, ultimo dittatore comunista, che nei mesi di convulsioni finali lo definiva traditore, rispose: «Stronzo, inutile idiota, la svolta era inevitabile». Dopo la riunificazione, accettò senza appello la condanna a un anno (arresti domiciliari) come correo nei crimini della Ddr, poi tornò giornalista. Per testate dell’Ovest. Ed è a Berlino Ovest, la mèta proibita cui lui aprì il varco, che a fianco dell’amata moglie russa Irina ha vissuto gli ultimi anni.