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Enrico Franceschini per “la Repubblica”
La chiamavano “lo sceriffo dei mercati” e la donna più potente di Gran Bretagna: più di Theresa May (finché era ministro degli Interni), più della principessa Kate Middleton, più della scrittrice J.K. Rowling. Ma Nemat – chiamata da tutti Minouche – Shafik, dal 2014 vice governatore della Banca d’Inghilterra, non farà più rispettare l’ordine fra borse, banche e monete, per assumere un incarico non meno prestigioso: quello di direttore della London School of Economics, l’università di scienze politiche migliore del mondo.
Nella scalata femminile alle stanze dei bottoni, anche la sua nomina stabilisce un primato: sarà la prima donna a occupare la poltrona che in precedenza è stata di sociologi di fama mondiale come Ralf Dahrendorf e Anthony Giddens.
Per questa egiziana d’origine (nata ad Alessandria d’Egitto 53 anni fa), con cittadinanza anche americana e britannica, qualcuno prevedeva una promozione all’interno della banca centrale inglese: si diceva che avrebbe potuto rimpiazzare l’attuale governatore, il canadese Mark Carney, quando finirà il suo primo mandato nel 2018.
Nella cittadella finanziaria si mormora, come scrive il Financial Times, che se ne sia andata proprio per dissapori con Carney, sebbene il governatore esprima stima assoluta nei suoi confronti. Lei taglia corto: «Me ne vado con grande apprezzamento per la Banca d’Inghilterra e grande ammirazione per il suo staff. Era semplicemente impossibile resistere alla tentazione di guidare un’istituzione di livello mondiale come la Lse», l’acronimo comunemente usato per l’università che andrà a dirigere.
Assumerà il nuovo incarico nel settembre 2017, dopo avere lasciato quello attuale nel febbraio prossimo: nel mezzo un gardening leave, non un sabbatico dedicato al giardinaggio bensì l’accordo di non cominciare subito un altro lavoro dopo avere rassegnato le dimissioni da uno così importante.
A Londra era arrivata da Washington: faceva la “vice” anche lì, numero due del Fondo Monetario Internazionale, dove il suo boss era Dominique Strauss-Khan, di cui dovette prendere temporaneamente le funzioni quando lo vide portar via in manette da un volo dell’Air France con l’accusa di violenze sessuali.
Mantenere nervi saldi in una crisi era una delle sue notorie qualità. Forse ne ha avuto più bisogno alla Bank of England nei giorni di Brexit, di quanto le servirà alla London School of Economics, dove lei stessa ha studiato. «Oggi più che mai c’è bisogno della scienza e della ricerca della Lse per affrontare i problemi del mondo», afferma.
LONDON SCHOOL OF ECONOMICS LIBRARY
La sua partenza lascia vuoto l’unico dei quattro posti da vicegovernatore della Banca d’Inghilterra, un bastione di maschilismo, ricoperto da una donna. Chissà se per sostituirla verrà scelta un’altra donna: due anni fa, tra i candidati all’incarico, circolava il nome dell’italiana Lucrezia Reichlin, ex-dirigente della banca centrale europea, adesso docente di un’altra prestigiosa università, la London Business School.
DONNE ARABE POTERE ZAHA HADID AMAL CLOONEY NEMAT SHAFIK
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